Spaccio di Berlusconi falsi

giovedì 12 settembre 2024


Sassolini di Lehner

Comunque la si veda, sarebbe intellettualmente onesto riconoscere che Giorgia Meloni, nonostante assedi, incursioni, insulti, accuse, resta salda, forte, priva di scalfitture, determinata a reggere il timone dell’Esecutivo.

Dagospia la ricopre quotidianamente con prose da osteria dopo il secondo litro, un lessico volgare infarcito di misoginia ed epiteti ingiuriosi, esponendola al pubblico ludibrio, addirittura perché romana de Roma, la qualcosa non fa scattare neppure il sospetto di razzismo anticapitolino da parte della “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”. Purtroppo, in codesta Commissione di “straordinario” c’è soltanto la distrazione, quando l’odio proviene da sinistra. Gli insulti alla “coatta” della Garbatella provengono, peraltro, da gente, magari della Ztl o dintorni, ma pur sempre di Roma.

La7 vive e vegeta, cercando minuto per minuto le giuste Boccie, per realizzare lo strike con il tonfo di tutti i birilli del centrodestra. Luca Telese, Tiziana Panella, Marianna Aprile, Giovanni Floris, tanto per citarne alcuni, interpretano la professione giornalistica non per informare, bensì per mettere sotto controllo e sotto processo non l’intera classe politica, ma soltanto Giorgia e associati. Deontologia? Sempre e solo ideologia.

Nulla di nuovo in questa Italia infestata dal 1917 agli anni Ottanta dalla cascata di denaro dei sovietici, la valanga di miliardi che favorì scissioni, infiltrazioni, eversioni, penetrazioni nei gangli vitali dello Stato, nella magistratura, nello spettacolo, nelle arti, nel cinema, nelle Università, nell’informazione, nell’intellighenzia, financo nella burocrazia e nella sanità. I dollari del Pcus hanno fatto la storia d’Italia e condizionato umori e opinioni. Si aggiungono, in ultimo, anche cavalli al bilancino per tirare il carro “armato” contro Meloni.

Vedi le tv di Mediaset, ormai poderosi cavalli da tiro Percheron, che, per ragioni brutalmente commerciali, fanno l’occhiolino alle opposizioni, offrendo spazi, anzi pianure sconfinate, ai postcomunisti e financo ai comunisti non pentiti, perché sparlino di Giorgia e di Matteo Salvini. Su Rete 4 imperversa Bianca Berlinguer, in ultimo rimasta orfana di Maria Rosaria Boccia, il barbecue femminile sul quale cuocere a scottadito non tanto Gennaro Sangiuliano, ormai politicamente disperso, quanto la guancia di Giorgia. Si tarocca il pensiero di Silvio Berlusconi, con proposte di legge in grado di insidiare la stabilità del Governo. Spacciano la moneta falsa di un Berlusconi presunto militante di Lgbtqia+, quando l’unica pubblica concessione di Silvio consistette nel paradossale ed ironico coming out coerente con ogni maschio eterosessuale: “In tutti noi una parte è gay, la mia è lesbica”.

Antonio Tajani, forse costretto, accrocca malamente le cose, affermando che “non c’è stata nessuna trasformazione di Forza Italia, lo Ius scholae lo voleva già Berlusconi”.

Tajani non dice il vero, non aggiungendo che Berlusconi riteneva doveroso concedere la cittadinanza non per il mero pezzo di carta, che in Italia purtroppo si può pure comprare, ma solo a chi, dopo un fruttuoso corso scolastico, parlasse bene l’italiano, conoscesse la nostra storia e condividesse i principi fondanti della nostra civiltà. Condizioni codeste pressoché impossibili, ad esempio, per gli immigrati islamici.

Sullo Ius scholae invocato da Silvio, insomma, siamo allo spaccio di moneta falsa, visto che, nel 2017, Berlusconi avvertì: “Non basta frequentare una scuola italiana per avere diritto alla cittadinanza... alcune di queste persone che abbiamo avuto modo di conoscere ancora vogliono la donna segregata e velata, odiano i cristiani, odiano gli ebrei, odiano la civiltà occidentale, odiano lo Stato italiano, non si può dare loro la cittadinanza italiana solo perché hanno frequentato una scuola”.

Che i forzisti istigati da sedicenti eredi di Berlusconi siano in perfetta malafede si evince dal fatto che non hanno il coraggio di tirare in ballo l’unica vera patata bollente, sicuramente berlusconiana, in grado di sconquassare l’Esecutivo di Giorgia Meloni. Basterebbe, infatti, ricordare ai dissimulatori di Forza Italia che il Cavaliere, in polemica con la Meloni, rimarcò: “Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato... Bastava che lui cessasse di attaccare le due Repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe avvenuto... Giudico molto, molto negativamente il comportamento di questo signore... Penso che il signor presidente americano dovrebbe prendere Zelensky e dirgli: ’È a tua disposizione, a fine guerra, un Piano Marshall per ricostruire l’Ucraina, del valore di seimila, settemila, ottomila, novemila miliardi di dollari... tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non ti daremo più dollari e armi...’. Soltanto una cosa del genere potrebbe convincerlo ad arrivare a un cessate il fuoco”.

Suvvia Tajani se vuoi creare problemi, ricorda che Berlusconi nel 2015 fu il primo politico occidentale a recarsi in Crimea, dopo l’annessione alla Federazione russa, oppure cita gli amorosi sensi verso Vladimir Vladimirovič: “Putin per il mio compleanno mi ha mandato 20 bottiglie di vodka e una lettera dolcissima. Io gli ho risposto con bottiglie di Lambrusco e con una lettera altrettanto dolce. Io ero stato dichiarato il primo dei suoi cinque veri amici”.

Oppure, per fedeltà a Berlusconi, stigmatizza i “perfidi” aggrediti colpevoli del conflitto, e sposa questa analisi del Cavaliere: “Nel 2014 a Minsk si firma un accordo di pace tra l’Ucraina e le due neocostituite repubbliche del Donbass, senza che nessuno attaccasse l’altro. L’Ucraina butta al diavolo questo trattato un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due repubbliche che subiscono vittime tra i militari che arrivano, mi si dice, a 5-6-7mila morti. Poi arriva Zelensky che triplica gli attacchi alle due repubbliche”.

Suvvia Tajani, invece del farlocco Ius scholae, contesta l’occidentalismo sfrenato di Giorgia, se vuoi davvero far guadagnare più consensi a Forza Italia.


di Giancarlo Lehner