venerdì 1 agosto 2025
Sassolini di Lehner
La chiusura dei manicomi, tra le varie sciagure, ha causato il successo politico degli insani di mente. Megalomani, nevrotici, psicotici, del resto, sono notoriamente più persuasivi delle persone dotate di razionalità e troppo bene incollate alle normali categorie di spazio e tempo. Chi possiede neuroni non esauriti o non sconnessi è, di norma, candidato alla sudditanza psicologica davanti alla personalità strabordante e dominante del matto o del cocainomane che si crede onnipotente. I pazzi liberati dalla camicia di forza e al riparo dal sacrosanto elettrochoc, fortunosamente sostituito e compensato dall’elettrochic dei buonisti, riescono addirittura a primeggiare, ponendosi non di rado alla guida delle nazioni.
Certamente pazzoidi furono, nell’ordine, il sifilitico Vladimir Il’ič Lenin, il sanguinario Lev Trockij, il bandito Iosip Stalin – baffone con la massima psicosi delinquenziale – lo psicopatico esagerato Adolf Hitler. Escluderei Benito Mussolini, nonostante le pulsioni vittimistico-suicidarie della gioventù, affetto semmai dalla patologia italico-paracula, tesa a presumere di poter affibbiare pacchi e contropacchi a chicchessia. Infatti, Benito si alleò con Adolf, con la chimera di poter approfittare a sbafo dei vantaggi del presunto strapotere bellico nazista. Sbagliò i conti, ma la sua apparente follia fu in realtà l’italianissima tendenza alla furbata dei morti di fame. Nell’Italia repubblicana, la megalomania afflisse ed affligge parecchi magistrati, auto-presunti supremi giudici etici o sacre deità eversive in grado di sostituirsi al Legislatore e all’Esecutivo. Escluderei i comunisti italiani, simili piuttosto ai morti di fame, essendo affetti dalla medesima italo-paraculaggine di Benito: servirono l’Unione sovietica da Stalin a Nikita Krusciov, da Leonid Brežnev a Jurij Andropov, da Konstantin Černenko sino a Michail Gorbačëv, senza credere davvero alle favole realsocialiste, avendo, invece, piena consapevolezza della straordinaria efficacia propagandistica dei dollari del Pcus e del magna-magna derivante dalla miriade di società di import-export con l’Urss e le sue colonie. A colpi di falce, dollari e martello, la truffa politica comunistoide seguita tuttora a funzionare – si pensi anche alle varie associazioni “democratiche” – tant'è che ancora risuona ed inquina l'opinione pubblica.
Mi suggeriscono di aggiungere Beppe Grillo tra gli scappati di manicomio. Certo, osservando la mimica e i toni dei comizi, viene il sospetto di quanto possa essere labile il confine tra demagogia furibonda e megalomania galoppante. Tuttavia, appartenendo sicuramente ai nostri carissimi paraculi italo-familisti, oggi auguriamo al babbo Beppe ciò che gli sta più a cuore: quiete e serenità, derivanti dall’assoluzione del figliuolo accusato di stupro.
Credevo di aver chiuso, limitandomi ai casi nazionali. Mi sbagliavo di grosso, visto che in Europa i matti dilagano, vedi i capi di Stato delle più grandi nazioni, a cominciare dalla islamizzata Svezia, che, con enfasi da dementi militanti, ha già riconosciuto o annuncia di riconoscere la “Palestina”, cioè la nazione che non c’è e che non c’è mai stata. I cittadini di Atlantide, il continente che non c’è, sono pronti a reclamare anche per loro un simile riconoscimento, a quanti denotano di essere malati di psico-macron-starmerismo geografico. Eppure, nessuno se li fila, non trattandosi di jihadisti. Non esistono specialisti di igiene mentale talmente preparati da curare i bizzarri baroni di Münchhausen, maestri nella topognosi, cioè capaci di individuare il non-essere, che non vedono e non esiste.
Di sponda agli scappati di manicomio aumentano i casi degli a-semantici, in fuga dalla connessione tra significato e significante. Perché dare della “stupida” a Teresa Ribera, nientemeno che vicepresidente esecutiva della Commissione europea, quando da antisemita lucida e stalinisticamente stratificata mette sullo stessi piano Gaza, il ghetto di Varsavia ed Auschwitz? Teresa non è stupida, essendo soltanto una velenosa irresponsabile, degna erede della “teppaglia rossa” della guerra civile spagnola. Certo, Sergio Mattarella non sbaglia nell’indicare nella cretinaggine una delle sorgenti dell’odio verso gli ebrei. Tuttavia, per non attizzare quel fuoco maligno, sarebbe meglio che anche il nostro presidente evitasse il lessico incendiario contro lo Stato di Israele, tipo “l’ostinazione a uccidere indiscriminatamente… bambini assetati in fila per avere acqua... persone affamate in fila per ottenere cibo... distruzione di ospedali uccidendo anche bambini ricoverati per denutrizione”.
La stessa osservazione andrebbe inoltrata a tutti coloro che, ripetendo a pappagallo la propaganda dei terroristi, si esercitano nel demonizzare giorno dopo giorno Benjamin Netanyahu. Equilibrio e buon senso dovrebbero far attribuire ad Hamas quello che è di Hamas e alla verità dell’eterno conflitto mediorientale quello che spetta al diritto di Israele di difendersi e contrattaccare.
di Giancarlo Lehner