mercoledì 15 ottobre 2025
Fondamentalmente sono in gran parte sciroccati e ignoranti. Molti in malafede. Tutti ostili agli ebrei se non espressamente antisemiti.
Circostanza dovuta all’infiltrazione dell’islamismo degli “Ikhwan al-muslimin” (Fratelli musulmani) nei centri sociali che prima si ispiravano al terrorismo basco con nomi tipo Askatasuna.
Tuttavia la sinistra a trazione Elly Schlein e Giuseppe Conte ha trovato nelle piazze riempite con grande superficialità e improvvisazione, e con il determinante inserimento opportunistico della Cgil, un possibile bacino cui attingere per accaparrarsi voti in vista delle prossime elezioni.
Se la guerra tra hutu e tutsi fu fomentata da Radio Rwanda su cui ci fu fatto anche un bel film all’epoca, quelli del partito del genocidio e della Flotilla hanno trovato i loro profeti nell’etere a Rai Radio 3, che in ogni programma ci mette la parola genocidio anche quando si parla di cucina. In televisione invece ci sta La7 che è un caso (umano) a parte.
Sembrava a un certo punto che la panzana del genocidio fosse diventata una marea montante e incontrastabile. E invece “la pace imposta dall’alto” da Donald Trump (perché quella che pose fine alla Seconda guerra mondiale fu forse imposta con manifestazioni pacifiste?) ha già in buona parte sgonfiato questa demagogia a un tanto al chilo.
Adesso una parte della sinistra riformista, quella che ai bei tempi portò Matteo Renzi al 42 per cento alle elezioni europee (prima che la “ditta” lo uccidesse), ha capito l’antifona: “In hoc signo non vinces”. Anzi, “vai a sbattere contro il muro”.
Tuttavia il partito del genocidio e della Flotilla è l’abito già pronto per il campo largo e a forza di stare in piazza e nei salotti televisivi a sparare cavolate si sono dimenticati di comprarne uno di riserva. Sembra non esserci un piano B.
È probabile quindi che stavolta il buon Renzi farà un’indigestione di popcorn se si mette seduto a guardare come andrà a finire.
E noi con lui.
di Dimitri Buffa