Il Congresso "Fast and Furious" contro Holder

venerdì 15 giugno 2012


«Le pistole (di per sé) non uccidono la gente. Le armi che il tuo governo ha regalato ai narcotrafficanti, sì». Questa battuta, che il radio–commentatore conservatore Rush Limbaugh ha postato su Twitter, riassume molto sinteticamente lo scandalo “Fast and Furious” (veloce e furioso). L’operazione condotta dalla polizia statunitense e battezzata col titolo della nota serie di film d’azione, è finita in un disastro. Si trattava di far filtrare segretamente armi (tracciabili) in Messico, in modo da scoprire le rotte dei trafficanti d’armi lungo il confine statunitense. Ma la polizia ha perso le tracce di molte di queste “esche”. E il 15 dicembre 2010, a un anno e mezzo dall’inizio dell’operazione, un agente della polizia di frontiera americano, Brian Terry, è stato ammazzato da un trafficante messicano armato proprio con una di quelle armi.

Un poliziotto americano è stato ucciso in territorio americano, con armi americane, pagate dai contribuenti americani. Un bel guaio per Eric Holder, il Procuratore Generale degli Usa, l’equivalente del ministro della Giustizia da noi. Da un anno e mezzo, il Congresso vuole avere dettagli e documenti sull’imbarazzante operazione, di cui emergono particolari sempre più agghiaccianti: le armi americane, di cui si sono perse le tracce, sono state usate dai narcos per uccidere un minimo di 200 persone in Messico (secondo le stime più conservative), fra cui anche un altro statunitense, l’agente dell’immigrazione Jaime Zapata, assassinato in messico mentre indagava sul traffico d’armi. Martedì scorso, la famiglia Zapata ha fatto causa a diversi funzionari del Governo e allo stesso Eric Holder. “Fast and Furious” è da anni oggetto di conflitto fra il Congresso e l’amministrazione Obama. La Commissione di Controllo del Governo, guidata dal repubblicano Darrell Issa, dopo un anno e mezzo di silenzi, non è riuscita ad ottenere i documenti che chiedeva. Non solo: Barack Obama è ricorso ai “privilegi esecutivi”, per consentire a Holder di rifiutarsi di far luce sul caso. Secondo l’amministrazione Obama, quei documenti potrebbero essere troppo pericolosi, perché metterebbero a rischio la vita e l’attività di molti agenti coinvolti nel caso. Ma secondo esperti legali, di parte repubblicana, l’invocazione dei privilegi esecutivi, in questo caso, è illegale. C’è un precedente noto che permette di affermarlo: la causa United States vs. Nixon del 1974. In quel caso, la magistratura dichiarò illegale il ricorso di Nixon ai privilegi esecutivi perché sarebbero serviti solo a coprire gli errori della sua amministrazione.

La risposta definitiva del Congresso è arrivata solo ieri. La Commissione di Issa ha votato una mozione di censura contro Eric Holder. Se non verrà raggiunto un accordo di compromesso in questi giorni, la settimana prossima la mozione sarà votata dalla Camera (a maggioranza repubblicana), come ha minacciato ieri lo speaker John Boehner. In quest’ultimo caso la magistratura potrebbe aprire un fascicolo per imputare di “oltraggio” il ministro della Giustizia. E Holder potrebbe anche coinvolgere altri ministri. Come Hillary Clinton, perché l’operazione Fast and Furious, essendo internazionale, potrebbe aver coinvolto anche il Dipartimento di Stato. O lo stesso Obama: cosa sapeva dell’operazione e della sua pessima riuscita?

di Stefano Magni