Essere donna in Afghanistan

giovedì 29 marzo 2012


Più di quattrocento donne incarcerate per «crimini morali». Arrestate per «sesso praticato al di fuori del matrimonio» anche se sono state stuprate. Condannate per aver tentato la fuga da un marito violento, magari imposto loro da un matrimonio forzato, anche quando erano minorenni. Succede anche oggi, sotto il governo Karzai sostenuto dall'Occidente. Lo denuncia l'ultimo rapporto di Human Rights Watch. «È sconvolgente che dieci anni dopo la caduta del regime talebano donne e ragazze siano ancora incarcerate per aver tentato di fuggire dalla violenza domestica o da matrimoni forzati», dichiara Kenneth Roth, direttore esecutivo di Human Rights Watch. «Nessuno dovrebbe essere incarcerato per aver tentato la fuga da una situazione di pericolo, anche se a casa sua».

I rapporti parlano di violenze quali matrimoni forzati (anche di minorenni), pestaggi, coltellate, ustioni, stupri, prostituzione forzata, rapimenti, minacce di morte. Scappare vuol dire affrontare il carcere. Nei quattrocento e più casi di arresto, gli abusi sulle donne non sono mai stati motivo di inchiesta.

Donne intervistate dagli attivisti hanno riferito di essersi recate alla più vicina stazione di polizia. Per essere arrestate seduta stante. Scappare di casa, chiedere aiuto agli agenti per proteggersi da parenti o da mariti violenti non è un crimine secondo la legge afgana. Ma la Corte Suprema di Kabul ha istruito i magistrati a trattare i casi di donne e ragazze in fuga alla stregua di criminali. Il sesso praticato al di fuori del matrimonio è ancora un reato ("zina") punibile con 15 anni di carcere. E per "adulterio", qui, non si intende solo il tradimento, ma anche il caso di donne costrette a prostituirsi, o stuprate da parenti o estranei.

«Cercavo di rendermi indipendente da mio marito - spiega una testimone, ora in carcere - Ma se avessi saputo del carcere e di tutto il resto, avrei preferito gettarmi in un fiume e suicidarmi». Divorziare, anche in caso di violenze gravissime, è ancora difficile per una donna. Un uomo può ripudiarla all'istante. Ma la moglie raramente ottiene una separazione legale. Il governo afgano si era impegnato a riformare il diritto di famiglia nel 2007. Ma una nuova legge è in cantiere dal 2010 e non è mai passata. I colloqui di pace fra i Talebani e il governo stanno ulteriormente peggiorando la questione femminile. Già negli anni scorsi Karzai aveva tentato di promulgare una legge che, di fatto, legalizzava le violenze domestiche. Dietro pressione internazionale, quel codice era stato revocato. Ma che senso ha proteggere dei diritti solo formalmente, se poi la prassi giudiziaria avalla il contrario? «I tribunali mandano in prigione le donne per "crimini" dubbi, mentre i veri criminali continuano a vivere liberi», commenta Roth. «Anche i peggiori abusi subiti dalle afgane sembrano non provocare più che un rimprovero da parte dei magistrati, nonostante vi siano leggi che puniscono la violenza sulle donne». Era meglio quando c'erano i Talebani? Non esageriamo. Gli ultimi 11 anni mostrano un miglioramento in tutti i campi che riguardano la popolazione femminile: educazione, la mortalità materna, l'impiego e il ruolo nelle istituzioni sono in crescita. Ma c'è ancora molto lavoro da fare. Sempre che i Talebani non tornino al potere.


di Stefano Magni