Il lascito dei grillini

martedì 27 agosto 2024


Come ampiamente riportato dalla stampa nazionale, Beppe Grillo e Giuseppe Conte sono oramai giunti ai ferri corti. L’avvocato del popolo, in particolare, sta cercando di rifondare ciò che resta del Movimento 5 stelle, svincolandosi del tutto dall’ingombrante presenza del comico genovese. Ma come ho già avuto modo di scrivere, questa mossa alquanto disperata non riuscirà ad arrestare un processo di estinzione politica iniziato sin dal grande trionfo grillino del 2018, dove il M5s raccolse alle elezioni parlamentari circa un terzo degli aventi diritto. Tuttavia, avendo ottenuto questo stupefacente risultato promettendo di tutto e di più e, di fatto, violando ogni collegamento con la realtà molto difficile di un Paese afflitto da gravi problemi, nel giro di qualche mese è giunta veloce e inesorabile una diffusa disillusione in merito alle ricette magiche presentate dai grillini.

In particolare, buona parte degli italiani che si sono fatti incantare dalla faciloneria di costoro, che hanno proposto una lunga serie di soluzioni semplici per questioni estremamente complesse, hanno ben presto compreso che avevano mandato al timone dell’Italia una compagine di scappati di casa assolutamente inadatti a governare. Tant’è che se non ci fosse stata la lunga e, a mio avviso, demenziale stagione del Covid-19, che ha in qualche modo attutito la caduta libera del M5s, Conte e soci ora starebbero ragionando su percentuali di consenso da prefisso telefonico.

D’altro canto, parafrasando una battuta finale del film Il caso Thomas Crawford, interpretato da un superbo Anthony Hopkins, “quando è finita, è finita!”. Soprattutto è terminata la smania di eliminare la povertà a colpi di decreto legge, devastando, insieme a misure altrettanto irresponsabili – come il famigerato bonus 110 per cento – il nostro già traballante bilancio pubblico. Da questo punto di vista, oltre a una impressionante sequela di illusioni perdute, il principale lascito dei grillini riguarda un colossale buco nei conti dello Stato che, per l’appunto, la pandemia e gli ingenti trasferimenti ottenuti dall’Europa, di cui una buona parte a fondo perduto, hanno consentito di tamponare. Nondimeno, visti i veri e propri salti mortali che l’attuale ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sta compiendo per tentare di rimettere in carreggiata gli stessi conti pubblici, voglio sperare che l’elettorato italiano abbia finalmente compreso che il tempo delle fughe in avanti e dei cantastorie è finito da un bel pezzo.


di Claudio Romiti