I legali devono essere comunisti

venerdì 23 marzo 2012


Il regime cinese getta la maschera: non solo la magistratura non è indipendente dal Partito Comunista, ma d'ora in poi non lo devono essere nemmeno gli avvocati. Una nuova legge impone a questi "scomodi" difensori di prestare giuramento "alla Nazione e al Partito" se non vogliono vedersi immediatamente revocare la loro licenza.

La persecuzione degli avvocati non è un fatto nuovo e in questi ultimi anni si è intensificata. Gao Zhisheng era stato arrestato nel febbraio del 2009, liberato nel marzo del 2010 e poi era "scomparso" poco dopo, probabilmente detenuto in una località segreta nel Sinkiang (Cina occidentale). Gao era noto per difendere gli appartenenti alle minoranze religiose e gli attivisti dei diritti umani.
Chen Guangcheng, avvocato non vedente, è anch'egli vittima della repressione. Deve subire arresti domiciliari in una condizione di totale isolamento. Era noto per la difesa delle madri colpite dalla brutale "legge del figlio unico", costrette ad abortire o a subire la sterilizzazione coatta per impedir loro parti non autorizzati dalle autorità.
Jiang Tianyong è un avvocato difensore degli attivisti della campagna anti-Aids. L'anno scorso è stato arrestato e detenuto per due mesi. Ieri, commentando la nuova legge sulla fedeltà al Partito, l'ha definita "ridicola in una società moderna" e "inimmaginabile in qualsiasi altro Paese".
Probabilmente, solo per queste dichiarazioni, è già nel mirino della polizia.

Questi sono solo i casi più noti. Ma c'è da aggiungere che, ogni qualvolta vi sia una manifestazione pubblica ufficiale, la polizia esegue fermi e arresti preventivi. Le vittime prescelte sono sempre attivisti, intellettuali critici e, appunto, i loro avvocati.

L'assorbimento dei legali nella struttura di Partito è un passo indietro verso il maoismo più duro, quando non era praticamente nemmeno ammessa una difesa dell'accusato. Ai tempi della "giustizia popolare" il condannato aveva solo la possibilità di fare pubblica autocritica prima di subire l'esecuzione della condanna, spesso capitale.

Le riforme di Deng, dopo la morte di Mao, oltre a liberalizzare l'economia, avevano anche dato al sistema giudiziario una parvenza di equilibrio e di indipendenza. Molto spesso violata, come nei casi citati. E' sintomatico il fatto che si sia fatto un passo indietro sulla giustizia, in vista del rinnovo dei vertici del Partito Comunista, previsto per il prossimo autunno.

A Pechino tira aria di restaurazione.


di S.m.