Ius scholae: l’ultima follia

mercoledì 28 agosto 2024


La scienza medica ha confermato un’incontrovertibile verità: le alte temperature estive nuocciono particolarmente a due categorie di individui: gli anziani e i dirigenti di Forza Italia. Cari Tajani e compagni, ma come vi è saltato in mente di andare a infognarvi in una polemica senza capo né coda con i vostri alleati del centrodestra sulla questione dello Ius Scholae? D’estate si va al mare, si fanno passeggiate in montagna, ci si diverte nei locali notturni, ci si tuffa nei piaceri della tavola senza preoccuparsi troppo del girovita e di certo si ha cura di non fare una cosa: dire cavolate. Invece, cari inossidabili forzisti, sembra che ci proviate gusto a maneggiare stupidaggini. D’accordo, è comprensibile che abbiate necessità di segnare una distanza programmatica dagli alleati di coalizione per motivare la vostra base elettorale. Si comprende la preoccupazione di non restare schiacciati tra la centralità di Giorgia Meloni che gestisce l’azione di Governo con pugno di ferro e, per umanissime ragioni di sopravvivenza politica, le sortite da guastatore di Matteo Salvini, il quale a sua volta sta mettendo a frutto gli insegnamenti del generale Roberto Vannacci, oggi eurodeputato part time della Lega ma di mestiere incursore dei più temibili.

Tuttavia, c’è modo e modo di procurarsi un’agibilità politica ma quello scelto da voi è il più sbagliato nel metodo, nel merito e nella tempistica. Aprire alla riforma della legge sulla concessione della cittadinanza introducendo il cosiddetto Ius Scholae, come indicato dalle forze dell’opposizione, equivale a un suicidio politico. Il mitico elettorato moderato, a cui secondo Antonio Tajani l’innovazione dovrebbe piacere, non è stupido e ha capito benissimo che si tratta di un pasticcio senza fine. Come si può pensare di concedere qualcosa di tanto prezioso e responsabilizzante quale la cittadinanza a qualcuno che, in base alla legge italiana, non è neanche in grado di richiederla? Già, perché per il nostro diritto la piena capacità di agire si acquista con il raggiungimento della maggiore età, oggi fissata a diciotto anni. Agli occhi della legge – e del buonsenso – prima si è classificati minori. Cosa comporta? Che solo con la maggiore età si considera un individuo capace di autodeterminarsi e di curare i propri interessi. Fino a quel momento i genitori – o chi esercita legittimamente sul minore la potestà genitoriale – hanno titolo di curare i suoi interessi e di rappresentarne la volontà.

E non sempre ciò è sufficiente per la legge. Nei casi eccedenti l’ordinaria amministrazione anche i genitori devono chiedere l’autorizzazione del giudice tutelare per compiere atti che intervengano a modificare la sfera giuridico-patrimoniale del minore. Ora, la concessione della cittadinanza non è come acquistare un ghiacciolo al bar, è un provvedimento che rientra tra gli atti di alta amministrazione e per il quale è prevista un’ampia discrezionalità della Pubblica amministrazione nel valutarne l’opportunità politico-amministrativa in ordine alla finalizzazione della procedura. Si tratta di ammettere un nuovo componente nell’elemento costitutivo dello Stato che è il popolo e tale immissione non potrà non incidere sul rapporto individuo-Stato-Comunità. E cosa propongono questi geni della lampada? Di concederla in automatico a un minore che neanche la può richiedere di suo e, quindi, non può dirci se desidera riceverla o se invece preferisce tenersi la cittadinanza ereditata dai genitori.

E poi, che assurdità, se passasse l’idea forzista potremmo trovarci nella confusione più totale con minori divenuti cittadini italiani ma soggetti alla potestà di genitori stranieri. Posto che tutti gli stranieri in Italia siano specchiati individui, ammettiamo per assurdo che uno di loro non lo sia e che per qualche marachella combinata (scippo, furto, rapina, rissa, spaccio di droga, caporalato, maltrattamento a familiari) si sia beccato un decreto di espulsione dall’Italia, cosa accade? Smonta baracca e burattini e se ne torna al suo paesello portando con sé il figlio minore che nel frattempo è diventato cittadino italiano? Caro Tajani, si rende conto dell’assurdità della cosa? E il fatto di aver ricevuto i complimenti dal dem Stefano Bonaccini per l’iniziativa promossa non le ha fatto scattare un campanello d’allarme? D’altro canto, è comprensibile che su questa follia logico-giuridica la sinistra ciurli nel manico perché per il fronte progressista lo Ius Scholae è solo un cavallo di Troia, funzionale a provocare una breccia nel muro di cinta della cittadinanza e poi a farvi passare altro di peggiore e più pericoloso.

Cosa? Una volta fissato un principio giuridicamente sballato si porrà il problema di porvi rimedio. E come? Magari introducendo una sorta di Ius Sanguinis alla rovescia e cioè: i genitori di un minore cittadino italiano diventano ipso iure anch’essi cittadini italiani, in forza di una sorta di continuità ascendente anziché discendente nella trasmissione della cittadinanza. E così finalmente si realizzerebbe il sogno dei “sinistri” di trasformare il Belpaese nell’ostello della miseria e della disperazione dell’intero mondo. Ma Tajani è uomo d’onore e già dopo i vaneggiamenti agostani ha ricominciato a ragionare comunicando urbi et orbi che l’idea pazza di Forza Italia non metterà in crisi il Governo. E ci mancava che l’avesse fatto. A tutto c’è un limite, anche al masochismo.

Allora la domanda è d’obbligo: Antonio, perché? Esporsi per prendere dritta in faccia una sportellata dall’alleato leghista a cosa è servito? Davvero Tajani pensava che un frastornato Salvini avrebbe ceduto su uno dei capisaldi valoriali della sua Lega? Intanto, la sortita agostana è servita a dare fiato alle opposizioni che sono andate a nozze nell’enfatizzare un’imminente rottura interna al centrodestra. E tutto questo alla vigilia della presentazione di una Legge di Bilancio che si prevede dolorosissima per le aspettative degli italiani e, ancor peggio, alle soglie di un test elettorale in tre regioni chiave che per il centrodestra si presenta piuttosto complicato. Il povero Tajani ha infilato da solo la testa nel sacco: se rinuncia ad andare avanti sullo Ius Scholae darà la stura alle accuse delle opposizioni di essere uno quaquaraquà, secondo la descrizione del tipo tratteggiata da Leonardo Sciascia nel romanzo Il giorno della civetta.

Se, invece, dovesse impuntarsi e provare ad andare avanti nella polemica non solo con la Lega, ma anche con Giorgia Meloni che sul punto ha ordinato lo stop alla polemica, rischierebbe di provocare un cataclisma dalle conseguenze imprevedibili nel centrodestra. Se era autolesionismo ciò di cui il capo forzista sentiva il bisogno, perché non darsi al bondage? Può creare qualche inconveniente a chi lo pratica, ma lascia tranquilli gli altri. Se poi tutto questo putiferio è stato motivato dalla più illusoria delle leggende metropolitane secondo cui al centro vi sarebbero praterie di elettori da conquistare, allora la situazione è più seria di quanto si potesse immaginare. Siamo alle allucinazioni tipiche dei colpi di sole. Ma dove sta più questo mitico centro del quale assumere la rappresentanza politica? Chi sarebbero gli elettori centristi? I quattro gatti che hanno votato due mediocri figure del calibro di Matteo Renzi e Carlo Calenda?

Evidentemente la lezione del passato non è servita d’insegnamento agli zelanti eredi di Silvio Berlusconi. Ogni qualvolta Forza Italia ha provato a virare verso il centro ha pagato un prezzo altissimo in termini di consenso elettorale. Se lo mettano bene in testa Tajani e soci: i moderati che essi intendono rappresentare sono radicati nel bacino elettorale del centrodestra e se, talvolta, non sembrano propensi a subire le rigidità ideologiche dei sovranisti non vuol dire che siano disponibili ad andare in soccorso dei progressisti a tutte le latitudini costoro si collochino nella geografia della sinistra. Perciò, ci siano consentiti due affettuosi consigli, ancorché non richiesti, ai dirigenti forzisti. Primo suggerimento valido per l’immediato: rinsavire rapidamente. Secondo suggerimento di carattere precauzionale, da adottare l’estate prossima: bere molta acqua, non uscire nelle ore più calde e starsene rintanati in casa con l’aria condizionata a palla. Farà forse perdere un po’ di visibilità ai desiderosi di protagonismo mediatico ma, in compenso, impedirà loro di sparare castronerie in stile Ius Scholae.


di Cristofaro Sola