sabato 7 aprile 2012
Lunedì 5 aprile, alle 17,43, nella cittadina di Villa Vicencio,
capitale della provincia di Meta, nel centro della Colombia,
è atterrato un elicottero militare brasiliano con le insegne
della Croce Rossa Internazionale. A bordo vi erano soldati e
poliziotti colombiani in mano ai guerriglieri comunisti delle Farc
(Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) da più di 10 anni, uno
di loro, il sergente Luis Arturo Arcia, da ben 14 anni.
Le modalità della loro liberazione sono da film poliziesco.
Dopo lunghe trattative per concordare le modalità, la zona dove
fermare tutte le operazioni dell'esercito colombiano, i
partecipanti all'operazione e loro numero, assoluta segretezza
delle coordinate geografiche dove si sarebbero dovuti dirigere i
due elicotteri dell'aviazione militare brasiliana. L'ex senatrice
Piedad Cordoba, mediatrice tra il governo e le Farc, in una
intervista al giornale colombiano El Espectador, ha raccontato le
ultime ore. Avvertita che il giorno fatidico sarebbe stato lunedì
5, era stata sveglia tutta la notte in attesa delle coordinate
geografiche.
Niente. Dopo essere andata a dormire, la mattina alle 7,30, ha
sentito che le era stato portato il giornale. Nell'aprirlo, per
leggere le notizie, ha trovato i dati per andare a prendere i
prigionieri. La liberazione degli ultimi prigionieri dei
narco-comunisti della guerriglia più duratura, non solo
dell'America Latina, ma del mondo, era stata annunciata dalle Farc
il 26 febbraio. Le Farc avevano dichiarato che non avrebbero più
sequestrato civili come segno di buona volontà per aprire
trattative di pace con il governo della Colombia. Dopo poche
settimane da questo annuncio, però, uccidevano 11 soldati in
un'imboscata nella provincia di Arauca, il colpo più duro
della guerriglia nel 2012.
L'esercito colombiano ha risposto nell'ultima settimana di marzo
con due attacchi che hanno tolto la vita a ben 69 guerriglieri,
forse uno dei più duri colpi assestati alla guerriglia nei
cinquant'anni del conflitto colombiano. Proprio nel mese di
febbraio, venivano ricordati i tentativi di trovare un accordo di
pace tra il governo e le Farc. Dal 1998 al 2002, a San Vicente del
Caguan, nella provincia di Caqueta e in altri 4 comuni, su una
superficie di 40mila chilometri quadrati, il governo del Presidente
Pastrano ritirò le sue truppe lasciando il territorio alle
Farc sotto la guida del suo fondatore, Manuel Marulanda Velez,
conosciuto come "Tirofijo".
Nonostante periodiche rotture della tregua da parte delle Farc con
sequestri, omicidi di uomini politici, Pastrano continuò per
quattro anni nel tentativo di arrivare alla pace. Solo nel febbraio
del 2002, dopo il sequestro dell'aereo del deputato Jorge Eduardo
Gechem Turbay, Pastrano dette l'ordine di rioccupare la zona che le
Farc avevano sfruttato al massimo per rafforzarsi militarmente e
sviluppare il traffico di cocaina. Gli otto anni successivi hanno
visto il Presidente Alvaro Uribe portare avanti con ferma
decisione la lotta ai guerriglieri comunisti sempre più dediti al
traffico della cocaina.
Il "Piano Colombia", con l'aiuto degli Usa, riporta il 90%
del territori sotto il controllo dello Stato, infliggendo
duri colpi anche alla dirigenza delle Farc, come quello a
Raul Reyes, numero due dell'organizzazione guerrigliera, abbattuto
in un raid aereo in Ecuador. Nel settembre del 2010 viene colpito
lo stratega dei guerriglieri, conosciuto con il soprannome di
"Mono Jojoy". Nel novembre del 2011 viene colpito a morte il
successore di Marulanda, Alfonso Cano. Nel 2010 Juan Manuel
Santos, ministro della difesa sotto Uribe, viene eletto Presidente
con il 71,5% dei voti, un chiaro segnale dei colombiani di voler
continuare la dura lotta alle Farc. È quest'insieme di elementi che
ha convinto le Farc, nonostante i colpi subiti e le posizioni di
Santos, a continuare nell'operazione di liberazione dei
prigionieri militari.
Santos è stato sempre chiaro nelle sue posizioni verso i
guerriglieri comunisti: bene la liberazione dei militari, ma
occorre che vengano liberati anche i civili rapiti a scopo di
estorsione. Secondo l'organizzazione anti-sequestro "Pais libre",
ci sarebbero ancora 405 civili prigionieri nelle foreste per
estorcere denaro. Dal 2002 al 2011 le Farc hanno sequestrato ben
2678 persone. Santos dice alle Farc che, se vogliono intavolare
serie trattative di pace, devono cessare le loro azioni
militari e smettere di sequestrare minori per arruolarli nelle loro
file. Il mondo (Unione Europea, Organizzazione degli Stati
Americani, Onu), dopo tanti atteggiamenti tiepidi, si è unito a
Santos nella richiesta di liberazione dei civili. Si sa che tra i
sette membri della Segreteria delle Farc ci sono opinioni
diverse. Intanto l'esercito continua implacabile nella caccia ai
suoi membri, sempre più narcotrafficanti e meno difensori della
libertà e della lotta al capitalismo come nel passato.
di Roberto Lovari