uardando alla posizione geografica delle
missioni Nato, Ue e Onu cui l’Italia
partecipa, è evidente come – a parte poche
marginali eccezioni – esse siano concentrate
in un “arco di crisi” che va dal Maghreb
all’Afghanistan passando per i Balcani, il
Medio Oriente, il Corno d’Africa e il Golfo
Persico. Questa regione del mondo in gran
parte coincide con il Mediterraneo “allar-
gato”, identificato come area geografica
prioritaria per gli interessi nazionali da do-
cumenti approvati dalle autorità politico-
militari italiane. L’intensificarsi in quest’area
delle missioni italiane negli ultimi 20 anni
dipende non solo dal mutato contesto stra-
tegico del periodo post
Guerra fredda, che ha vi-
sto il moltiplicarsi delle
crisi, ma anche dal fatto
che le missioni interna-
zionali sono diventate
uno strumento sempre
più importante e visibile
della politica estera – non
solo per l’Italia.
In conclusione, la con-
centrazione geografica
delle missioni internazio-
nali in tale regione, non-
ché il fatto che la mag-
gior parte di esse sia
condotta in ambito Nato e Ue, è funzionale
all’impostazione della politica estera italiana
basata dal secondo dopoguerra, secondo
una diffusa analisi, su tre “cerchi”: europeo,
transatlantico e mediterraneo. Tre cerchi che
rappresentano delle dimensioni sia geogra-
fiche che funzionali nelle quali vanno difesi
G
e sostenuti gli interessi nazionali italiani. La
dimensione europea mira sia al manteni-
mento di pace, sicurezza e stabilità in Euro-
pa, in primis nel Balcani, ma non solo, sia
al perseguimento di una processo di inte-
grazione che, anche nel campo della difesa,
sia favorevole o per lo meno compatibile
con gli interessi italiani.
La dimensione transatlantica mira al
mantenimento di pace, sicurezza e stabilità
in Europa tramite il rapporto con gli Stati
Uniti, in modo complementare al cerchio
europeo, e implica il contributo a missioni
in teatri come l’Afghanistan prioritari per
la Nato. La dimensione mediterranea infine
raggruppa una serie di
interessi italiani – dalla
sicurezza dei confini ri-
spetto ad immigrazione
clandestina e traffici ille-
citi alla sicurezza energe-
tica, dall’apertura e pro-
tezione delle rotte
commerciali alla proie-
zione economica del si-
stema-paese – tutelati at-
traverso una rete di
rapporti bilaterali e attra-
verso l’impegno delle or-
ganizzazioni espressioni
delle altre due dimensio-
ni, Ue e Nato, sul fronte Mediterraneo. In
tutti e tre i cerchi, le missioni internazionali
rappresentano uno strumento necessario,
insostituibile, e relativamente efficace ed ef-
ficiente per perseguire l’interesse nazionale.
ALFONSO LA MARMORA
costo di andare controcorrente noi ab-
biamo spesso preso posizioni difficili.
Da sempre abbiamo sostenuto che l’evasione
in Italia è un falso problema se non una vera
e propria bufala. Da sempre abbiamo soste-
nuto che non era lo stipendio di Scilipoti a
dover fare indignare ma quello che avveniva
nei comuni, nelle province e nelle regioni.
Abbiamo parlato al vento per anni poiché
tutto il bel mondo della politica da salotto
televisivo e dell’informazione con la schiena
dritta era concentrato sulle feste ad Arcore
o su cosa serviva il ristorante della Camera.
Oggi il governo, gli intellettuali, i politici tutti
si accorgono del fiume di danaro pubblico
che ogni giorno da decen-
ni viene letteralmente but-
tato nel cesso. Il problema
in Italia non è Tangento-
poli o Evasoropoli ma
Sperperopoli. Il livello di
corruzione in Italia è alto
come in tutti i paesi con
una burocrazia invadente.
Non ci vuole molto per
capire questi semplici ra-
gionamenti. Il vero guaio
tutto italiano e lo sperpe-
ro di danaro pubblico che
avviene senza controlli e
senza vergogna a tutti i li-
velli della Pubblica Amministrazione a partire
dagli enti locali. Come tutti gli scandali bi-
sogna vigilare affinché anche questo finisca
per essere riversato tutto sul centrodestra.
Non si capisce perché si è parlato del Lazio-
gate e non di Puglia-gate. Non si capisce tutto
questo accanimento contro l’unica regione
A
con i conti a posto. Non si capisce perché
Fiorito viene trattato come un criminale
quando tutti i gruppi del Consiglio regionale
del Lazio hanno fatto le stessisime cose. Cam-
biare le regole, non gli uomini. Lo spendac-
cione Zingaretti non è meglio della Polverini
che non è stata meglio di Marrazzo. Bisogna
stare attenti alle strumentalizzazioni perché
anche stavolta è stato scoperto un segreto di
Pulcinella. Come si fa a fidarsi di una infor-
mazione e di una magistratura che fa scop-
piare scandali ad orologeria? Ammettere fi-
nalmente che non è possibile tartassare
piccole e medie imprese, famiglie per conti-
nuare a mantenere enti pubblici locali asso-
lutamente inutili, spreconi
e gestiti dagli amici degli
amici. L’Italia si può risol-
levare tagliando la spesa
pubblica, senza vendere i
gioielli di famiglia come
voleva fare Prodi e come
vuole fare Monti ma eli-
minando le Province. Noi
abbiamo molti dubbi per-
ché già nell’aria si sente
profumo non di rinnova-
mento, ma di bufala.
Cambiano le facce cam-
biano i nomi, si cercano
capri espiatori ma alla fi-
ne la risposta a questa crisi che tutta la classe
dirigente italiana e non solo i politici sta dan-
do è sempre la stessa: cambieremo i nomi,
scelti tra gli amici degli amici ma più giovani,
più belli e tutto rimarrà come prima.
GIUSEPPE DEL GIUDICE
latorrenormanna.wordpress.com
Nel paese di Sprecopoli
i guai sempre delladestra
Tutti si accorgono
del fiume di danaro
pubblico che ogni giorno
viene letteralmente
buttato al macero.
Bisogna evitare che tutto
venga utilizzato solo
contro il centrodestra
I tre“cerchi”concentrici
delle feluche italiane
Europa,Atlantico
e Mediterraneo
costituiscono le aree
dove vengono sostenuti
i nostri interessi
nazionali. In tutti
e tre i casi, le missioni
sono fondamentali
L’OPINIONE delle Libertà
SABATO 6 OTTOBRE 2012
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