econdo certi beninformati, le
manifestazioni di piazza allun-
gano la vita al governo Monti, anzi
spianano la strada al robusto Mon-
ti-bis. Questo avverrebbe, secondo
voci di palazzo, perché i poteri forti
si coalizzerebbero per dare a questo
esecutivo ulteriori poteri e, natural-
mente, per confermarlo finché non
si calmi la bufera. «Ragazzi e ope-
rai non agitatevi - grida un sinda-
calista - più sarete violenti e più giu-
stificherete le misure dure del
governo». E non mancano le alter-
native. «Un Monti bis potrebbe du-
rare un annetto, fino al 2014 - so-
stiene un sindacalista Cobas - se
ora ci fosse una violenta rivolta di
piazza, dal Pd al Pdl passando per
Terzo Polo e altri pregherebbero
per un quinquennio Monti».
Il tecnico può agire, il politico
molto meno. Ecco che nei meandri
di forze armate e polizia qualcuno
ventila che, se ci fosse una violenta
rivolta, il governo non cadrebbe.
Anzi al ministro dell’Interno Can-
cellieri verrebbe affiancato (e col
ruolo di sottosegretario davvero
operativo) un generale dell’esercito.
Obiettivo? Sedare ogni anelito “ri-
voluzionario”. L’idea, sempre se-
condo indiscrezioni, non dispiace-
rebbe nemmeno al presidente
Napolitano che, pur di rinforzare
l’esecutivo, non esiterebbe a sospen-
dere qualche piccola libertà costi-
tuzionale. «Occorrerà fare delle
norme più rigorose per chi nei cor-
tei più volte crea disordini, un po’
come ci sono per gli stadi, tipo il
Daspo per i manifestanti; ci sono
diverse proposte in questo senso
che vanno valutate», dice il mini-
stro dell’Interno, Annamaria Can-
cellieri, ai microfoni del
Gr1
.
Le di-
chiarazioni del titolare dell’Interno
giungono puntuali dopo le polemi-
che per gli scontri tra manifestanti
e forze dell’ordine. Scontri che si
S
sono verificati in tutto lo Stivale, e
pare che altri ve ne saranno entro
metà dicembre. Secondo la Cancel-
lieri si può arrivare a varare misure
contro le manifestazioni anche in
questa legislatura. «Anche se questa
è una legislatura tecnica», sottolinea
il ministro. Ma su internet già im-
pazzano i commenti, e molti con-
vengono che proprio il profilo tec-
nico permette che non vi siano
pregiudiziali politiche per i partiti.
I divieti impopolari per i politici
eletti sarebbero un fiore all’occhiel-
lo per chi vuole dimostrarsi in Eu-
ropa forte, dotato di pugno di ferro.
Non è certo un caso che sotto il go-
verno Monti siano spuntati nuova-
mente gli elenchi dei cittadini rite-
nuti “attenzionabili” da parte di
Dcpp (Direzione centrale della po-
lizia di prevenzione) e servizi segre-
ti: pare si tratti di oltre 5mila ita-
liani ritenuti politicamente
pericolosi e capaci d’animare rivolte
contro il potere costituito. A questo
punto, in concordia col titolare del-
la Giustizia (il guardasigilli Severi-
no), potrebbero rianimare i bagni
penali sulle isole. «Per rispondere
all’emergenza carceraria», è stata
la giustificazione di qualche politico
del partito delle tasse e della galera.
RUGGIERO CAPONE
di
MAURIZIO BONANNI
ario Monti si farà in “due”?
Incredibile, ma vero: in que-
sto sfortunato paese, esiste gente
che ci terrebbe ad avere un “Mon-
ti-bis” e a pagare sempre più tasse
con minore sviluppo, concedendo
ancora più tempo a banche e fi-
nanze per ridurci definitivamente
sul lastrico! E, lui, il Mario, che fa
finta di nulla, dicendosi poco inte-
ressato al suo futuro. Lo credo be-
ne: è già senatore a vita per grazia
presidenziale e, male che gli vada,
tornerà alla Bocconi a fare il pro-
fessore. Quelli come lui che aveva-
no promesso di riformare e rivo-
luzionare gli apparati dello stato
ci hanno regalato ancora più con-
fusione di prima, e non a caso: il
governo è nelle mani delle super-
caste burocratiche, con rango di
ministri, che hanno tutto l’interesse
a mantenere le cose come stanno.
Per il contenimento del deficit i
santoni del ministero dell’Econo-
mia e della Ragioneria generale
(
che trovano sempre mille ragioni
per mettere i bastoni tra le ruote
alle riforme) hanno deciso che non
si vendono né il patrimonio pub-
blico, né gli asset dello Stato - mal-
grado presentino una reale appe-
tibilità per il mercato -, pur di non
mettere a rischio i propri privilegi.
E sì, perché se vendi, poi, che c’è
più da amministrare (e da arric-
chirsi amministrando)? Si perdono
importanti posti di controllo nei
consigli di amministrazione e
scompaiono rendite di posizione,
che fruttano parecchie centinaia di
migliaia di euro all’anno ai dirigen-
ti in posizione di vertice.
Miserie umane, direte voi. Esat-
tamente come quelle della politica.
Prendiamo le proteste di piazza de-
gli studenti. Tutti lì a far vedere i
video, per una conta indecente a
M
chi rompe più teste, tra quelli in di-
visa e quegli altri con il passamon-
tagna. E nessuno che chieda a que-
sti giovani che idea abbiano sul
futuro e quali siano, secondo loro,
le vie di uscita ragionevoli per ri-
lanciare la crescita economica e
l’occupazione. Tutti dicono che vo-
gliono più stato (cioè, “più” spese),
quando è chiaro che non ci sono
più risorse, addirittura nemmeno
per pagare le degenze e l’assistenza
ai malati gravi. E i politici? Loro
litigano per mettere in pista Mon-
ti-due, per l’election day e per il
premio di maggioranza, con l’unica
preoccupazione di impedire solu-
zioni che avvantaggino, anche mi-
nimamente, il proprio avversario.
Insomma, un tristissimo spettacolo
da basso impero. Poi, “di là”, ci so-
no Marchionne, la Fiat e quel che
resta dell’operaio-massa, che il re-
sponsabile della Fiom, Maurizio
Landini, impersona alla perfezione.
E, anche qui, siamo alle solite: si
chiede a un’azienda globalizzata
(
Fiat-Chrysler) di comportarsi co-
me se operasse in regime protezio-
nistico, con solide barriere doga-
nali, tali da rendere non
competitivi brand stranieri, netta-
mente superiori per il rapporto
qualità/prezzo.
Del resto, come si fa a tagliare
le mani alla speculazione finanzia-
ria e a un capitalismo industriale
che guarda solo al profitto? Sug-
gerisco di puntare al “capitale da
lavoro” (ovvero: rivoluzionare le
mentalità, facendo sì che gli operai
pensino e agiscano esattamente co-
me i capitalisti). Immaginate se
l’esercito dei metalmeccanici riu-
scisse a convincere ogni singolo la-
voratore a versare a un fondo co-
mune cento euro al mese, pari a
1200
euro all’anno (che moltipli-
cato per un milione fa 1,2 miliar-
di), in modo tale da comprarsi la
Fiat in pochissimi anni, nominando
un nuovo management e deciden-
do le politiche produttive del-
l’azienda dalla stanza dei bottoni
del consiglio d’amministrazione.
Pensate che i nuovi operai-padroni
della Fiat guadagnerebbero meno
di prima? Anzi: potrebbero met-
tersi d’accordo con quelli dell’ac-
ciaio (che, a loro volta, avrebbero
riscattato, con lo stesso procedi-
mento, il siderurgico di Taranto e
tutti gli altri), per acquistarlo a un
prezzo politico”, perché, per i loro
colleghi a rischio di licenziamento,
un po’ di dividendo degli utili è
sempre meglio di nessun salario.
Provate a dirla a Marchionne que-
st’idea: vedrete, non ci dormirà la
notte. Un ultimo suggerimento:
perché non lanciamo l’ipotesi Ma-
rio Draghi come prossimo presi-
dente della Repubblica? Se ha sal-
vato l’euro, ha buone possibilità di
salvare anche noi!
II
POLITICA
II
K
Mario MONTI
«
UnMonti bis potrebbe
durare un annetto, fino
al 2014 - sostiene
un sindacalista Cobas -
ma se ora ci fosse
una rivolta violenta,
tutti pregherebbero
per altri cinque anni»
segue dalla prima
Primarie, elezioni
ed austerità
(...)
Quelle che, come tutti sanno, impon-
gono spese gigantesche che fino ad ora so-
no state sopportate dalle casse dello stato
ma che da adesso in poi, se mai venissero
reintrodotte le preferenze, tornerebbe in
parte ad essere sopportate dai singoli can-
didati.
In un paese afflitto da una crisi economica
spaventosa, dove le aziende chiudono e la
disoccupazione aumenta a ritmi sempre più
preoccupanti e dove l’emergenza ha impo-
sto un regime di austerità tale da provocare
la recessione, circola un fiume di denaro
che tra qualche mese è destinato a diventare
uno vero e proprio tsunami. Il tutto nella
più invereconda ipocrisia di chi predica la
necessità dei sacrifici ed avalla non solo lo
sperpero di soldi pubblici ma anche di quel-
li privati. E nel legittimo timore che per ot-
tenere le somme necessarie prima alle pri-
marie e poi alla campagna elettorale vera
e propria, i singoli candidati ed i partiti
possano ricorrere a quei meccanismi di fi-
nanziamento che dopo aver provocato la
crisi della Prima Repubblica hanno dele-
gittimato e di fatto smantellato anche la
Seconda.
Se anche la Terza dovesse nascere su queste
basi, sarebbe meglio che non vedesse mai
la luce.
ARTURO DIACONALE
Le solite ricette
neo-democristiane
(...) “
Coffee break”, condotto da Tiziana
Panella, che «per portare avanti le riforme
di cui abbisogna il Paese non basta un go-
verno tecnico in quanto, da quel che si è
visto, esso è stato in grado sostanzialmente
di realizzare solo tagli alla spesa». Tagli alla
spesa?
Evidentemente il leader di questa grande
associazione di orientamento cattolico ri-
tiene che, nonostante le impressionanti sa-
lassate fiscali realizzate dal governo dei pro-
fessori, l’ennesima esplosione del debito
pubblico centrale sia compatibile con tagli
alla spesa che, evidentemente, esistono solo
nella sua immaginazione.
Poiché, e qui concludo, Monti tecnico o
Monti sostenuto da una investitura popo-
lare, se non si comincia al più presto a ta-
gliare il mostro di una spesa pubblica che
divora il 55 per cento del prodotto interno
lordo, alleggerendo contestualmente la in-
sostenibile pressione fiscale, tra breve ci tro-
veremo a discutere di default. Altro che fare
squadra!
CLAUDIO ROMITI
Vogliono ilMonti-bis soltanto
per conservare lo status quo
Il partitodelle tasse
(
edellagalera facile)
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MERCOLEDÌ 21 NOVEMBRE 2012
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