mercoledì 22 gennaio 2025
Sassolini di Lehner
L’intolleranza è l’imperativo categorico governante la sinistra pariolina e non, che si nutre di odio, condito di malanimo, rancore, astio. Noi liberaldemocratici rifuggiamo dai livori e rispettiamo la salute delle persone, quand’anche scarti residuali di sagrestie cattocomuniste, di servizi segreti della cortina di ferro (dal Kgb all’StB), dello stragismo di Mao Zedong, Fidel Castro e di Pol Pot. Benito Mussolini l’avremmo certo combattuto come fece l’eroico Edgardo Sogno, medaglia d’oro della Resistenza, ma non ci sarebbe neppure balenata in testa la barbarie di appenderlo a testa in giù, insieme a Claretta Petacci, esponendolo all’oltraggio, alle violenze, agli sberleffi della folla. L’atroce rituale di piazzale Loreto resta infamia incancellabile e purtroppo tuttora invocato, con rinnovati auspici di vilipendio del cadavere dell' avversario politico.
Per giunta, noi siamo sinceramente preoccupati per lo stato di salute degli invidiosi e degli odiatori seriali. Perciò, presso la sede de L’Opinione delle Libertà abbiamo allestito una struttura di pronto intervento per i rabbiosi che non accettano, intolleranti come sono, la volontà del popolo sovrano, tanto meno quello statunitense che ha premiato alla grande Donald Trump. Altri patologici travasi di bile si denotano e ci preoccupano per la cosiddetta “tecno”, riverita ed onorata quand’era sinistrorsa e politicamente corretta, maledetta e vituperata ora che tende a destra e appare politicamente logica e di buon senso. La rabbia reiterata compromette il normale funzionamento dei vasi sanguigni, con tanto di probabile vasculite, sino alla catastrofica insorgenza di infarto e ictus.
E noi anche i comunisti, i Donat e i fanatici illiberali li vogliamo sani, vivi e vegeti, non ammalati o defunti. Per questo, guidate dai direttori sanitari, Andrea Mancia e Stefano Cece, le figlie del grande Arturo Diaconale, Claudia e Valentina si sono improvvisate crocerossine e dame di carità per risanare i compagni allergici al rispetto per l’altrui pensiero. Curando e porgendo amorosamente farmaci, semolini e minestrine, cantano: “Mio Dio, per amor tuo, amo il prossimo mio come me stesso e perdono le offese, le corbellerie, le comunisterie ricevute”. Le nostre umanitarie hanno somministrato a Roberto D’Agostino ed altri furibondi massmediali gli opportuni salva-vita come corticosteroidi e immunosoppressori.
Purtroppo, i refrattari alla libertà e i biliosi rossastri sono oltremodo numerosi, imbufaliti, isterici, impazziti davanti all’Occidente, che si libera via via delle mostruose pale eoliche e delle ragnatele truffaldine e demenziali, dal green alle automobili elettriche, dalla sessualità fluttuante sino all’accoglienza indiscriminata, dai carabinieri colpevoli di fare il loro lavoro sino alla legittima difesa che quasi sempre da diritto diviene reato e conduce in galera. Claudia e Valentina, le nostre samaritane, non si arrendono, ma davanti al caso disperato di Roberto Saviano, hanno dismesso le vecchie terapie e prenotato un viaggio a Lourdes. No, non tentano di sanargli il viziaccio di copiare, peccatuccio veniale, sia pure sanzionato dalla magistratura, bensì l’incurabile animosità boriosa, tale da potergli far perigliosamente straripare capillari, vene, arterie.
Certo, scienza o miracolo della Madonna, bisogna far di tutto per salvarlo, benché il progresso dell’umanità avrebbe assai più bisogno dell’intelligenza e della creatività di Elon Musk, piuttosto che di Roberto, uno talmente imbottito di odio, che, per la fraintesa gestualità di un genio autistico, urla: “La fine di tutto questo sarà violenta, la sua caduta sarà pari a quella di coloro a cui storicamente si richiama con questo gesto. Cadrà Musk per mano di coloro che ora aizza alimentati dalla stessa violenza che pratica. Prima di cadere però quanto orrore ancora? Quanto durerà l’agonia della democrazia? La fine sua e dei suoi scherani italiani è prevedibile, mentre il percorso dei prossimi anni quello invece è in larga parte imprevedibile, lascia intravedere mostruosità politiche che credevamo di aver sepolto per sempre. Che tu sia maledetto Musk”.
Tuttavia, non essendo nipotini di Lavrentiy Beria e neppure velenosi militanti, ci teniamo alla salute mentale e arteriosa anche dei biliosi de La7, così come teniamo alla salvaguardia della pelle incattivita di Saviano. C’è troppa comunistaggine nei bassifondi della comunicazione e noi, però, la medichiamo e la incerottiamo.
di Giancarlo Lehner