Atene, la vittoria di Pirro degli eurosì

martedì 19 giugno 2012


La vittoria elettorale di Nea Dimokratia in Grecia è stata salutata da una bordata di applausi e complimenti da tutta Europa. «Ora vedo un futuro più sereno», ha commentato a caldo il premier italiano Mario Monti. «I greci hanno scelto, rispettiamo la loro scelta democratica in pieno e confidiamo che i risultati delle elezioni consentano la rapida formazione di un governo - si legge in un comunicato congiunto di Herman van Rompuy (presidente del Consiglio Europeo) e José Manuel Barroso (Commissione Europea) - Il secondo programma di aggiustamento economico accordato con l'Eurogruppo è la base su cui costruire una ripresa della crescita, della prosperità e per far ripartire l'occupazione del Paese. Siamo pronti a continuare ad assistere il Paese nel raggiungere questi obiettivi». Angela Merkel ha chiamato Antonis Samaras, leader di Nea Dimokratia, complimentandosi per la vittoria alle urne.

Eppure i mercati, dopo una prima reazione positiva, già nel pomeriggio di ieri avevano smesso di festeggiare. La Borsa di Milano era in picchiata: il Ftse mib perdeva il 2,64%. Merito della Spagna, la cui situazione è a dir poco instabile. Ma anche della stessa Grecia, che ha tutt'altro che superato il suo stallo politico. Sarebbe una favola affermare: "i Greci hanno scelto l'euro". La maggioranza assoluta ha infatti votato contro il disegno europeista proposto da Nea Dimokratia e dal partito socialista Pasok. Quasi il 60% dei greci non accetta la formula "nuovi prestiti dall'Europa in cambio di una durissima politica di austerity". Solo il 30% ha votato per il partito vincitore delle elezioni e un ben misero 12% ha speso il suo voto per il Pasok, che batte un altro record storico al ribasso. Alla luce dei numeri, la festa per la vittoria dei partiti europeisti è più un applauso di incoraggiamento che non una vera e propria soddisfazione per un risultato reale. Il vero successo (morale, se non altro) lo ha conseguito il Syriza: il raggruppamento di movimenti e partiti della sinistra massimalista ha preso il 27% dei voti, rubando consensi al partito comunista Kke (uscito dimezzato da questo voto) riconfermandosi la seconda forza del Paese, sulla base di un programma che respinge l'accordo con i creditori europei e si oppone all'austerity. Il partito neonazista Alba Dorata ha di nuovo conquistato il 7% dei consensi, riconfermandosi una forza parlamentare. La fortuna degli europeisti sta tutta nella divisione interna e inconciliabile del fronte anti-austerity. Se neonazisti e i neo/post-comunisti si mettessero assieme, avrebbero il controllo del parlamento.

Questi risultati sono praticamente la fotocopia delle elezioni in Grecia di un mese e mezzo fa. Allora, però, ci si stracciava le vesti. Oggi si canta vittoria. Merito del premio di maggioranza vinto da Nea Demokratia (50 deputati regalati, per un totale di 129) e della pattuglia di 33 deputati del Pasok, che permettono di superare ampiamente la metà dei seggi del Parlamento greco e formare un governo di unità nazionale. Il partito di centrodestra, però, d'ora in avanti, dovrà cercare di governare da una posizione di minoranza. E potrà solo cercare di formare un esecutivo assieme al suo nemico storico, il Pasok, a condizioni che sono ancora tutte da verificare.


di Stefano Magni