Direttore ARTURO DIACONALE
        
        
          Fondato nel 1847 - Anno XVII  N.288 - Euro 1,00
        
        
          DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1 - DCB - Roma / Tariffa ROC Poste Italiane Spa Spedizione in Abb. postale
        
        
          Martedì 11 Dicembre 2012
        
        
          delle Libertà
        
        
          
            Il Pd voleva vincere per assenza di avversario
          
        
        
          irritazione e la rabbia per la
        
        
          ridiscesa in campo di Silvio
        
        
          Berlusconi non riguarda affatto la
        
        
          persona del Cavaliere. Anche chi lo
        
        
          accusa di aver provocato il disastro
        
        
          del paese dal 2008 allo scorso anno
        
        
          sa bene che si tratta di una tragica
        
        
          bugia. Perché l’Italia non paga l’ul-
        
        
          timo berlusconismo ma i quattro
        
        
          decenni precedenti segnati dal patto
        
        
          irresponsabile tra capitalismo fami-
        
        
          liare, confederazioni sindacali e
        
        
          grandi partiti clientelari tesi a sca-
        
        
          ricare sullo stato e sulle future ge-
        
        
          nerazioni i costi insopportabili dello
        
        
          stato burocratico-assistenziale. E
        
        
          non è neppure vero che l’immagine
        
        
          del Cavaliere getta una ombra di ri-
        
        
          
            L’
          
        
        
          dicola instabilità sul paese agli occhi
        
        
          delle cancellerie europee o dei mer-
        
        
          cati internazionali. Perché sul leader
        
        
          del Pdl si appuntano i pregiudizi
        
        
          stranieri che riguardano non la per-
        
        
          sona ma l’Italia nel suo complesso,
        
        
          cioè un paese che non ha saputo re-
        
        
          cuperare in settant’anni la sovranità,
        
        
          l’identità e l’indipendenza perdute
        
        
          con la sconfitta rovinosa nella se-
        
        
          conda guerra mondiale e che viene
        
        
          sempre visto come il “ventre molle”
        
        
          dell’Europa. E non perché la secon-
        
        
          da potenza industriale europea lo
        
        
          sia effettivamente, ma perché il pre-
        
        
          giudizio anti-italiano serve a soste-
        
        
          nere gli interessi nazionali di Ger-
        
        
          mania e Francia e dei loro satelliti
        
        
          in una Europa priva di una propria
        
        
          identità politica. L’irritazione e la
        
        
          rabbia nei confronti della ridiscesa
        
        
          in campo di Berlusconi nasce, allora,
        
        
          da una ragione diversa. Che è rap-
        
        
          presentata dalla pretesa, bizzarra in
        
        
          qualsiasi altro paese del mondo ma
        
        
          perfettamente comprensibile nel no-
        
        
          stro, secondo cui la sinistra e chi fa
        
        
          parte del sistema di alleanze dei
        
        
          post-comunisti dovrebbe avere per
        
        
          diritto storico (o forse anche divino)
        
        
          il monopolio esclusivo della politica
        
        
          nazionale. Ciò che irrita e suscita
        
        
          sdegno, condanna ed esecrazione (la
        
        
          formula politicamente corretta degli
        
        
          anni ‘70), in sostanza, è che possa
        
        
          tornare a riaffiorare una qualche al-
        
        
          ternativa politica alla sinistra italia-
        
        
          na. In pratica, che il Pd possa avere
        
        
          un antagonista, magari azzoppato
        
        
          per via giudiziaria, demonizzato per
        
        
          via mediatica, indebolito per via eco-
        
        
          nomica e finanziaria. E che questo
        
        
          avversario, benché messo in ginoc-
        
        
          chio, svillaneggiato e ridicolizzato
        
        
          in lungo ed in largo, abbia addirit-
        
        
          tura l’ardire di rialzare la testa e ri-
        
        
          scendere in campo per giocare la
        
        
          partita elettorale. Non è Berlusconi,
        
        
          allora, il vero bersaglio della irrita-
        
        
          zione e dello stupore indignato. È il
        
        
          popolo del centrodestra. Quello che
        
        
          un tempo, nella sua qualità di “mag-
        
        
          gioranza silenziosa”, non aveva...
        
        
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            Monti, da premier a“legittimatore”di Bersani?
          
        
        
          ennesima ricandidatura di Ber-
        
        
          lusconi è un atto di disperata
        
        
          resistenza – personale e politica –
        
        
          dal cortissimo respiro. Non ha al-
        
        
          cuna possibilità di vincere, ma pro-
        
        
          prio per questo attribuire la reazione
        
        
          dei mercati al timore per un suo
        
        
          possibile ritorno al governo è azzar-
        
        
          dato. Le cancellerie europee e la co-
        
        
          munità finanziaria non lo amano di
        
        
          certo, ma non ne temono il ritorno
        
        
          a Palazzo Chigi. A spaventare, sem-
        
        
          mai, è la possibilità che l’uscita di
        
        
          scena di Monti sia definitiva e che
        
        
          le elezioni le vinca Bersani. Una let-
        
        
          tura – non molto lusinghiera per il
        
        
          Cav ma nemmeno per il segretario
        
        
          del Pd – che onestamente non si può
        
        
          
            L’
          
        
        
          escludere. È già stato detto tutto il
        
        
          peggio della ri-discesa in campo del
        
        
          Cav, ma non che ha trovato dei
        
        
          complici inconsapevoli in quanti
        
        
          hanno sbagliato tutto negli ultimi
        
        
          12
        
        
          mesi. Ogni volta che ha fatto un
        
        
          mezzo passo indietro, quelli che
        
        
          avrebbero dovuto/potuto sostituirlo,
        
        
          alcuni dotati di risorse consistenti e
        
        
          autorevolezza mondiale, per una ra-
        
        
          gione o per l’altra non hanno mai
        
        
          fatto un mezzo passo in avanti. Era
        
        
          proprio la via più sicura cercare di
        
        
          “
        
        
          rottamarlo”, stringergli un cappio
        
        
          politico e giudiziario intorno al col-
        
        
          lo, invece di riconoscergli un ruolo
        
        
          di co-fondatore di un nuovo centro-
        
        
          destra? L’errore è stato pensare che
        
        
          gli italiani insieme a Berlusconi vo-
        
        
          lessero liquidare il bipolarismo e una
        
        
          certa idea di centrodestra. Tutte, ma
        
        
          proprio tutte le operazioni volte al
        
        
          superamento del berlusconismo (Ca-
        
        
          sini, Montezemolo, Alfano dall’in-
        
        
          terno) si sono rivelate operazioni
        
        
          “
        
        
          centriste”. Mirano cioè a liquidare
        
        
          anche il bipolarismo, a costruire un
        
        
          grande centro perno del sistema, che
        
        
          da una parte, alla sua destra, isole-
        
        
          rebbe la Lega, lo zoccolo duro ber-
        
        
          lusconiano, la destra ex missina,
        
        
          nonché i pochi, e poveri, liberisti, e
        
        
          dall’altra non chiuderebbe certo le
        
        
          porte ad un’alleanza con il Pd o con
        
        
          la sua componente riformista. Pec-
        
        
          cato che queste operazioni non de-
        
        
          collano, il “popolo” di centrodestra
        
        
          sembra ancora affezionato allo sche-
        
        
          ma bipolare di un centrodestra “fu-
        
        
          sionista”, alternativo alla sinistra.
        
        
          Se tutti avessero avuto lo stesso pro-
        
        
          getto – un centrodestra alternativo
        
        
          al centrosinistra in uno schema bi-
        
        
          polare – Berlusconi probabilmente
        
        
          avrebbe accettato di prendersene al-
        
        
          cune “quote” e di farsi da parte (so-
        
        
          stituito da Monti, da Montezemolo,
        
        
          o persino da Alfano).
        
        
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          di
        
        
          
            FEDERICO PUNZI
          
        
        
          L’ipotesi più probabile
        
        
          è che il presidente
        
        
          del Consiglio non si
        
        
          esponga, ma nemmeno
        
        
          resti in silenzio, durante
        
        
          la campagna elettorale.
        
        
          Preparandosi a svolgere
        
        
          un ruolo“legittimante”
        
        
          per il prossimo
        
        
          governo di centrosinistra
        
        
          di
        
        
          
            ARTURO DIACONALE
          
        
        
          Non è Silvio Berlusconi
        
        
          il vero bersaglio
        
        
          della irritazione
        
        
          e dello stupore
        
        
          indignato di queste ore.
        
        
          Il bersaglio è il popolo
        
        
          del centrodestra:
        
        
          quella“maggioranza
        
        
          silenziosa”che per 20
        
        
          anni ha creduto nel Cav
        
        
          
            Bersani aMonti: puoi restare a casa
          
        
        
          K
        
        
          
            «
          
        
        
          
            Ho sempre detto che Mario
          
        
        
          
            Monti deve essere ancora utile per il
          
        
        
          
            paese, per questo sarebbe meglio che
          
        
        
          
            rimanesse fuori dalla contesa». Lo ha
          
        
        
          
            detto il segretario del Pd rispondendo a
          
        
        
          
            chi gli ha chiesto cosa ne pensasse di
          
        
        
          
            un impegno del premier alle prossime
          
        
        
          
            elezioni. Insomma: “Caro Mario, tante
          
        
        
          
            grazie, ma stavolta per Palazzo Chigi
          
        
        
          
            faccio da me”. Sul fatto che questo
          
        
        
          
            fosse il senso delle parole del segreta-
          
        
        
          
            rio Democratico non ha sollevato dubbi
          
        
        
          
            nemmeno la frettolosa precisazione:
          
        
        
          
            «
          
        
        
          
            Ognuno sceglie come crede - ha ag-
          
        
        
          
            giunto Bersani - e fa le proprie valuta-
          
        
        
          
            zioni con serenità. Non ho la volontà di
          
        
        
          
            inibire in alcun modo le scelte perso-
          
        
        
          
            nali di Monti». Secondo Pier Luigi Ber-
          
        
        
          
            sani, in futuro ci sarà «l’esigenza di
          
        
        
          
            avere (con Monti) un rapporto in nome
          
        
        
          
            dell’Italia». Che cosa significhi non l’ha
          
        
        
          
            precisato, lasciando aperta la porta
          
        
        
          
            anche a congetture quirinalesche.
          
        
        
          
            Certo è che dopo averla faticosamente
          
        
        
          
            spuntata alle primarie del controsini-
          
        
        
          
            stra contro, Bersani non è intenzionato
          
        
        
          
            a restarsene a “smacchiare i leopardi”
          
        
        
          
            per un loden-bis.