martedì 22 aprile 2025
Osservando laicamente la reazione delle forze politiche alla morte di Papa Francesco, un uomo di 88 anni e il cui evidente sovrappeso non lo ha certo aiutato nella lotta contro virus e batteri, si coglie molta ipocrisia e parecchia strumentalizzazione, soprattutto da parte di quella sinistra che ha fatto dell’accoglienza indiscriminata e del disarmo unilaterale una bandiera. Ma, a parte ciò, molto brevemente, qualcuno si chiederà il motivo di tanta “devozione” espressa dalla politica nell’ambito di una società sempre meno incline, nei pensieri e nei costumi, a seguire gli antichi precetti ancora oggi predicati dalla Chiesa cattolica. La risposta è molto semplice, elementare direi, Watson! Sebbene sul piano dei consensi questa bimillenaria organizzazione religiosa sarebbe in grado, ammesso e non concesso che intendesse farlo, di influenzare direttamente una ridottissima parte dell’elettorato, contrariamente a ciò che accadeva durante l’epopea democristiana, sta di fatto che persino quel piccolo contingente di cattolici convinti, presente oramai in modo trasversale in ogni schieramento, potrebbe alla bisogna alterare l’equilibrio politico, tanto a livello locale che nazionale.
Tanto più che oramai, esaurita la capacità di esercitare direttamente un’influenza politica nella grande maggioranza dei cittadini italiani, la Chiesa nel suo complesso rappresenta un elemento legato fortemente alla tradizione, continuando a esercitare un ruolo non solo in alcuni passaggi importanti nella vita dei credenti – battesimo, prima comunione, cresima, matrimonio – ma anche in numerose manifestazioni che nulla hanno di religioso e che, tuttavia, riservano uno spazio di testimonianza al pastore di turno. Quindi, per sintetizzare, al pari di tante altre convinzioni obbligate da un sentire comune sempre più standardizzato, il cui elenco sarebbe lunghissimo, era inevitabile che il fluviale cordoglio per la scomparsa di Papa Bergoglio, un argentino di origini piemontesi venuto da molto lontano, accomunasse tutti i partiti italiani. Partiti e schieramenti divisi su tutto, persino sull’importante viaggio di Giorgia Meloni negli States, ma non sul più terzomondista dei pontefici.
di Claudio Romiti