Il pericolo di fare del 7 ottobre un nuovo alibi per l’antisemitismo di sinistra

martedì 8 ottobre 2024


“Solidarietà a Israele per il pogrom del 7 ottobre 2023...ma allo stesso tempo...”.

Eccolo pronto un nuovo alibi giustificazionista per l’antisemitismo soprattutto di sinistra in Italia, in Europa e nel mondo. Il problema è sempre lo stesso: le commemorazioni come quelle per l’Olocausto (27 gennaio), o per il 7 ottobre, una specie di Shoah minore, presentano il rischio di dare un pretesto per prendersela contro gli ebrei vivi allo stesso tempo versando copiose lacrime per quelli morti. Possibilmente paragonandoli alle vittime civili palestinesi. Che per quanto numerose – i numeri potrebbero essere elevati, certo però non quelli dati a caso dal cosiddetto ministero della sanità di Hamas – devono scontare il fatto di essere tutte a carico dei terroristi che usano i propri figli e quelli degli altri che soggiogano a Gaza come scudi umani. L’Iron dome di Hamas è costituito dai bambini. Che poi diventano anche uno scudo umano mediatico da dare in pasto a quell’opinione pubblica “di bocca buona” e con chiare tendenze anti-israeliane e antiebraiche che non vede l’ora di pronunciare quel fatidico “sì però...”.

La mancata presenza dei due maggiori leader del cosiddetto campo largo alla Sinagoga di Roma in occasione della commemorazione del 7 ottobre, può anche essere interpretata come un segnale di ammiccamento in tal senso.

Comunque il problema non è quello di convincere i “misguided” italiani dei centri sociali e dintorni che Hamas non è un movimento rivoluzionario di sinistra così come Israele non è uno Stato fascista. Ma quello di persuadere le persone di buon senso – che per una volta, citando Alessandro Manzoni ma anche Marco Pannella, potrebbero avere la meglio su quelle del “senso comune”, cioè delle mode – che Israele ha tutto il diritto se non il dovere di difendersi. E di farlo nella maniera più deterrente possibile. E che oltre a commemorare gli ebrei già morti, spesso con grande e malcelata soddisfazione, bisogna cominciare a preoccuparsi di quelli ancora vivi.


di Dimitri Buffa