L’irrilevanza politica del Pd

venerdì 18 aprile 2025


Secondo gli ultimi sondaggi, non accadeva da molti lustri che il consenso del Governo in carica, e in particolare della premier Giorgia Meloni, fosse in linea con quello di inizio legislatura, malgrado siano trascorsi oltre due anni e mezzo dall’inizio del suo mandato.

Ora, certamente la cautela adottata dall’Esecutivo sul piano dell’economia e su quello fondamentale dei conti pubblici deve aver avuto un effetto rassicurante per tanti italiani e non solo, visto che la temuta Standard & Poors ha riconosciuto l’impegno di Giancarlo Giorgetti e soci, alzando il rating sul nostro debito pubblico da BBB a BBB+, malgrado le gravi turbolenze provocate dalla guerra commerciale scatenata dall’ondivago e imprevedibile Donald Trump. Ma oltre agli indubbi progressi sul delicatissimo fronte della necessaria stabilità finanziaria, c’è un altro fattore che sta rafforzando da tempo il gradimento politico in favore del centrodestra: la totale inconsistenza dellopposizione guidata, per modo di dire, dal Partito democratico di Elly Schlein. Un partito che, come riporta efficacemente il titolo di un commento pubblicato da Francesco Cundari su Linkiesta, Il mondo in fiamme fa scintillare l’irrilevanza dell’opposizione.

Esprimendo a una critica sempre più aperta dell’area riformista di un partito perennemente in mezzo al proverbiale guado, il nostro ritiene che definire la convergenza della segretaria sulle posizioni del Movimento 5 stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra sia riduttivo. “Forse – argomenta in modo efficace e convincente Cundari – sarebbe più appropriato parlare di conversione, con tanto di abiura, come nel caso dei referendum su una legge promossa dal Pd ai tempi di Matteo Renzi, che ora la nuova segretaria chiede agli italiani di abrogare, ignara evidentemente di quell’elementare principio della morale kantiana che imporrebbe di agire come se la propria condotta potesse essere elevata a legge universale (se ogni nuovo segretario del Pd promuove un referendum contro le leggi approvate dal precedente, siamo a cavallo).”

Inoltre, anche le imbarazzanti fibrillazioni e giravolte che il Pd e le sue grancasse dell’informazione hanno messo in atto nei riguardi dell’incontro di Giorgia Meloni con il capo della Casa Bianca la dicono lunga sulla pochezza di una direzione politica che, come ho avuto modo di scrivere sin dall’inizio dell’investitura della pasionaria con tre cittadinanze, è caratterizzata da poche idee – le stesse che da decenni risuonano nei circoli ristretti dei fricchettoni di sinistra – ma molto, ma molto confuse. E questo non è una buona notizia per la democrazia italiana, la quale avrebbe bisogno di una opposizione seria e costruttiva.


di Claudio Romiti