In Russia il dissenso non si arrende

martedì 12 giugno 2012


Oggi, a Mosca, è prevista la "Marcia dei milioni". Non si intendono milioni di rubli, non è una marcia di oligarchi milionari: è la prima manifestazione di massa organizzata per protesta contro il reinsediamento di Vladimir Putin al Cremlino. Ma le autorità russe stanno facendo tutto il possibile per rendere la marcia un piccolo sit-in di quattro gatti. Non solo autorizzando un tetto massimo di 50mila manifestanti, ma intimidendo i partecipanti e gli organizzatori. Ieri, le abitazioni private del blogger Alexej Navalnij, dell'attivista di estrema sinistra Sergej Udaltsov, dell'attivista democratico Ilija Jashin, dell'ex ministro liberale Boris Nemtsov e della giornalista televisiva Ksenia Sobchak, hanno tutte subito i raid della polizia. E non si è trattato di semplici operazioni di routine. Navalnij riferisce che, in casa sua, i poliziotti sono entrati con brutalità, quasi scardinandogli la porta di ingresso. Il suo avvocato, Olga Mikhailova, contrariamente alle garanzie previste dalla legge, non ha potuto essere presente al momento della perquisizione. Ha potuto assistere il suo cliente solo dopo aver sottoposto tutti i documenti del caso. Intanto gli hard disk del blogger sono stati sequestrati, assieme a vestiti e molti altri oggetti personali.

Gli organizzatori della Marcia sono già stati colpiti, ma tutti gli altri sono avvertiti: partecipare a un evento di protesta "illegale" (secondo i termini della nuova legge sul dissenso) può costare una multa di 300mila rubli (7350 euro), organizzarla 600mila (14.700 euro). Le nuove norme contro le manifestazioni del dissenso sono state approvate in fretta e furia venerdì, in tempo per anticipare l'evento di oggi. Alla Duma, il partito Russia Unita (pro-Putin) ha però incontrato difficoltà inattese prima di farla votare e rimandarla al Cremlino per la firma presidenziale. Il Partito Russia Giusta aveva proposto ben 400 emendamenti. Il Partito Comunista si è unito alla protesta parlamentare. Da quelle parti lo chiamano "lo sciopero all'italiana": è una sorta di Aventino. I membri di Russia Giusta sono usciti dall'aula mentre Putin stava dando le "istruzioni" per l'approvazione della nuova legge. Ovviamente la maggioranza di Russia Unita l'ha spuntata. Tuttavia la piccola ribellione della Duma è un segnale che qualcosa si sta muovendo, anche all'interno delle istituzioni. E d'altra parte, anche la Rivoluzione di Febbraio (1917) era iniziata con una disperata presa di posizione della Duma contro il potere zarista, con tre mesi di anticipo rispetto alle prime grandi manifestazioni di piazza.


di Stefano Magni