lunedì 3 febbraio 2025
Sassolini di Lehner
La sindrome di Roberto D’Agostino preoccupa sempre di più. Ammalato di giorgiafobia cronica si attacca a tutto, compresi quelli da lui sempre sbertucciati. Prima ha eletto Sergio Mattarella, il presidente per anni definito “mummia sicula”, a scudo anti-Meloni; quindi, aggravandosi il male, ha recuperato “peppiniello appulo”, cioè Giuseppi, nominandolo speciale antidoto alla forte personalità di Giorgia. D’Agostino, vittima del suddetto disturbo, finirà per attaccarsi pure al tram.
***
L’Unione europea è una filiale della neurodeliri? Non so rispondere, però il sospetto avanza, dato che Ilaria Salis, europarlamentare eletta nelle file di Alleanza Verdi e Sinistra per il merito di occupazione abusiva reiterata, è stata nominata membro della neonata Commissione Casa al Parlamento europeo. Davanti a tanto criminal-cretinismo verrebbe quasi voglia di organizzare l’occupazione degli appartamenti e delle ville di tutti i commissari europei. Che dire? Dalla Ue c’è da aspettarsi di tutto, financo la nomina di un deficiente a presiedere il progetto di macchinari idioti per l’Inintelligenza artificiale. Consiglierei agli eurosinistrati di rintracciare Armando, muratore comunista della Garbatella, sì proprio il quartiere diventato, oggi, malfamato, perché associato a Giorgia Meloni. Armando, storico guardaspalle di Palmiro Togliatti, sarebbe davvero prezioso, se facesse la spesa e cucinasse per gli euroscemi. Infatti, il compagno muratore fu solito comprare tutti i giorni il cervello che, poi, serviva panato e fritto a Palmiro, affinché il Migliore, mente pensante del Pci e presunto gran cervellone, mangiando spesso quella squisitezza, potesse conservare al meglio la propria grande intelligenza. La dieta non era male, visto che, rimembrando T’amo pio bove, per associazione di idee, anche mangiare testicoli di toro alla veneziana, cioè fritti con olio extravergine e molta cipolla, restituisce la giusta erezione al maschio ammosciato. L’Opinione delle libertà, seguendo l’epopea di Armando, visto l’incarico conferito a Ilaria Salis, lancia una colletta per l’acquisto quotidiano di una caterva di cervelli bovini e testarelle d’abbacchio per abbassare il livello di cretinismo verticale nell’Unione europea.
***
A proposito di quanti raccontano la storia del fascismo, come fosse stata una parentesi meramente criminale, glissando sui provvedimenti sociali, le bonifiche, il socialismo di ritorno, le arti, la cultura, l’architettura e soprattutto sul consenso e sulla popolarità di Benito Mussolini, bisogna fare chiarezza, anche perché con le loro scimunitaggini manichee finiscono per creare involontariamente e per contrasto gratuite nostalgie. Leggi Antonio Scurati o Aldo Cazzullo e corri, ipso facto, a depositare fiori a Predappio. Benito, del resto, se non fosse stato ipnotizzato da Adolf Hitler e tradito dal paraculismo italico di approfittare furbescamente dei successi altrui, credendo che in pochi mesi sarebbe arrivato l’armistizio e un buon bottino geografico, di potenza e di prestigio, avrebbe continuato a governare a lungo l’Italia, morendo tranquillamente di vecchiaia nel suo letto. Certo, la storia non si fa con i “se” e con i “ma”; ancor meno con le cazzullate. Mussolini non fu un “capobanda”, bensì personaggio decisivo, in positivo e in negativo, della storia d’Italia.
***
Dacia Maraini, stimolata da “Donat”, nomignolo che i servizi segreti della Cecoslovacchia comunista diedero al compagno confidente Corrado Augias, pontifica su La7 sul fascismo. Sicuro che sappia leggere, le faccio dono delle leggi razziali fasciste interpretate dall’amante, compagno e sponsor Alberto Moravia. Gran romanziere e immenso italico-paravento:
Roma 28 luglio 1938 – XVI
Duce:
Giorni fa ho ricevuto una lettera dell’onorevole Amicucci, direttore della Gazzetta del Popolo, di cui sono collaboratore da circa dieci anni. Con tale lettera egli mi informa che la mia collaborazione deve considerarsi cessata. Ciò mi accade dopo circa dieci anni di attività giornalistica svolta in gran parte all’estero come inviato speciale di vari giornali in Cina, America, Inghilterra ecc. ecc.
Il provvedimento è dovuto a motivi razziali. Io ebreo non sono, se si tiene conto della religione. Sono cattolico fin dalla nascita e ho avuto da mia madre in famiglia educazione cattolica. È vero che mio padre è israelita; ma mia madre è di sangue puro e di religione cattolica, si chiama, infatti, Teresa De Marsanich ed è la sorella del Vostro sottosegretario alla comunicazione.
Per queste ragioni, Duce, io vi chiedo di non essere considerato ebreo, e di essere trattato, almeno dal punto di vista professionale, come non ebreo.
Permettetemi, Duce, di esprimerVi insieme con la mia profonda devozione, la mia speranza nel Vostro superiore senso di giustizia.
Alberto Moravia
Mussolini – all’attenzione di Aldo Cazzullo ed Antonio Scurati, che non sanno di non sapere – denotò verso Moravia l’implorato “superiore senso di giustizia”, confermandogli la collaborazione con la Gazzetta del Popolo. Non si tratta di elogio al Duce, così chiamato dai compagni socialisti assai prima dei camerati fascisti, ma soltanto di un segmento di quanto Mussolini fosse nel cuore degli italiani, Alberto Pincherle e madri di sangue puro compresi. Magari, i beneficiati ancora in vita dei dollari del Pcus mi malediranno, se ho sempre preferito Giovanni Giolitti e Filippo Turati a Benito Mussolini e Iosif Stalin, così come ho sempre stimato Edgardo Sogno e stigmatizzato e disistimato Aldo Cazzullo o Donat. Eppure, prima o poi, la religione della libertà salverà me e seppellirà gli eredi morali e politici del patto Molotov-Ribbentrop. Ed anche i paracul-carrieristi.
di Giancarlo Lehner