giovedì 24 ottobre 2024
La Legge di Bilancio, appena firmata dal capo dello Stato, è stata definita da molti come una Manovra ispirata a una destra sociale. E, in effetti, nessun miracolo e impopolare taglio alla spesa pubblica è stato predisposto dalle misure elaborate dal ministro dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti, e dai suoi più stretti collaboratori.
D’altro canto, come è noto a chiunque abbia una certa esperienza della nostra politica, si sa bene che in Italia chi tocca i fili della stessa, smisurata spesa pubblica rischia di essere democraticamente fulminato. Tuttavia, sebbene siamo ben lontani dagli azzardi economici che sta caratterizzando l’azione del presidente argentino Javier Milei, occorre dire che se non altro l’attuale maggioranza, riducendo sensibilmente il disavanzo e tenendo sotto controllo la più onerosa spesa previdenziale d’Europa, sta dimostrando di mantenere ben saldi i piedi a terra. E se per i pochi, coraggiosi liberisti di questo disgraziato Paese il bicchiere continua a restare ancora inesorabilmente mezzo vuoto, occorre anche confrontare la realtà fattuale delle misure predisposte con l’assordante propaganda spendaiola dell’opposizione che si raccoglie nel cosiddetto campo largo. Una propaganda fatta di molte inverosimili proposte di spesa, oltre che di riduzione contestuale della fiscalità generale, che se applicate solo in piccola parte manderebbero a carte quarantotto il fragile equilibrio finanziario che, occorre sottolineare, l’attuale Esecutivo è riuscito faticosamente a raggiungere nel corso dei suoi primi due anni di Governo. Una situazione di relativa tranquillità plasticamente testimoniata dall’ottimo andamento dei nostri titoli di Stato, con uno spread stabilmente attestato poco sopra i cento punti, malgrado un colossale indebitamento – fatto esplodere dalla maggioranza giallorossa durante la pandemia – che non può più consentire le irresponsabili fughe in avanti del recente passato.
Quindi, dal punto di vista di un liberale che da sempre spera in una salutare riduzione del perimetro pubblico – fondamentale presupposto per abbassare la spesa – darei un voto appena sopra la sufficienza alla Manovra, con la speranza che la strada del risanamento dei conti pubblici proceda ancor più spedita.
di Claudio Romiti