Altri 14 giorni di galera per i marò

martedì 3 aprile 2012


Altro rinvio per l'udienza sulla giurisdizione del caso dei due marò italiani incarcerati in India. La loro detenzione nel carcere di Trivandrum è stata prolungata di ulteriori due settimane. E intanto la petroliera "Enrica Lexie" resta in porto a Kochi, mentre sale, manco fosse un tassametro, la cifra del risarcimento che deve essere versato per poterle permettere di salpare le ancore e tornare in Italia. Attualmente siamo a 430mila euro.

Sulla questione della giurisdizione si gioca tutto. L'Italia avrebbe tutto il diritto di celebrare il processo a Roma. La procura della capitale ha aperto un fascicolo sul caso, i due marò sono accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati, in un'azione anti-pirateria in acque internazionali a bordo di una nave (la petroliera Enrica Lexie) battente bandiera italiana. Non si capisce, dunque, come l'India possa aggiudicarsi il processo sul suo territorio nazionale, considerando che il fatto contestato non è avvenuto nelle sue acque territoriali. Eppure, proprio questa domenica, il "chief minister" del Kerala, Oommen Chandy, ha escluso che il processo possa tenersi in Italia. E ha sostenuto, in modo categorico, che i due militari italiani «hanno commesso un reato che cade sotto gli effetti della legge indiana» e «devono quindi essere processati qui». Il doppio standard si spreca. Cosa direbbero gli indiani se i loro uomini, impegnati in azioni anti-pirateria, venissero incarcerati e processati in Somalia? La dichiarazione ha colto di sorpresa il sottosegretario agli Esteri italiano Staffan de Mistura, che domenica era giunto a New Delhi per una nuova serie di colloqui. «Mi auguro - ha detto De Mistura - che la dichiarazione fosse solo improvvida e non avesse intenzione di influenzare la decisione» dell'Alta Corte. A smorzare i toni, ieri, è stato il ministro degli Esteri indiano, S. M. Krishna, che, dopo un incontro a quattr'occhi con Chandry, ha dichiarato che: «È il tribunale a dover decidere come può essere risolta l'impasse». La palla dunque torna alla magistratura. Che a sua volta rinvia nuovamente la decisione. Solo oggi sarà resa nota la data della nuova udienza. Intanto Massimiliano Latorre e Salvatore Girone si faranno altri 14 giorni di carcere a Trivandrum. Si attendono a data ignota anche i risultati del test balistico (effettuato tre settimane fa, ormai), che dovrebbe fornire molti chiarimenti su chi abbia sparato realmente in quella notte del 15 febbraio, contro i pescatori indiani. E, infine, è rinviata pure la sentenza sulla petroliera "Enrica Lexie". Anche qui, il "chief minister" Chandy ci mette il becco, chiedendo «garanzie vere» e non «offerte sulla carta».


di Giorgio Bastiani