mercoledì 21 marzo 2012
Per le edizioni del settimo sigillo è uscito un saggio dal
titolo apparentemente strano "ANAUÊ", che in Tupi, una delle lingue
degli indigeni brasiliani, vuol dire "tu sei mio fratello". Il
sottotitolo è "La tentazione fascista del Brasile negli anni
Trenta".
Il libro è il risultato delle ricerche di Vincenzo Fratta,
sindacalista, politico e di recente appassionato studioso del
Brasile e della sua storia, tanto bella quanto complicata. "ANAUÊ"
è un libro importante sia per l'Italia che per il Brasile. Infatti,
i due Paesi hanno subito entrambi un fenomeno di rimozione di una
parte della loro storia.
Ci sono volute le fatiche e il coraggio di Renzo De Felice per far
capire l'esatta dimensione e la realtà del fascismo sommerso e solo
vilipeso per le tragiche vicende della guerra mondiale e i
sanguinosi anni del tardo fascismo della Repubblica Sociale e della
Lotta di Resistenza. Anche in Brasile si è avuto un fenomeno di
quasi rimozione per decenni del "suo fascismo", l'AIB di Plinio
Salgado (azione integralista brasiliana) che senza aver mai preso
il potere ha, pur tuttavia, un ruolo di rilievo nella storia del
Paese tropicale negli anni Trenta.
Il contesto in cui nasce il movimento integralista brasiliano è
quello dei primi anni Trenta che vede il regime di Mussolini godere
di grande consenso, la sua visione del mondo, il suo modello
economico sono studiati ed apprezzati, in particolare in America
del Sud. Nel '32 un gruppo di persone di varia estrazione sociale e
culturale, si riunisce attorno ad un intellettuale e scrittore,
Plinio Salgado.
E' nato nello stato di San Paolo nel 1895 a Sao Bento di Sapucai
da una famiglia di formazione cattolica e di sentimenti
nazionalistici e con la passione per la politica. Dopo una intensa
attività di giornalista e di scrittore, Salgado fa un viaggio in
Italia. Nel 1930 basta leggere il libro scritto al suo ritorno in
patria per comprendere i contenuti e le azioni del movimento che
fonderà due anni dopo.
Salgado è affascinato dall'Italia fascista, dallo spirito latino,
da Roma, dall'entusiasmo popolare di quegli anni per il fascismo.
L'incontro con Mussolini è sicuramente un fatto che lascerà
profondi segni in Salgado. Nel suo libro "Come ho visto l'Italia",
di Mussolini scrive: "L'uomo era venuto dal segno delle moltitudini
con la luce del genio latino, mediatore supremo di nazionalità,
profeta delle nazioni e contemporaneo del futuro".
Il movimento integralista brasiliano si propone come forza
rivoluzionaria, sviluppa una forte critica al liberalismo sia che
al comunismo marxista. Un'affermazione forte del valore della
nazione. La convinzione che il Brasile si potesse affermare come
nazione soltanto attraverso un progetto politico messo in atto da
un governo forte.
L'organizzazione della società brasiliana secondo un modello
corporativo nazionale. La mobilitazione del maggior numero
possibile di brasiliani per l'arduo compito di ricostruzione
nazionale da realizzarsi attraverso la libera adesione attraverso
all'AIB. Come in altri movimenti di ispirazione fascista,
l'ideologia dell'integralismo brasiliano si basa su di una
concezione spirituale del luogo e del mondo.
Si aggiunga un forte collegamento alla dottrina sociale della
Chiesa cattolica. Bisogna però dire anche che nonostante il
richiamo al cattolicesimo, Salgado afferma con forza che l'AIB è
aperta a tutti i fedeli della religiosità del Brasile, dai
protestanti ai fedeli della Ígreja Espirita ai seguaci delle
religioni tradizionali africane.
Pur fortemente nazionalista, l'AIB non ha mai sposato il razzismo,
nonostante qualche polemica con gli ebrei. Non sono rari militanti
afro-brasiliani, tra cui il famoso Joáo Candido, promotore nel 1910
della rivolta che mise fine alla pratica delle punizioni corporali
nella Marina brasiliana.
Il gruppo dirigente che si raccoglie attorno al Salgado, nominato
Chefe Nacional (capo nazionale), era composto da uomini di
altissimo livello che avrebbero occupato posti di rilievo nella
storia del Brasile anche dopo la fine del movimento integralista.
Per citarne solo alcuni, tra i più famosi, si pensi al giurista di
origine italiana Miguel Reale.
Giurista dell'AIB, è il teorico dello Stato integrale, professore
universitario di fama mondiale varie volte deputato statale e
federale, nel 1975 entra a far parte dell'Accademia Brasiliana
delle Lettere, rettore della prestigiosa università di San Paolo.
Quando muore novantasettenne, riceve anche l'elogio di Lula che ne
piange la scomparsa.
In Gustavo Barroso invece il movimento integralista troverà l'uomo
che darà la struttura organizzativa all'AIB. In breve, decine di
migliaia di brasiliani si raccoglieranno attorno alle bandiere, al
simbolo, alle uniformi, agli inni e ai rituali tipici di ogni
movimento di ispirazione fascista.
L'AIB fu il primo partito brasiliano organizzato e presente in
tutto il vasto territorio brasiliano. Il movimento e la sua
crescita impetuosa raccoglieva militanza anche tra le forze armate
e tra il clero, nel cui ambito spicca Don Herder Camera, che dopo
la fine dell'AIB diventa famoso per la sua adesione alla Teologia
della Liberazione e un mito per tutti i cattolici di sinistra nel
mondo.
Un capitolo estremamente interessante sono i rapporti tra il
movimento integralista e l'Italia fascista. Naturalmente il
movimento attrae simpatie dentro la consistente comunità italiana
in Brasile. Dopo un momento di diffidenza, l'Italia fascista
cercava di creare propri nuclei di fascisti tra gli italiani del
Brasile, poi a Roma si capisce la forza e l'importanza
dell'integralismo brasiliano e si arriva a veri e propri
finanziamenti.
Poi quando Getulio Vargas si impadronisce del potere e dissolve
per legge l'AIB, Roma con grande cinismo abbandona l'integralismo
per scegliere il nuovo padrone del Paese, che dopo pochi anni non
esiterà a fargli guerra alleandosi con gli USA. Tra i tanti
paradossi che spesso la storia offre vi è quello della strana
vicenda di Getulio Vargas e dell'AIB.
Vargas sale al potere con un Putsch miliare nel 1930, poi si fa
eleggere nel '34, ma quando nel 1937 ci si preparava alle elezioni
presidenziali del 1938 con un colpo di Stato scioglie il
parlamento, i partiti e assume tutti i poteri creando un nuovo
regime, l'Ostado Novo, sistema politico e sociale ispirato alla
destra conservatrice e populista.
Gli integralisti, nonostante la forte presenza nelle forze armate,
non reagiscono e si dissolvono. Tenteranno sì l'anno dopo un debole
tentativo di colpo di Stato. Il suo fallimento segna la fine
definitiva dell'AIB. Il suo gruppo dirigente si dissolve in mille
espedienti, Plinio Salgado va in esilio in Portogallo.
Tornato nel '45 in Brasile si impegna di nuovo in politica con un
certo successo, appoggia il "Golpe" dei militari del '64 che
abbatte la democrazia brasiliana, sperando di essere utilizzato dai
nuovi padroni del Paese. Ancora una volta Salgado si dimostra un
debole politico come con Vargas, i nuovi padroni del Paese vogliono
governare senza l'aiuto di nessuno.
Nonostante questo ulteriore fallimento quando Salgado muore nel
1975 si spenge con lui un fine intellettuale che ha scritto pagine
importanti nella storia del suo Paese, che non dovranno più subire
l'oblio dei faziosi e degli smemorati.
di Roberto Lovari