Le illusioni perdute dei pentastellati

giovedì 31 ottobre 2024


Non potendoli più definire grillini per la rottura tra Giuseppe Conte e il fondatore, i pentastellati continuano a restare aggrappati a quel residuo di pure illusioni che solo pochi anni fa li portò ai vertici del potere politico, raccogliendo un consenso di dimensioni bulgare. Ma proprio perché l’intera impalcatura che ne sosteneva il successo politico era fondata su tutta una serie di pie illusioni, sin dal loro ingresso nella stanza dei bottoni iniziò il loro inesorabile e rapido declino. Un declino che li avrebbe da un pezzo ridotti ai minimi termini se non si fosse messa di mezzo una pandemia enormemente sopravvalutata e che, proprio per questo, rappresentò una manna per un movimento, alias partito degli scappati di casa, che già nel 2020 non aveva molto altro da dire al Paese, se non continuare a riempirlo di debiti, così come è poi effettivamente avvenuto. In particolare, forse la principale di tali catastrofiche illusioni è quella che alimentò a lungo la comunicazione di Beppe Grillo, venendo poi ripresa dai suoi rappresentanti politici eletti nelle varie assemblee democratiche. Ossia l’idea, a mio avviso suggestiva ma priva di alcun radicamento nella realtà, secondo la quale, postulato che la classe politica fosse nel complesso inetta e corrotta, sostituendola in blocco con una schiatta di giovani rappresentanti del popolo il Paese si sarebbe trasformato in breve in una sorta di giardino fiorito, in cui tutti sarebbero stati più ricchi e felici.

Tant’è che uno degli slogan più ripetuti durante la grande marcia dei grillini di quegli anni così recitava: “Con noi sono i cittadini a farsi Stato”. In realtà, come era inevitabile che accadesse – dal momento che le umane inclinazioni sono ben diverse dalle vaneggianti utopie di qualunque arruffapopoli – i cittadini a 5 stelle, che nel corso degli anni hanno vinto la lotteria di una poltrona politica retribuita profumatamente, più che farsi Stato si sono fatti inevitabilmente i fatti loro, così come era ampiamente scritto nelle cose. Tutto questo, probabilmente ancor più dei disastri economici e finanziari realizzati sotto i loro Governi, è servito alla gran massa di chi li aveva appoggiati in buona fede per comprendere il grande abbaglio in cui essi erano stati vittima. D’altro canto, parafrasando per l’ennesima volta un efficacissimo motto di Abraham Lincoln, oggi verrebbe da dire a Conte e soci la seguente cosa: “Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo”. Francamente credo che l’esito dell’ultima batosta rimediata dal Movimento 5 stelle in Liguria dimostri ampiamente l’assunto.


di Claudio Romiti