ome durante Mani Pulite, c’è il rischio
che l’opinione pubblica cada vittima di
un incantesimo maligno e di una visione ma-
lamente sintetica dei mali della politica. È un
rischio di cui la politica ufficiale porta la re-
sponsabilità storica e anche culturale, disso-
ciata com’era e com’è tra un senso privato e
parassitario del mestiere, che l’ha portata a
perdere completamente la misura, e una re-
torica velenosamente antipolitica, che l’ha
paradossalmente aiutata a ritrovarla in un
esibito disprezzo di sé. Tra il cosiddetto pri-
mato della politica e lo scatenamento anti-
politico non c’è solo un rapporto di causa e
effetto, ma di consanguineità culturale. La
politica e l’antipolitica so-
no nemiche, ma sono
uguali, come Scilipoti pri-
ma e dopo la “cura” ber-
lusconiana. Hanno la stes-
sa faccia, sono della stessa
“
razza”. L’illusione che la
bonifica della politica pas-
si attraverso la rieducazio-
ne etico-stilistica dei poli-
tici e non dalla
ricostruzione delle infra-
strutture materiali e im-
materiali, delle istituzioni
e dei partiti, delle regole e
del gioco, delle culture e
dei processi politici, è straordinariamente per-
suasiva, ma è falsa. E’ straordinariamente fa-
cile, ma stupida. E proprio come dopo Mani
Pulite, tra la facilità della vendetta e la diffi-
coltà di una ristabilita giustizia non sembra
esserci partita. Si era partiti dai mariuoli che
taglieggiavano le imprese e scaricavano il so-
C
vrapprezzo sui bilanci pubblici, si è arrivati
ai mariuoli che taglieggiano direttamente le
istituzioni. Il dato di fondo è questo: che si
è partiti dall’idea che la politica e il suo spe-
cifico “mercato” facessero, per loro natura,
schifo e andassero in qualche misura aboliti
o almeno moralisticamente commissariati,
non resi più trasparenti e efficienti e da questa
idea non ci si è mai davvero allontanati.
Vent’anni di politica usa e getta, di partiti
usa e getta, di maschere usa e getta, girando
intorno a questa sciocchezza arci-italiana.
Dell’ultimo scandalo made in Pdl e tipi-
camente post-pidiellino, cioè angosciosamente
mediocre nella sua origine e nei suoi svolgi-
menti, ancora una volta
si finirà non per trarre
una morale, ma per ali-
mentare un moralismo
nuovo, ritagliato sulla mi-
sura di Batman Fiorito o
della compagnia di giro
che la Polverini un po’ si
è trovata e un po’ si è vo-
luta, portandosela appres-
so per più di due anni, fi-
no a liberarsene – quando
però qualcun altro si era
già liberato di lei. Così pe-
rò, del nuovo moralismo
all’amatriciana, con cui
pure l’ex governatrice sembra intenzionata
a condire la propria politica, si riempiranno
un po’ di piazze e si svuoteranno un po’ di
pance, in attesa che le piazze di svuotino e
altre pance si riempiano. Non più di questo.
CARMELO PALMA
o perfettamente che in questo blog si è
parlato spesso e volentieri di un partito
con la P maiuscola che rappresenti il cen-
trodestra, o se vogliamo la destra italiana,
senza quell’impossibile “Centro” che ha il
disgustoso retrogusto di democristiano. Ma
il “Centro” non necessariamente deve essere
democristiano e non necessariamente deve
essere accomodante e con la tendenza a
mettere il piede in due staffe. Tuttavia, ho
anche io qualcosa da dire in proposito, ma-
gari prendendo spunto da uno status pub-
blicato su
Il Jester
Facebook, ilare, ma allo
stesso tempo capace di farci riflettere. Lo
status è questo: «Cercasi un partito di cen-
trodestra, serio, affidabi-
le, moralmente corretto,
che faccia gli interessi dei
cittadini, che si opponga
alla sinistra, che promuo-
va un programma libera-
le e riformatore, che ab-
bassi le tasse e incentivi
la crescita economica,
che mandi a quel paese
l’Europa della Merkel e
il suo euro del piffero,
che si opponga ai matri-
moni gay e alla conqui-
sta islamica della nostra
cultura, che difenda i va-
lori occidentali e la dignità degli esseri uma-
ni. Astenersi perditempo, sinistri travestiti,
finti-destri traditori e corrotti». Sono più o
meno d’accordo con tutto, se non per una
piccola puntualizzazione: se certamente non
ritengo opportuno introdurre nel nostro
paese i matrimoni gay, quantomeno diamo
S
loro la possibilità di riconoscersi dei reci-
proci diritti, senza però che pretendano dal-
la mano il braccio: e cioè l’adozione di fi-
gli.
La verità è che pare essere possibile co-
struire un partito di centrodestra... o di de-
stra, che incarni, rappresenti e difenda i va-
lori propri della destra liberale e sociale. È
sufficiente che Silvio Berlusconi cacci lette-
ralmente via i democristiani che hanno im-
pestato il partito e con loro i socialisti. Mi
pare sia l’unica mossa possibile per evitare
l’estinzione che con le dimissioni della Pol-
verini e lo scandalo del Lazio diventa sem-
pre più concreta e probabile. Dunque se si
deve costruire un nuovo
partito e se si vuole che
questo partito attiri voti
e consenso, è necessario
liberarsi della zavorra
democristiana e sociali-
sta. La loro tradizione
politica è quella dell’am-
biguità, dell’inciucio, e
del compromesso stori-
co. Non hanno nulla a
che vedere con la rivolu-
zione liberale. Anche
perché se rivoluzione li-
berale non c’è stata in
questi nove anni di go-
verno berlusconiano, la maggiore respon-
sabilità è dovuta alla presenza nel partito
e nel governo dei relitti di un antico e in-
fausto passato che hanno remato contro
qualsiasi istanza riformatrice delle istitu-
zioni e dell’economia italiana.
Democristiani e socialisti
sono la rovina del Pdl
Cercasi una formazione
di centrodestra
che promuova
un programma liberale
che abbassi le tasse
e incentivi la crescita
economica.Astenersi
sinistri travestiti
Il moralismo non pulirà
il marcio della politica
L’illusione che la bonifica
dei partiti passi
dalla rieducazione
etico-stilistica dei politici
e non dalla ricostruzione
delle infrastrutture,
è straordinariamente
persuasiva, ma è falsa
L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 26 SETTEMBRE 2012
6