giovedì 28 novembre 2024
Come recita una celebre frase attribuita a Karl Marx, “la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. Una definizione che sembra tagliata quasi su misura per il Movimento 5 stelle, i cui esponenti prima hanno causata una vera e propria tragedia soprattutto per il bilancio pubblico e poi, come riporta ampiamente l’informazione politica, stanno rapidamente perdendo il grande consenso ottenuto in passato dando luogo a una surreale farsa a colpi di carta bollata e ceralacca. Una fine ingloriosa che, in particolare per quei pochi che conoscono a grandi linee la difficile condizione di un Paese che cammina da tempo sul crinale dell’abisso, era già scritta sin dalla “presa” del palazzo dei medesimi grillini, sostenuti da un consenso elettorale di dimensioni bulgare. Un consenso fondato essenzialmente su alcune evidenti illusioni, tra cui quella secondo la quale solo una nuova classe politica proveniente dalla pancia del Paese, totalmente animata da spirito altruistico e onesta fino al midollo, avrebbe completamente rigenerato l’Italia, rivoltandola come un calzino. Una intenzione che già nel lontano 2013 spiegava in un post su Facebook il quasi defenestrato garante Beppe Grillo: “Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno. Scopriremo tutti gli inciuci, gli inciucetti e gli inciucioni: quando illumini un ladro il ladro non ruba più!”.
Dopodiché, chi li aveva votati credendo alle sesquipedali idiozie di questi giovani scappati di casa, si è accorto che una volta al Governo costoro si sono dimostrati i campioni proprio degli inciuci, inciucetti e inciucioni, dimostrando di potersi alleare persino col diavolo pur di tenersi la poltrona vinta alla lotteria elettorale. Tanto è vero che nell’attuale braccio di ferro tra gli stessi poltronieri, legittimamente capitanati da Giuseppe Conte, e il comico genovese, che sembra non aver capito che oramai il tempo della sua grande illusione è scaduto, aleggia ancora il mito del limite del doppio mandato. Un mito che ripropone in salsa caciottara l’antica leggenda del famoso Cincinnato, secondo i cui novelli epigoni pentastellati, dopo aver servito con totale disinteresse il bene comune, dovrebbero tornare felici e contenti ad arare il loro personale orticello.
Una favola che, al pari di chi immagina di violare le leggi della fisica attraverso le proprietà magiche di alcune parole, si è clamorosamente dimostrata tale non appena i pupilli di Grillo hanno aperto la prima busta paga da parlamentari. Pertanto, doppio mandato o meno, garante o meno, partito o non partito che dir si voglia, una volta che gran parte dell’elettorato ha fiutato che oltre a gridare “onestà onestà” il M5s non aveva molto altro da proporre sul piano di una ragionevole concretezza, nulla potrà evitarne l’estinzione politica, nemmeno se Grillo dovesse utilizzare la famosa DeLorean di Ritorno al futuro, film cult diretto da Robert Zemeckis.
di Claudio Romiti