II
POLITICA
II
Non premiate i burocrati, date il Nobel aMaggie
di
BORIS JOHNSON
ultima volta che ho control-
lato, il mondo contava sette
miliardi di abitanti. Per il Premio
Nobel per la Pace ci sono candi-
dati di ogni sorta. Tra i paesi in
via di sviluppo, troverete volontari
mesti e pazienti che hanno consa-
crato la loro vita allo scopo di
porre fine agli scontri tribali. Ci
sono agguerriti ecologisti che
combattono per salvare gli abitan-
ti della foresta pluviale dalla di-
struzione. Ci sono donne che lot-
tano
per
l’emancipazione
femminile in Araba Saudita. Nelle
dittature, dall’Uzbekistan alla Co-
rea del Nord, ci sono giornalisti
che rischiano la vita perché si sap-
pia la verità. Ci sono brave perso-
ne, che combattono flagelli di ogni
tipo, dalla fame al traffico di armi,
dalla pirateria alla tratta di esseri
umani.
Quindi non possiamo che chie-
derci quale follia si sia imposses-
sata della giuria durante il pranzo
dell’altro giorno, quando a quel
comitato di meritevoli norvegesi
fu chiesto di nominare il vincitore
del premio di quest’anno. Forse
erano ubriachi; forse era uno di
quei pomeriggi tetri, tipici della
Scandinavia, quando il sole è ca-
lato e attaccarsi all’acquavite è
l’unica alternativa possibile. Qual-
siasi cosa sia successa, devono es-
sere stati fuori di testa per ignora-
re tutti i candidati in carne ed ossa
ed assegnare il premio all’Unione
europea. E per aver portato la pa-
ce in Europa! Si potrebbe anche
assegnare un riconoscimento a
Lance Armstrong per il suo ruolo
nella promozione dei valori dello
sport. Si potrebbe anche suggerire
che Sir Jimmy Savile meriti qual-
che altra medaglia postuma per il
suo egregio impegno nel campo
del volontariato.
Il ruolo dell’Ue nella creazione
della pace in Europa è stato a lun-
go sovrastimato, e temo che la sua
firma elettronica rischi di produrre
l’effetto diametralmente opposto.
C’è, d’altro canto, un essere
umano ancora vivente che sarebbe
stato perfetto per la parte. Ha fat-
to più di chiunque altro per man-
tenere la pace e la democrazia in
Europa. Sabato scorso è stato il
suo 87° compleanno e sarebbe sta-
to bello se il comitato per il Nobel
glielo avesse finalmente ricono-
sciuto. Avrebbe potuto fare am-
menda per la vergognosa decisione
presa dalla sua università di rifiu-
tarle il dottorato ad honorem – e
ora ci dimentichiamo che quei ma-
leducati dei presidi di Oxford pro-
testarono per la sua scelta di far
pagare l’università agli studenti
stranieri, quando quelle stesse tas-
se sono ora fondamentali per
l’istruzione superiore e perché i
presidi continuino a bere sherry.
Sì, invece di dare il premio a
un agglomerato di brutti palazzi
di vetro a Bruxelles, il comitato
del Nobel avrebbe dovuto asse-
gnarlo a Margaret Hilda Thatcher.
Per capire perché la Baronessa
Thatcher meriti il premio Nobel
per la pace in Europa, basta pen-
sare all’assurdità di darlo all’Ue.
Non è stato il Mercato Comune a
portare la pace in Europa nel
1945.
Temo siano state una serie
di altre istituzioni: l’Armata Rossa,
L’
I Marines americani, il Royal Air
Force Bomber Command. Hanno
effettivamente aiutato a placare il
continente, sebbene non penseresti
di assegnar loro un premio per la
pace.
L’Ue non è stata la forza che ha
aiutato a mantenere la pace du-
rante la Guerra Fredda. La mag-
gior parte della gente sarà d’ac-
cordo nel dire che è stato il lavoro
della Nato, e la minaccia di rap-
presaglie contro l’aggressione so-
vietica. Non è stata l’Ue a fare te-
sta a testa con la Russia sul
piazzamento di missili sovietici in
Europa. Sono stati Reagan e la
Thatcher. Sono state le sue idee di
democrazia del libero mercato che
hanno ispirato i popoli e i politici
dell’Europa dell’Est – e in alcuni
casi lo fanno ancora. Perché non
onorare lei, piuttosto che una bu-
rocrazia?
E guardate dove la macchina
europea ci sta portando proprio
adesso? Il programma catastrofico
dell’unione monetaria sta conti-
nuando ad impoverire il popolo
greco e gran parte dell’Europa me-
diterranea. (...) Il motivo per cui i
greci iniziano a travestirsi da na-
zisti è che si sentono calpestati e
umiliati esattamente come si sen-
tirono quando la svastica sventolò
sopra il Partenone. Adesso pro-
poniamo di dare alle istituzioni
europee un controllo formale sulle
tasse dell’eurozona e sulla politi-
che di spesa – il che significa: con-
trollo tedesco. Ben lungi dal porre
fine alle tensioni tra le nazioni eu-
ropee, il progetto dell’euro le sta
massicciamente incrementando.
Si dice spesso che non è mai
successo che due democrazie siano
state in guerra tra loro. Ma quan-
do ci si fa scherno della democra-
zia, e si consegna formalmente il
potere decisionale sulle tasse e sul-
la spesa ad un potere straniero, si
creano le condizioni per guai seri.
Ieri Vince Cable ci ha messo in
guardia riguardo alle conseguenze
“
assolutamente incalcolabili” di
un possibile scioglimento dell’eu-
rozona – ma cosa crede che stia
accadendo? Stiamo già vedendo
partiti neofascisti ad Atene e l’ago-
nia della Grecia e inarrestabile.
Tutto questo la Baronessa
Thatcher l’aveva previsto. Nel suo
discorso di Burges, nel 1988, ci
mise in guardia contro i pericoli
del tentativo di creare un’identità
europea, quando i popoli delle na-
zioni europee sono così diversi nei
loro costumi e nei loro sistemi
produttivi. Ci mise in guardia con-
tro la politica della moneta unica
e si dichiarò apertamente contraria
alla mancanza di democrazia del
progetto. Aveva perfettamente ra-
gione.
Secondo José Manuel Barroso,
presidente della Commissione eu-
ropea, il Premio Nobel è per tutti
noi, nel senso che è diretto a tutti
i 500 milioni di cittadini europei.
Bene, per conto di milioni di noi,
suggerisco di rifiutare questo pre-
mio insignificante per un’istituzio-
ne che ha assolutamente sbagliato
tutte le previsioni, e insisto perché
venga consegnato ad una donna
che e le ha indovinate assoluta-
mente tutte. La Thatcher, non l’Ue,
ha capito qual è il percorso per la
pace in Europa.
(
traduzione di Irene Selbmann)
L’ex Primo ministro
britannicoMargaret
Thatcher ha fatto molto
di più per promuovere
la pace in Europa
di quanto abbia fatto
l’Unione europea:
lo sostiene il sindaco
di Londra Boris Johnson
in un articolo pubblicato
dal Telegraph.
“
L’Ue non è stata
la forza che ha aiutato
a mantenere la pace
durante la Guerra
fredda. La maggior parte
della gente sarà
d’accordo nel dire
che è stato il lavoro
della Nato, e la minaccia
di rappresaglie contro
l’aggressione sovietica.
Non è stata l’Ue
a fare testa a testa
con la Russia
sul piazzamento
di missili sovietici
in Europa. Sono stati
Reagan e la Thatcher.
Sono state le sue idee
di democrazia del libero
mercato che hanno
ispirato i popoli
e i politici dell’Europa
dell’Est, e in alcuni casi
lo fanno ancora. Perché
non onorare lei,
piuttosto
che una burocrazia?
L’OPINIONE delle Libertà
MARTEDÌ 16 OTTOBRE 2012
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