Direttore ARTURO DIACONALE
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Mercoledì 15 Agosto 2012
delle Libertà
Un appello fusionista per La Russa e Frattini
e La Russa tira da una parte
minacciando di dare vita alla
riedizione ridotta di An o del Msi
e Frattini tira dall’altra lasciando
intendere di essere disponibile a
confluire con Casini dopo essersi
liberato della zavorra ex-missina,
il Pdl è pronto per una scissione
che potrebbe servire a salvare il
futuro politico personale degli
stessi La Russa e Frattini ma che
servirebbe solo a spianare la stra-
da alla formazione di un governo
sinistra-centro guidato da Bersani
e caratterizzato dalla partecipa-
zione marginale dell’Udc e degli
spezzoni centristi del Pdl.
È probabile che né La Russa,
S
né Frattini pensino sul serio al-
l’ipotesi della scissione. E che evo-
chino questo fantasma solo per
conservare il proprio spazio ed il
proprio ruolo nel partito fondato
da Berlusconi. Ma a scherzare con
il fuoco si rischia di provocare
inavvertitamente degli incendi.
Che sarebbero particolarmente
dannosi - per gli incauti piromani,
per il Pdl ed in generale per l’in-
tero quadro politico nazionale -
in quanto segnati solo da una di-
sperata esigenza di sopravvivenza
personale e non da una qualche
spinta ideale capace di risvegliare
le molte energie sopite o disilluse
degli elettori del centrodestra.
Dietro La Russa, in sostanza,
non c’è una qualche idea di come
debba essere una destra moderna
nel nostro paese. Soprattutto, non
c’è una qualche spinta sincera e
credibile verso il recupero di quei
valori nazionali (ma non naziona-
listici) che dovrebbero caratteriz-
zare sempre e comunque una de-
stra decisa a non lasciarsi mai più
rinchiudere nel ghetto della irrile-
vanza politica. C’è, in compenso,
il richiamo all’identità delle origi-
ni. Ma si tratta di una identità che
non si è evoluta e che nel corso
degli anni ha perso progressiva-
mente le forme originarie senza
assumerne altre nuove ed adegua-
te al tempo presente. L’esperienza
dentro il Pdl avrebbe dovuto tra-
sformare gli ex An in una compo-
nente di destra nazionale e liberale
del partito plurale realizzato dal
Cavaliere per essere al passo con
il sistema bipolare. Ma l’idea na-
zionale, a dispetto del fallimento
evidente dell’Europa burocratica
(non a caso sostenuta dalla sini-
stra orfana del comunismo), non
è stata minimamente coltivata. E
l’idea liberale è stata in gran parte
respinta da parte di chi è ancora
fermo al dirigismo statalista che
produce burocrazia ed assistenzia-
lismo.
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2
Schwazer: quel processo stalinista in diretta tv
va bene. Alex Schwazer ha sba-
gliato. Dopo aver vinto ad Ate-
ne la medaglia d’oro, ha voluto per-
petuare in modo assurdo il proprio
stato psicofisico nel corso del tempo,
ha voluto insomma fermare il tem-
po, in tal modo commettendo un
delitto simile a quello di Faust, il
quale – ci narra Goethe – per fer-
mare «l’attimo che è bello», vende
l’anima al diavolo. Il nostro atleta
invece che al diavolo, l’anima, ha
pensato bene di venderla alla droga,
assumendone per settimane una
quantità tale che, secondo lui, lo
avrebbe molto agevolato in gara.
Egli insomma ha bassamente barato
e perciò si è sottratto al puro diver-
E
timento tipico dello sport; non ha
voluto più giocare nel momento
stesso in cui ha deciso di assumere
quelle sostanze, dimostrando pur-
troppo di non essere un vero gioca-
tore: infatti, chi ama davvero il gio-
co non bara, perché il rischio di
perdere è inseparabile dal piacere di
vincere.
Tuttavia, detto questo, e precisa-
to che le sanzioni (sportive ed ordi-
narie) che lo colpiranno saranno
pienamente giustificate, va aggiunto
dell’altro. In particolare, chi abbia
avuto modo di assistere giorni or
sono alla conferenza stampa da lui
tenuta davanti a decine di giornalisti
e ripresa in televisione non credo
abbia potuto sottrarsi ad un moto
di fastidio e raccapriccio. Schwazer
era sempre ripreso da una telecame-
ra fissa in primo piano, le voci dei
giornalisti che ponevano domande
erano sempre provenienti da fuori
campo, nessun altro veniva ripreso;
le domande erano ovviamente le più
varie, molte attinenti al mondo della
sport e della droga, ma altre alla vita
privata dell’atleta, ai suoi affetti, agli
aspetti più intimi della sua vita;
Schwazer, compunto e rassegnato,
rispondeva a tutti, spesso piangendo,
consegnandosi inerme a ciò che in
effetti sembrava soltanto un barba-
rico rito collettivo di espiazione. E
questo per oltre due ore filate.
Avete presente le conferenze
stampa predisposte dal Politburo
sovietico quando un dissidente do-
veva pubblicamente confessare i
propri crimini antisovietici, prima
di partire per la Siberia ed essere in-
ghiottito per decenni da uno dei tan-
ti campo di lavoro? Ecco –
mutatis
mutandis
– e cioè dando per scon-
tato che i dissidenti fossero innocenti
e l’atleta colpevole, la sensazione è
stata simile, e perciò raccapricciante.
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2
di
VINCENZO VITALE
La medaglia d’oro
di Pechino ha sbagliato.
E pagherà il giusto.
Ma quella conferenza
stampa, in stile sovietico,
ce la potevano davvero
risparmiare.Meglio
l’idea di Gianni Petrucci,
presidente del Coni,
sulla lotta al doping
di
ARTURO DIACONALE
Invito agli ex ministri:
la smettano di lanciare
minacce ed avvertimenti
scissionistici. Comincino
a riflettere sulla necessità
che il Pdl sia il partito
unitario dell’idea
nazionale e dell’idea
liberale. La fusione
è meglio della scissione
Acqua, gas e rifuti: si paga il doppio
K
Negli ultimi 10 anni, in Italia, le
tariffe hanno subito solo aumenti verti-
ginosi. Anche dove ci sono state le libe-
ralizzazioni. Lo dice uno studio
commissionato dalla Cgia di Mestre: a
fronte di un incremento del costo della
vita pari al 24%, «le bollette dell’acqua
sono cresciute del 69,8%, quelle del gas
del 56,7%, quelle della raccolta rifiuti del
54,5%, i biglietti ferroviari del 49,8%, i
pedaggi autostradali del 47,5%, l’energia
elettrica del 38,2% e i servizi postali del
28,7%». Solo la telefonia ha subito un
decremento del prezzo, con un misero -
7,7% cui tocca il ruolo del Pollicino in
mezzo ad una simile selva di rincari a
due cifre più decimale al seguito.
Sembra dunque che l’unico risultato
tangibile delle liberalizzazioni “Made in
Italy” sia stato quello di far lievitare il
numero delle Authority: ce ne sono già
quattordici, altre due sono però in dirit-
tura d’arrivo, salvo cambiamenti di rotta.
Svolgono il ruolo di garanti, vigilando
sul corretto mantenimento della libera
concorrenza in questo. Ma, oltre a co-
stare care, forse non lavorano abba-
stanza. Perché le bollette crescono.