Gaza non è il Vietnam, cari vip siete ridicoli

lunedì 8 settembre 2025


Cari attori e politici che cercate sotto sotto un po’ di visibilità alla comoda ombra di una malintesa causa palestinese state cadendo nel ridicolo. Come a Venezia e come durante l’indimenticabile diretta della premiazione a Hollywood party, trasmissione cult di Rai radio 3 trasformata all’uopo a cassa di risonanza del pensiero unico pro-Pal. Il problema che non avete considerato non è eludibile: Gaza non è il Vietnam. E non lo sarà mai. Manca, per citare Apocalypse now, “l’odore del napalm la mattina”. E d’altronde manca anche il napalm. Dove lo trovi al mondo un esercito che fa evacuare la popolazione civile prima di bombardare obiettivi militari-terroristici protetti contro la loro volontà da scudi umani? Cioè gli stessi palestinesi che si pretende di rappresentare con la resistenza armata? E questa risibile Flotilla “che voleva voleva navigar” non è un’iniziativa umanitaria bensì propagandistico pubblicitaria.

Per cui sarebbe ora che qualcuno cominci ad avere dubbi invece che certezze. Vi ha sferzato pure il vostro idolo ebreo – di sinistra – Bernard-Henry Lévy su La stampa qualche giorno fa. Ma quale genocidio – ha scritto Levy – ci sarebbe stato in uno spazio limitato come Gaza con 60mila morti (ammesso e non concesso che il numero sia quello) su oltre due milioni di persone? Ma avete presente, tanto per restare ai tempi nostri, cosa fu fatto in Cecenia o in Rwanda? O anche a Srebrenica? Ma anche cosa fecero gli alleati a Dresda o gli Stati Uniti a Hiroshima e Nagasaki? O gli antichi romani a Cartagine? Perché non cogliete le proporzioni e i paradossi delle vostre accuse temerarie allo Stato ebraico? Nonché la differenza di comportamento dell’esercito israeliano? Quale genocidio viene fatto avvisando le persone che le loro case possono essere obiettivi militari, pregandole, nonostante Hamas voglia trattenerle in loco con la forza, di andarsene?

L’unico genocidio che si vede da due anni a questa parte è quello delle menzogne con cui colpite Israele e che stanno provocando un’ondata di antisemitismo nel mondo. Per cui fate il favore di riconsegnare le varie coppe Volpi e Leoni doro e dargento che avete dedicato alla Freedom Flotilla alla direzione del festival, perché state dimostrando di non essere degni di tenerle a casa. Una menzione particolare va infine alla su citata trasmissione Hollywood party, doppiamente responsabile di alimentare il conformismo che porta alla mistificazione della realtà su Gaza. E questo in quanto condotta da persone di enorme competenza cinematografica, ancorché talvolta annebbiate da quello che Pier Paolo Pasolini nell’indimenticabile Uccellacci e uccellini, con protagonista Totò, definiva “un corvo chiamato ideologia”. Con riferimento all’uccellaccio che accompagnava l’attore napoletano in quella sorta di indimenticabile peregrinazione francescana.

“Ve piacerebbe” di riprodurre la canea degli anni Sessanta e Settanta contro gli Stati Uniti per la guerra del Vietnam, mutatis mutandis con Gaza e Israele? E invece cadete, anzi sprofondate, ogni giorno che passa di più nel ridicolo e nell’aizzare – più o meno consapevolmente – l’odio contro gli ebrei. Meglio inventarsene un’altra.


di Dimitri Buffa