sservando da una prospettiva
liberale il cosiddetto decreto
sanità uscito dal cilindro dei tecnici
al governo, lo definirei un vero e
proprio de-cretino, visto l’impres-
sionante accumulo di provvedimen-
ti con i quali si vorrebbe ulterior-
mente irreggimentare il paese. Un
paese che, contrariamente al chiaro
indirizzo che continuano a perse-
guire Monti&soci, avrebbe altresì
bisogno di maggiore libertà in tutti
i settori per sperare di riprendersi
dall’attuale crisi. E invece anche col
de-cretino sanitario è in arrivo una
ulteriore spremitura fiscale, con
l’impresentabile tassazione prevista
per “soli” tre anni sulle bibite gas-
sate e quelle zuccherate artificial-
mente. A questo proposito ci si
chiede se questo limite temporale
all’odiosa imposta venga conside-
rato un tempo ragionevole per rac-
cogliere i frutti della poderosa cam-
pagna governativa di dimagrimento
giovanile, dato che sarebbe questa
la motivazione che ha indotto i cer-
velloni al timone ad introdurre la
tagliola tributaria. Ma l’intento pe-
dagogico e protettivo dei cattedra-
tici che occupano la stanza dei bot-
toni non finisce qui. Infatti hanno
stabilito che da ora in poi per iscri-
versi in una qualunque palestra o
piscina italiana, magari solo per far-
si una sauna o un bagno turco, non
sarà più sufficiente il certificato di
sana e robusta costituzione fisica
redatto dal medico di famigli. Ades-
so, come chiunque svolga attività
agonistica, dovrà ricorrere alla ben
più costosa visita di un medico
sportivo, con tanto di spirometria
ed elettrocardiogramma sotto sfor-
zo. Si spera solo, visto che il confine
del controllo sanitario obbligatorio
è stato ancor più ristretto, che an-
dando avanti di queso passo non
si decida di produrre altri de-cretini
per irreggimentare persino le libere
O
passeggiate nei parchi o le escur-
sioni alla ricerca di asparagi o fun-
ghi. Non vorremmo che i profes-
sori, i quali a tutto provvedono,
stabiliscano in seguito un esame
specifico per ogni tipo di impegno
fisico, copulazione compresa. Il pic-
co della de-cretineria, a mio avviso,
si è raggiunto con un altra misura
socialmente protettiva. Ossia la mi-
nima distanza di sicurezza, ben 500
metri, che dovrebbe separare le slot
machine ed i videopoker dagli isti-
tuti scolastici di qualsiasi grado, dai
centri giovanili o altri istituti fre-
quentati principalmente da giovani,
da strutture residenziali o semire-
sidenziali operanti in ambito sani-
tario o socio assistenziale, dai luo-
ghi di culto. In effetti mezzo
chilometro mi sembra una distanza
più che adeguata al fine di scorag-
giare i nostri motorizzati ragazzi
moderni dalle tentazioni del gioco
d’azzardo. Ma il vero colpo di ge-
nio consiste nel preservare le vec-
chine che vanno alla messa dalla
satanica tentazione insita nel me-
desimo gioco d’azzardo. Una mi-
sura stupefacente che solo degli il-
lustri accademici potevano prima
pensare e poi mettere in pratica. C’è
da restare senza parole.
CLAUDIO ROMITI
di
PIETRO SALVATORI
previsto per oggi l’incontro de-
cisivo. O per lo meno è l’ultima
della lunga serie di giornate definite
cruciali nel lungo tira e molla che
sta caratterizzando la trattativa sulla
legge elettorale. La riunione del Co-
mitato ristretto del Senato dovrà
definire una bozza di legge sulla
quale mettere al lavoro l’aula di Pa-
lazzo Madama. Un testo con il mi-
nor numero di incognite possibile,
per non rischiare che i termini della
discussione parlamentare si allun-
ghino all’infinito. È pessimista il re-
latore del Pd, Enzo Bianco: «Non
arrivano tutt’ora indicazioni definite
su alcuni punti qualificanti della ri-
forma della legge elettorale, da par-
te delle maggiori forze politiche.
Domani sottoporremo al Comitato
ristretto un documento che eviden-
zia sia i punti di intesa, sia quelli in
cui permangono differenti valuta-
zioni». Ma per Lucio Malan, che
con Bianco condivide, per conto del
Pdl, l’onere di relazionare sul com-
plicato testo, «l’accordo è a buon
punto».
Significa che è stata raggiunta un’in-
tesa?
Non arriverei a sostenere tanto,
perché in casi come questi o c’è una
convergenza totale, anche sui det-
tagli, o non la si può definire tale.
Ma credo che negli ultimi giorni sia
emersa un’intesa anche sui punti
specifici che ancora dividono i prin-
cipali partiti.
La base è quella di un sistema mi-
sto? Mesi fa si parlava di un sistema
a metà tra quello spagnolo e quello
tedesco, oggi si pensa a mettere in-
sieme collegi e proporzionale.
L’ispano-tedesco era già di per
se un sistema composito. E la strada
seguita ha confermato quella trac-
cia, poiché si sta andando sicura-
mente verso un sistema misto.
È
Ognuno dovrà rinunciare a qual-
cosa, ma in tale frangente un accor-
do di compromesso è normale e fi-
siologico. Deve essere in grado di
raccogliere la più ampia maggio-
ranza possibile.
Quanto sarà proporzionale e quan-
to basato sull’uninominale?
Quello tra maggioritario e pro-
porzionale è uno dei punti che dob-
biamo ancora dibattere. Siamo tutti
convinti che il sistema di elezione
dei candidati e il loro rapporto con
il corpo elettorale sia uno degli ele-
menti qualificanti della riforma.
Gli esponenti ex-An del Popolo del-
la libertà insistono sulle preferenze.
È un’istanza che può trovare spa-
zio?
Se viene sottolineato da molti
autorevoli esponenti del Pdl è evi-
dente che è un tema reale, che do-
vrà trovare spazio nel dibattito. An-
che il Pd, dopotutto, continua ad
insistere su un sistema con il doppio
turno, come quello francese. E an-
che se noi non siamo d’accordo non
lo esclude automaticamente dal
confronto.
A chi assegnare l’eventuale premio
di maggioranza?
Questo è un altro dei temi sui
quali manca un’intesa. Nel Pdl c’è
comunanza di accordo sul fatto che
debba essere attribuito al partito, e
non alla coalizione. Abbiamo visto
che sia con la compagine eteroge-
nea del 2006 che con quella più
compatta del 2008 non ha funzio-
nato quale strumento che favorisse
la governabilità. Senza contare che
costringe a formare alleanze che
contengono elementi troppo diversi
tra loro.
Ma se sugli snodi fondamentali non
si è raggiunta ancora una quadra,
da dove deriva il suo ottimismo?
[
Ride
] Evidentemente ognuno
rinuncerà a qualcosa.
C’è stata un’evoluzione della quale
non siamo al corrente?
Sono giorni di discussioni inten-
se. E ho gli elementi per poter dire
che i margini per un via libera al
Comitato di oggi ci siano.
Il Pdl otterrà una maggior quota
proporzionale in cambio del premio
di maggioranza alla coalizione?
Può darsi. Ma avrei risposto nel-
la medesima maniera qualunque
variabile avesse inserito nella sua
domanda.
Se saltasse tutto…
Oggi non salterà tutto.
Ma qualora saltasse, c’è chi già par-
la di una possibile maggioranza Pdl-
Lega.
È una prospettiva non all’ordine
del giorno.
Indichi una percentuale per il suc-
cesso della trattativa di oggi.
Il 50%
Così poco?
È la percentuale più alta da
quando è iniziata la trattativa.
II
POLITICA
II
K
Lucio MALAN
È in atto una campagna
governativa
di dimagrimento
giovanile. Sarebbe
questa la motivazione
che ha indotto
i cervelloni
ad introdurre il balzello
segue dalla prima
Il centrodestra
alzi la voce
(...) Quella natura che non può essere più
conculcata e nascosta in nome dell’emer-
genza ma che, proprio nel momento in cui
il governo si sveste dell’abito tecnico per
assumere quello politicamente corretto di
chi pretende di condizionare la vita dei cit-
tadini dalla culla alla tomba, va rivendicata,
esibita e sbandierata con la massima ener-
gia.
D’altro canto la campagna elettorale è già
partita. Ed è questo il momento in cui le
regole della democrazia impongono alle
forze politiche di chiamare a scegliere il
corpo elettorale sulle rispettive identità. Nel
nostro sistema democratico-liberale questo
è il momento della verità. In cui i partiti
non possono e non debbono nascondere,
neppure in nome delle ragioni dell’emer-
genza, le proprie visioni della vita e della
società. E non importa se questo momento
della verità non sarà affatto breve ma ri-
schia di durare da settembre al prossimo
aprile. Il governo dei tecnici è chiamato a
farsi carico da solo di queste ragioni. È nato
e rimane in vita solo ed esclusivamente per
questo scopo. E la sua missione gli impone
di non cambiare natura adottando com-
portamenti da moralizzatori autoritari e
protezionisti che non gli competono.
Le bolle, alle volte, possono essere letali.
ARTURO DIACONALE
Il balzello
che fa cassa
(...) Appare talmente inappropriata allo
scopo dichiarato che chiamare in causa lo
stato etico o il paternalismo di stato è per-
sino troppo lusinghiero per Balduzzi.
In linea di principio concordiamo con il
ministro che «promuovere uno stile di vita
più razionale e sobrio non è un risultato
malvagio». Ma riteniamo che non sia com-
pito del governo farlo, e che farlo attraverso
la leva fiscale introduca pesanti elementi
distorsivi nell’economia. Le tasse dovreb-
bero servire a pagare i servizi erogati dallo
stato, non a punire o premiare i cittadini a
seconda dei consumi che il politico di turno
ritenga “buoni” o “cattivi”. Inoltre, la pres-
sione fiscale in Italia è già troppo elevata,
ha già un effetto pesantemente recessivo
sulla nostra economia. Se questi micro-au-
menti possono risultare tutto sommato tra-
scurabili, segnalano tuttavia che alla ripresa
delle attività dopo la pausa estiva il governo
è impegnato a perseverare nell’errore piut-
tosto che a studiare il modo di invertire la
rotta.Correggere gli stili di vita dei cittadini
non dovrebbe far parte del campo d’azione
di un governo, nemmeno se in senso “sa-
lutista”.
La tutela della salute rientra invece nelle
funzioni dello stato, ma la sua accezione si
sta estendendo fino a minacciare le libertà
individuali. Oggi il governo pretende di
esercitare la sua tutela non solo nei con-
fronti di possibili danni arrecati da terzi,
ma anche di quelli che l’individuo adulto
e nel pieno delle sue facoltà può autoinflig-
gersi. Il diritto alla salute può diventare un
dovere alla salute senza ledere la libertà in-
dividuale?
Se l’obiettivo non è “etico”, ma è contra-
stare l’aumento dei costi per il servizio sa-
nitario nazionale legati ai comportamenti
dannosi per la salute, allora forse si dovreb-
be mettere in discussione il modello di sa-
nità pubblica: invece di tassare anche chi
non abusa di cibi e bevande, far pagare ai
singoli i costi sanitari dei loro stili di vita
dissennati.
FEDERICO PUNZI
Malan: «Legge elettorale?
Oggi il giorno dell’accordo»
SullaCocaCola
tassa da Stato-etico
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MERCOLEDÌ 29 AGOSTO 2012
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