Direttore ARTURO DIACONALE
        
        
          Fondato nel 1847 - Anno XVIII  N.4 - Euro 1,00
        
        
          DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1 - DCB - Roma / Tariffa ROC Poste Italiane Spa Spedizione in Abb. postale
        
        
          Domenica 6 Gennaio 2013
        
        
          delle Libertà
        
        
          
            Monti leader dei moderati, un’occasione sprecata
          
        
        
          er un attimo alcuni di noi (non
        
        
          tutti,  a dire il vero) avevano
        
        
          accarezzato l’idea di un Mario
        
        
          Monti possibile federatore dei mo-
        
        
          derati. L’operazione era rischiosa
        
        
          ma il deserto di idee attuale faceva
        
        
          intravedere un’oasi anche laddove,
        
        
          con ogni probabilità, non vi era
        
        
          traccia alcuna né di acqua né di ri-
        
        
          storo. Il bocconiano chiamato
        
        
          
            co-
          
        
        
          
            ram populo
          
        
        
          alla Presidenza del
        
        
          Consiglio per salvare il paese dal
        
        
          baratro si è lasciato corteggiare a
        
        
          lungo. Per molto tempo è parso
        
        
          ostaggio dei diktat del Partito De-
        
        
          mocratico (soprattutto sul tema
        
        
          della riforma del mercato del la-
        
        
          voro), poi il gesto politicamente
        
        
          
            P
          
        
        
          molto rilevante di volare a Bruxel-
        
        
          les al vertice PPE ha fatto credere
        
        
          a tutti che fosse possibile un ritor-
        
        
          no di fiamma con la maggioranza
        
        
          che nel 1994 lo inviò in Europa
        
        
          come Commissario. I politici, in
        
        
          un paese normale, si giudicano
        
        
          sempre e comunque con due metri
        
        
          abbastanza oggettivi: uno misura
        
        
          quello che dicono e i programmi
        
        
          che scrivono, l’altro rende conto
        
        
          dei risultati ottenuti. Berlusconi è
        
        
          un campione nel primo caso e a
        
        
          lungo ha narrato un paese e un
        
        
          centrodestra che esistevano proba-
        
        
          bilmente solo nel suo personale im-
        
        
          maginario. Ad onor del vero va
        
        
          detto che quella lirica più o meno
        
        
          liberale si scontrava, in campagna
        
        
          elettorale e non solo, con parole
        
        
          d’ordine uguali e contrarie;  tese
        
        
          alla demonizzazione del libero
        
        
          mercato, dell’iniziativa privata e
        
        
          inneggianti alla bellezza delle im-
        
        
          poste e all’importanza di redistri-
        
        
          buire il reddito. E’ chiaro che molti
        
        
          si sono fidati. Non perché Berlu-
        
        
          sconi fosse affidabile ma semplice-
        
        
          mente perché, al netto delle cose
        
        
          che faceva, era almeno l’unico in
        
        
          grado di dire qualcosa di centro-
        
        
          destra. La realtà ha dimostrato con
        
        
          pugno duro che il mare che divide
        
        
          parole e azioni si è fatto ormai non
        
        
          più navigabile e che il Cavaliere
        
        
          non riesce a incantare nemmeno
        
        
          la sua tradizionale base di consen-
        
        
          so. Per i popolari, liberali, conser-
        
        
          vatori di questo paese la riva op-
        
        
          posta non è un approdo appetibile
        
        
          nemmeno fingendo di non cono-
        
        
          scere la storia personale e politica
        
        
          dei leader del centrosinistra nazio-
        
        
          nale. Niente, dalle parole d’ordine
        
        
          ai modi spicci con cui hanno liqui-
        
        
          dato il “fenomeno” di Matteo Ren-
        
        
          zi, lascia intravedere un seppur mi-
        
        
          nimo barlume di socialdemocrazia
        
        
          in salsa blairiana o clintoniana.
        
        
          Non ci sarebbe piaciuto comunque
        
        
          ma avremo riconosciuto a quella
        
        
          posizione un ritardo di soli 20 anni
        
        
          con il resto del pianeta terra.
        
        
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            La deriva sovietica del sindacalismo italiano
          
        
        
          el corso della puntata di
        
        
          
            Ber-
          
        
        
          
            saglio mobile
          
        
        
          del 3 gennaio,
        
        
          talk di approfondimento politico
        
        
          condotto da Mentana su La7, ho
        
        
          ascoltato un lungo sproloquio del
        
        
          capo della Fiom Landini, innamo-
        
        
          rato pazzo della cosiddetta pianifi-
        
        
          cazione democratica. Pur conoscen-
        
        
          do la sinistra caratura del
        
        
          personaggio, mi ha colpito la lun-
        
        
          ghezza di un elenco di piani politi-
        
        
          co-burocratici con cui, a suo vedere,
        
        
          la mano pubblica dovrebbe rilan-
        
        
          ciare la crescita economica del no-
        
        
          stro disgraziatissimo Paese.
        
        
          Sembrava di assistere alla rela-
        
        
          zione di un eminente esponente del
        
        
          famigerato Gosplan, l’organo so-
        
        
          
            N
          
        
        
          vietico creato per realizzare i noti
        
        
          piani quinquennali di staliniana me-
        
        
          moria. Roba d’altri tempi dunque;
        
        
          ma ciononostante questo ingom-
        
        
          brante personaggio ha espresso il
        
        
          suo evidente delirio ideologico co-
        
        
          me se stesse spiegando al popolo
        
        
          dei telespettatori sintonizzati verità
        
        
          assolutamente rivelate. Eppure non
        
        
          è solo nella testa di Landini che al-
        
        
          berga l’idea di uno sviluppo da rea-
        
        
          lizzare attraverso una decisione del-
        
        
          la sfera politico-burocratica.
        
        
          A credere che si possa invertire
        
        
          l’andamento del Pil, aumentando
        
        
          conseguentemente consumi, inve-
        
        
          stimenti e occupazione, a colpi di
        
        
          decreti c’è una buona parte dei pro-
        
        
          tagonisti che si sfideranno nelle
        
        
          prossime elezioni politiche, Bersani
        
        
          e Vendola in testa.
        
        
          Tanto è vero che soprattutto a
        
        
          sinistra, ma non solo, viene ripetuto
        
        
          il mantra di una ricetta in grado au-
        
        
          mentare la crescita e, soprattutto,
        
        
          l’occupazione stabile. Proprio su
        
        
          quest’ultimo aspetto lo stesso se-
        
        
          gretario del Pd sta insistendo quasi
        
        
          ossessivamente da mesi, corrobo-
        
        
          rando implicimante la succitata vi-
        
        
          sione del mondo di Landini.  In un
        
        
          fritto misto di nuove tasse -su tutte
        
        
          una feroce patrimoniale sui ricchi
        
        
          o presunti tali- e di interventi vete-
        
        
          ro-keynesiani, Bersani e il suo pu-
        
        
          pillo Fassina vorrebbero convincere
        
        
          gli italiani che questa rappresenta
        
        
          l’unica strada per raddrizzare la ba-
        
        
          racca, dando un futuro meno fosco
        
        
          alle nuove generazioni. Una impo-
        
        
          stazione che, d’altro canto, grandi
        
        
          Paesi dell’Occidente stanno seguen-
        
        
          do con esiti a dir poco catastrofici.
        
        
          Basti osservare la situazione dram-
        
        
          matica dell’America di Obama,
        
        
          portata dal leader mondiale del par-
        
        
          tito della spesa pubblica sull’orlo
        
        
          del baratro.
        
        
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          di
        
        
          
            CLAUDIO ROMITI
          
        
        
          In Italia gli eredi
        
        
          del collettivismo
        
        
          hanno catalogato
        
        
          il comunismo
        
        
          come un fallimento
        
        
          dovuto alla mancanza
        
        
          di libertà democratiche,
        
        
          senza abbandonare
        
        
          l’idea di uno stato
        
        
          motore dello sviluppo
        
        
          di
        
        
          
            ANDREA MANCIA
          
        
        
          
            e SIMONE BRESSAN
          
        
        
          Comunque la si guardi
        
        
          l’AgendaMonti
        
        
          è irricevibile: ha sprecato
        
        
          un’occasione irripetibile
        
        
          per rifondare l’area
        
        
          del centrodestra,
        
        
          servirà come stampella
        
        
          al peggior centrosinistra
        
        
          del vecchio continente
        
        
          
            Inflazione:mai così in altodal 2008
          
        
        
          K
        
        
          
            Un’altra serie di record infranti
          
        
        
          
            dal governo Monti. Nel 2012 le aziende
          
        
        
          
            italiane hanno chiesto all’Inps quasi 1,1
          
        
        
          
            miliardi di ore di cassa integrazione con
          
        
        
          
            un aumento del 12,1% rispetto al 2011.
          
        
        
          
            A novembre 2012, poi, le domande di di-
          
        
        
          
            soccupazione presentate all’Inps sono
          
        
        
          
            state 128.534 con una diminuzione del
          
        
        
          
            4,58%
          
        
        
          
            rispetto a novembre 2011. Lo ri-
          
        
        
          
            leva l’Inps sottolineando che nei primi
          
        
        
          
            11
          
        
        
          
            mesi dell’anno le richieste di disoc-
          
        
        
          
            cupazione sono state 1.285.299 con un
          
        
        
          
            aumento del 14,49% rispetto allo stesso
          
        
        
          
            periodo del 2011. Le domande di mobi-
          
        
        
          
            lità presentate a novembre 2012 sono
          
        
        
          
            state 10.173 (+10% tendenziale). Nei
          
        
        
          
            primi 11 mesi del 2011 sono state pre-
          
        
        
          
            sentate all’Inps 133.052 richieste di mo-
          
        
        
          
            bilità (+17,82%). Sul fronte
          
        
        
          
            dell’inflazione, infine, l’Istat ci informa
          
        
        
          
            che il tasso medio annuo per il 2012 è
          
        
        
          
            pari al 3,0%, in accelerazione di due de-
          
        
        
          
            cimi di punto percentuale rispetto al
          
        
        
          
            2,8%
          
        
        
          
            registrato per il 2011.  L’inflazione
          
        
        
          
            di fondo, calcolata al netto dei beni
          
        
        
          
            energetici e degli alimentari freschi, sale
          
        
        
          
            all’1,6% a dicembre (era +1,5% nel mese
          
        
        
          
            precedente).