Pagina 5 - Opinione del 28-8-2012

Versione HTML di base

II
ESTERI
II
I ribelli siriani rivendicano
una prima vittoria aerea
di
MARIA FORNAROLI
n elicottero d’attacco siriano è
precipitato a Damasco, nel
quartiere di Qabun, non lontano dal
centro storico della capitale. L’eli-
cottero era impegnato nell’azione
per la riconquista governativa del
quartiere di Darayya, nelle mani dei
ribelli: una battaglia costata circa
300 morti (secondo le fonti di op-
posizione) nel solo fine settimana.
Il velivolo, di fabbricazione russa ha
preso fuoco (come dimostrano le
immagini finite subito su Internet)
quando sorvolava il quartiere di Jo-
bar ed è precipitato nel vicino set-
tore di Qabun. La televisione di Sta-
to siriana ha confermato la perdita
dell’elicottero e del suo pilota, ma
non parla di “abbattimento”. Men-
tre i ribelli siriani hanno subito lan-
ciato un comunicato-stampa in cui
rivendicano di aver colpito e abbat-
tuto il velivolo governativo. Appa-
rentemente si tratta di un piccolo
episodio, in una guerra civile costa-
ta, in 17 mesi, quasi 20mila morti.
Ma, se dovesse essere confermata la
notizia dell’abbattimento, si tratte-
rebbe invece di una svolta impor-
tante: sarebbe infatti la conferma
che i ribelli hanno acquisito una ca-
pacità anti-aerea, compromettendo
la supremazia dell’aria, finora asso-
luta e incontrastata, delle forze go-
vernative.
Già da mesi i ribelli dell’Esercito
U
Siriano Libero, hanno acquisito una
capacità anti-carro. E sono già molti
i tank governativi colpiti e distrutti
dai missili degli irregolari nelle bat-
taglie di Damasco, Hama, Homs,
Deir Ezzor e Aleppo. Un elicottero
abbattuto, invece, è una novità.
E, per il regime di Damasco, è
una brutta analogia con il passato:
in Afghanistan, nel 1985, i muja-
heddin iniziarono a vincere la loro
guerra contro i governativi di Kabul
e i sovietici quando cominciarono
ad abbattere gli aerei e gli elicotteri
del nemico. Allora erano gli ameri-
cani ad aver fornito missili Stinger
ai mujaheddin, una decisione di po-
litica estera segreta presa da Ronald
Reagan che si rivelò decisiva per le
sorti del conflitto. E adesso? Chi sta
armando i ribelli anti-Assad? Una
fonte del giornale britannico “Mir-
ror” riferiva, a metà agosto, di una
spedizione segreta di 14 missili Stin-
ger americani all’Esercito Siriano Li-
bero. Le armi anti-aeree sarebbero
giunte nelle mani dei ribelli attra-
verso il confine con la Turchia. Se-
condo quella fonte, anonima,
«L’Occidente e il resto del Medio
Oriente non saranno in grado di as-
sicurare una no-fly zone sulla Siria
nei prossimi tempi. E così, l’unico
modo per fermare il massacro e
quello di colpire, da terra, le forze
aeree di Assad».
L’abbattimento di un elicottero
d’attacco da parte dei ribelli potreb-
be essere una prima conferma di
questa nuova azione segreta degli
Stati Uniti. E non solo loro: anche
l’Arabia Saudita avrebbe contribui-
to, con i suoi petroldollari, all’ac-
quisto dei missili anti-aerei destinati
ai ribelli. Non a caso, nel suo ultimo
discorso pubblico, il dittatore Bashar
al Assad ha puntato il dito soprat-
tutto contro la “cospirazione” stra-
niera: «Quel che sta avvenendo pro-
prio ora, non è solo un complotto
contro la Siria, ma contro tutta la
regione – ha dichiarato ieri – di cui
la Siria è una pietra angolare». Pie-
tra di cui i vicini vorrebbero molto
volentieri fare a meno, a quanto pa-
re, considerando l’aiuto ai ribelli for-
nito, non solo dall’Arabia Saudita,
ma anche dalla Giordania, dal Qa-
tar, dal Kuwait, per non parlare del-
la Turchia.
Giorno di sangue in Afghanistan
K
Tre feriti italiani in un attacco talebano alla Base Tobruk (a
Bala Buluk). Da altre parti è andata ancora peggio: 17 civili decapitati
nel Sud e 10 militari uccisi dai Talebani nella provincia di Helmand
Usa, l’uragano Paul Ryan e il tornadoToddAkin
nizia oggi, con un giorno di ritar-
do, la Convention Nazionale del
Partito Repubblicano, a Tampa in
Florida. Il posticipo è dovuto a cau-
se puramente tecniche, anzi natu-
rali: l’avvicinarsi minaccioso del-
l’uragano Isaac. Minaccia di
travolgere i delegati del Grand Old
Party e milioni di abitanti di tutto
il Sud degli Stati Uniti. Ma nelle ul-
time due settimane altre due tem-
peste, politiche, in questo caso, han-
no seriamente modificato i rapporti
di forza fra i due candidati. La pri-
ma burrasca è l’uragano Paul Ryan,
scelto da Mitt Romney come suo
vice nel ticket presidenziale. L’altra
è il tornado Todd Akin, candidato
repubblicano nel Missouri, che in
un’intervista, a dir poco surreale,
ha parlato di “stupro legittimo” sol-
levando l’ira delle femministe (e dei
suoi stessi colleghi di partito) e dan-
do il destro a Obama per lanciare
una nuova offensiva contro “quei
maschilisti reazionari” della destra.
In attesa dell’arrivo di Isaac, queste
due tempeste hanno mietuto già mi-
lioni di vittime: non morti e feriti,
ma slittamenti di voti e preferenze.
Paul Ryan si sta rivelando un as-
so nella manica dei Repubblicani e
sta falcidiando le file dei Democra-
tici, sottraendo il favore di milioni
di elettori indipendenti e riconqui-
stando un intero stato, il Wisconsin,
di cui è rappresentante alla Camera.
Sul voto (previsto) degli indipen-
denti, i sondaggi su scala nazionale
parlano chiaro: il 10 agosto, un
giorno prima della nomina di Ryan,
Obama distanziava Mitt Romney
I
di 4 punti percentuali; oggi, a due
settimane di distanza, c’è appena
un 1,2% di gap fra i due candidati.
Obama è ancora in testa, ma di po-
chissimo. La volatilità è data so-
prattutto dal bacino elettorale degli
indipendenti e degli indecisi. La scel-
ta di Ryan, evidentemente, li fa pen-
dere dalla parte dei Repubblicani.
Il giovane deputato del Wisconsin
era considerato dagli esperti “trop-
po estremo” nelle sue proposte li-
beriste (i liberisti come Rand Paul,
però, non sarebbero d’accordo in
questa definizione) e troppo acerbo
per ricoprire la posizione di vice-
comandante in capo degli Stati Uni-
ti. Ma, come è già avvenuto in altre
elezioni del passato, prendere una
posizione netta sui temi economici
paga, soprattutto in tempi di crisi.
Soprattutto, come scrive il neocon-
servatore William Kristol sull’ultimo
numero del Weekly Standard, Ryan
è premiante perché ha un piano. Un
conto è attaccare a testa bassa la
politica economica di Obama e la
sua riforma della sanità, tutt’altro
è proporre un programma radical-
mente alternativo. Quel programma
ora è in campo ed è un prodotto
degli studi e delle idee di Paul Ryan.
«La sua nomina (di Ryan, ndr) ha
cambiato la natura delle elezioni
del 2012 – scrive Kristol – Ora
avremo una grande campagna, su
grandi temi e grandi scelte. Durante
tutta l’estate, la campagna di Rom-
ney ha combattuto e perso una
guerra di posizione. D’ora in poi, il
ticket Romney-Ryan ha una buona
chance di combattere e vincere una
grande guerra (elettorale) di mano-
vra». Con molto ottimismo, Kristol
ritiene che il ticket repubblicano
possa replicare, dalla parte opposta,
il successo della campagna di Oba-
ma nel 2008: «Ora sono i Repub-
blicani che stanno portando un
nuovo, forte, messaggio conserva-
tore, presentando una speranza di
cambiamento, invece di una mera
opposizione allo status quo».
Se l’uragano Ryan sta causando
problemi ai Democratici su scala
nazionale, anche a livello locale sta
dando loro filo da torcere. Il can-
didato vicepresidente è del Wiscon-
sin, uno stato in cui i Repubblicani
hanno appena vinto una dura bat-
taglia contro i sindacati. Il Wiscon-
sin, tradizionalmente democratico,
è nel cuore nel MidWest, la regione
degli Stati Uniti su cui Obama con-
ta di conquistare un numero di
grandi elettori sufficiente ad assicu-
rargli la vittoria finale. Fino all’ini-
zio di agosto il Wisconsin (che ha
contribuito all’elezione di Obama
nel 2008 e aveva preferito Kerry a
Bush nel 2004) era dato certamente
nelle mani del presidente uscente.
Ora è uno stato in bilico. Alcuni
sondaggi, fra cui quello di Rasmus-
sen, danno addirittura 1 punto di
vantaggio a Romney. E non ci si de-
ve fermare al solo Wisconsin: allar-
gando gli orizzonti a tutto il Mid-
West, vediamo che anche l’Ohio,
altro stato strategico per la conqui-
sta della Casa Bianca, inizia a du-
bitare della sua fiducia nel presiden-
te: il suo vantaggio di 5 punti su
Romney, ora è ridotto a 1,5 punti
nella media dei sondaggi locali. E
nel vicino Michigan il margine di
vantaggio di Obama si è addirittura
ridotto da 8 a 2 punti.
Le buone notizie per i Repub-
blicani si fermano solo nel Missou-
ri. Quello stato, tradizionalmente
conservatore, è l’unico in cui regi-
strano un netto calo di consensi.
Merito dell’altra tempesta estiva: il
tornado causato da Todd Akin. In-
tervistato da una televisione locale
di St. Louis, il candidato Senatore
ha dato una risposta molto confusa
alla domanda sulla legittimità di un
aborto dopo uno stupro. Invertendo
l’ordine delle parole, ha parlato di
“stupro legittimo”. È abbastanza
chiaro che stesse parlando di legit-
timità o illegittimità dell’aborto do-
po uno stupro, non dello stupro in
sé. Tanto è vero che Akin, due se-
condi dopo, ha affermato che lo
stupratore (e non il nascituro) an-
drebbe punito. Ma la politica è fatta
anche di queste piccole gaffe. E i
Democratici non hanno perso l’oc-
casione, lanciando una violenta
controffensiva. Tanto violenta che,
proprio ieri, Romney ha invitato i
suoi avversari ad abbassare i toni,
perché la loro campagna «è viru-
lenta e mira a dividere gli america-
ni». Romney stesso ha dovuto am-
mettere che la gaffe di Akin sia stata
dannosa per i Repubblicani e ol-
traggiosa per le donne. È un piccolo
caso locale, d’accordo, ma pronto
ad essere trasformato in questione
nazionale. I Democratici non hanno
grandi successi economici da van-
tare, per cui su cosa potrebbero mai
attaccare gli avversari se non sul lo-
ro (vero o presunto) bigottismo?
Romney stesso, che non brilla per
capacità di comunicazione politica,
ha fornito loro un altro destro,
quando ha affermato, nel suo stato
natale: «Qui non ho bisogno di
mostrare il mio certificato di nasci-
ta». Alludeva “per caso” al certifi-
cato di Obama, su cui si sono rica-
mate centinaia di speculazioni e
leggende nere (si diceva che fosse
nato in Kenya e non negli Usa,
dunque fosse ineleggibile)? Il can-
didato repubblicano, insomma, si
trova suo malgrado a dover com-
battere l’ennesima battaglia difen-
siva. Apparentemente è un’inezia,
una scaramuccia. Ma, se mal gesti-
ta, potrebbe diventare molto più
sanguinosa del previsto.
(ste. ma.)
Due settimane fa era
giunta la notizia non
confermata di una
vendita segreta di Stinger
americani ai ribelli.
E ieri un elicottero è
precipitato a Damasco.
Forse abbattuto...
La scelta di Paul Ryan
permette a Romney di
passare all’offensiva sui
grandi temi economici
La gaffe del candidato
senatore ToddAkin sullo
“stupro legittimo”è un
formidabile autogol
L’OPINIONE delle Libertà
MARTEDÌ 28 AGOSTO 2012
5