martedì 29 ottobre 2024
Sassolini di Lehner
Roberto D’Agostino è un vecchio amico e quasi coetaneo – ci separano solo cinque anni, forse, malvissuti da entrambi – a cui voglio un sacco di bene. Per decenni praticò con tenacia il galateo dell’uomo senza chiese, sfacciato, liberale, più vicino al vocabolario del magnifico picconatore Francesco Cossiga, che alle lezioncine del paravento Mario Draghi, con il quale ebbe in comune solo il tifo per il pupone. Oggi, disceso dal daghismo al draghismo, mi preoccupo per la sua tenuta nervosa.
Dopo migliaia di ingiurie e di accuse a Giorgia Meloni, colpevole d’essere donna centimetrata quanto sciaboletta, pure romana, addirittura della Garbatella, mentre Roberto si figura d’essere nato nella Ztl di Gallarate Sud; ebbene, dopo tanta acida campagna, il partito della duciona – così la chiama il mio prezioso amico – viaggia sempre vicino al 30 per cento. Pure il compagno Andrea Orlando è stato bastonato alle Regionali liguri. Per cotale procelloso evento il mio carissimo D’Agostino potrebbe crollare ed aver bisogno di premure affettuose e costanti, come si conviene a chi stia per precipitare nell’inferno della depressione.
L’ansia per lui mi assale anche riguardo alle elezioni presidenziali americane. Infatti, siamo entrambi, io e Roberto, fautori di Clinton, di Bill, piuttosto che di Hillary o di Ilary – la madre del cognome Chanel in luogo del nome Coco. Essendo, con Bill Clinton, antichi estimatori della fellatio fatta a regola d’arte, riteniamo che nessuna fanciulla sarà migliore di Monica Samille Lewinsky nel travasare il nettare virile.
Tuttavia, ci divide la tisana Kelemata, pardon, Kamala Harris, vicepresidente ignota e dispersa per anni, fino al rimbambimento del cascatore Joe Biden, mentre Roberto, non so se attizzato da Goldman Sachs, da Beyoncé Giselle, o da stitichezza, tifa per la tisana K.
Ebbene, se dovesse vincere Donald Trump, non mi resterebbe che accorrere al capezzale del caro Roberto, convertitosi da vegliardo all’euroluogocomunismo, per praticargli l’ossigenoterapia. Del resto, un sintomo grave lo rivela da tempo, ripassando la storia del fascismo non più dal grande ed acribico storico Renzo De Felice, bensì dal dilettante Aldo Cazzullo.
Mi preoccupa ancor di più la maldestra esposizione antisionista del mio quasi coetaneo in guerra totale contro Benjamin Netanyahu. Roberto deve aver esagerato con le dosi del Sionfobico periodico “Limes”. Lo spacciatore di riferimento risponde al nome di Lucio Caracciolo, il patetico profeta che, due settimane prima dell’invasione, il 10 febbraio del 2022, affermò: “Putin non invaderà l’Ucraina perché sa che sarebbe una rovina per la Russia”.
Ebbene, secondo l’inattendibile ed ipovedente Caracciolo, Israele e Netanyahu sono colpevoli a priori, trattandosi di guerrafondai naturali, mentre Hamas, Hezbollah, e Houthi fanno parte delle vittime, essendo militanti dell’esercito della salvezza. In verità, Netanyahu intende chiudere per sempre i conti con quanti mirano alla cancellazione dello Stato di Israele. Ed è giusto che porti a termine la missione prima che i contestualizzatori realizzino la soluzione finale. Si rammenti, ad esempio, Elizabeth Magill della University of Pennsylvania. Alla domanda se nel suo campus sia legittimo invocare il genocidio degli ebrei, la compagna Elizabeth rispose: “Dipende dal contesto”.
Caro Roberto, prima o poi capirai che il vile affarista, liquidatore dell’industria pubblica italiana, con te si comporterà da pulciaro. Non ti ripagherà per gli amorosi sensi. Infatti, le tue forsennate campagne contro Giorgia – a tutt’oggi, tu rappresenti l’unica opposizione davvero incisiva e martellante – non gli spianano la via per il ritorno a Palazzo Chigi e tantomeno al Quirinale. Nonostante il tuo encomiabile impegno in nome del draghismo in un solo Paese, Luigi Di Maio ti supera, visto che, essendogli risultato assai più utile, fu ben ricompensato.
Quando metterai a fuoco le tremende conseguenze dell’ingratitudine umana, allora tornerai in te ed avrai da godere vent’anni di ritrovata buona salute da scugnizzo libero, sfacciato, divertente, liberale, vivendo e bene la quarta età... senza i comunisti.
di Giancarlo Lehner