Sinistri contro Israele, ieri come oggi

mercoledì 3 settembre 2025


Sassolini di Lehner

Non ci sono più i fascisti di una volta, mentre i sinistronsi sono sempre gli stessi. Luciano Canfora (più stalinista di Iosif Stalin, che fu il primo a riconoscere lo Stato di Israele, certo, per prosaici interessi di politica estera, non per amore, dato che all’interno dell’Urss perseguiva la comunità israelitica), ad esempio, non ha dubbi sulla omonimia Israele-Terzo Reich e il gemellaggio omozigote tra Adolf Hitler e Benjamin Netanyahu; oppure, resta indimenticabile l’efferato e disumano Stefano Addeo, professore di tedesco in un liceo campano, che in un post augurò alla piccola Ginevra, la figlia di Giorgia Meloni, la stessa sorte di Martina Carbonaro, la quattordicenne lapidata a morte dal fidanzato. Chissà se il feroce insegnante venga ancora stipendiato da noi contribuenti?

Siamo, infine, ai comunisti di mare che gridano: “Mentre il mondo tace, noi salpiamo”, benché appena s’è alzata un po’ l’onda, abbiano, da pesciolini leninisti d’allevamento, rinviato la partenza. La loro ardita navigazione sarebbe finalizzata a spezzare le reni a Benjamin e contribuire a colpi di grancassa filantropica allo spettacolo propagandistico e strappalacrime dei terroristi. La Global Sumud Flotilla, cioè i gruppettari timone e martello, dai porti di Barcellona e Genova si dirigerà verso Gaza, cercando di aggirare il blocco navale, per portare a compimento “la più grande missione umanitaria della storia” – così il magniloquente attivista brasiliano, lo straparlante Thiago Ávila, dopo una bottiglia di cachaça a 42 gradi – Siccome noi di tutto ciò che è oclocrazia non ci facciamo mancare niente, ecco che alla guida della triglia, pardon, della flottiglia ritroviamo anche Maria Elena Delia, indomita portavoce di Global Movement to Gaza. L’italiana è donna immarcescibilmente resiliente – sumud è parola araba che significa “resistenza” – di tal ché, pur consapevole dei rischi (fermo degli equipaggi, detenzione degli attivisti, sequestro dei velieri), chiama, comunque, alla lotta i prodi figli di miflotta, pardon, miniflotta, essendo la missione spacciata come umanitaria – sfamare i bimbi palestinesi – un vero e proprio assalto ai confini e un’eversiva azione politica a risonanza mondiale.

L’odierna iniziativa a favore di Hamas evoca pari pari gli spropositi filo-arabi del Pci, che, su ordine del Cremlino, fece passare per aggrediti dagli ebrei gli aggressori arabi, rimarcando la “politica aggressiva dello Stato sionista” (Direzione Pci sulla “Guerra dei sei giorni”, 25/5/1967). Gli antisionisti per sfuggire al sospetto di antisemitismo sono soliti ispirare e pubblicizzare le blasfemie dei “compagni” di origine ebraica: oggi, Moni Ovadia, l’aedo dell’Armata rossa; ieri, Emilio Sereni, passato alla historia non solo come antisionista, ma anche come il babbeo che prese per scientifiche le baggianate di Trofim Lysenko, capeggiando una stolida “via italiana al lysenkoismo”, alla fine bocciata financo da Palmiro Togliatti.

Ieri come oggi, le stesse parole: oggi, dicono che Netanyahu invade Gaza per motivi di politica interna e per la pressione delle destre; nel 1967, lUnità scriveva: “La carta della guerra è stata scelta dal governo israeliano per distogliere l’attenzione dalla crisi economica… il governo di Tel Aviv è mosso dal desiderio di vendetta, covato dalle correnti militariste della destra nazionalista”. Ieri come oggi: il 7 giugno 1967, in Parlamento i sostenitori degli arabi attaccarono Pietro Nenni, accusato d’essere filoisraeliano. Il 30 agosto 2025, marcia dei cinematografari contro Israele e contro Giorgia Meloni, pessima naturale, per giunta troppo morbida con Netanyahu. La paccottiglia in flottiglia riceve l’immancabile sostegno degli Alessandro Barbero e delle Fiorella Mannoia, di collettivi, centri sociali, sovversivi e disturbati di tutte le specie, ma anche dal Partito democratico (primi firmatari: Laura Boldrini, Alessandro Zan, Cecilia Strada), che parteciperà alla manifestazione pro flotilla programmata a Roma per il 6 settembre. A conferma che dobbiamo essere eternamente grati ad Alberto Sordi che non ci ha lasciato figli, non poteva mancare il rinforzo plaudente di Alessandro Gassman.

Fortuna che c’è Itamar Ben-Gvir, il ministro della Sicurezza nazionale, che intende sanzionare chiunque contribuisca, forzando illegalmente il blocco, alla propaganda pro Hamas. L’ottimo Itamar ha esortato l’Esecutivo a confiscare i navigli, assegnandoli alla Marina israeliana, nonché a trattenere a lungo nelle carceri di Ketziot e Damon gli attivisti arrestati, privandoli di ogni privilegio: tivù, radio, alimentazione alla carta. Come massimo supplizio, mi permetto di aggiungere: levate a tali carcerati la bottiglia e soprattutto le droghe di tutti i tipi più in voga a sinistra. Passata l’euforia, forse, ritroveranno raziocinio e sintonia con la realtà.


di Giancarlo Lehner