venerdì 12 luglio 2024
Sassolini di Lehner
Non sentendomi bene, mi sono affidato all’unico medico disponibile in questo torrido luglio, un titolato professore ariano di sinistra. Lastre, analisi varie, quindi visita accurata. Pregandomi di farmi forza, mi ha illustrato la diagnosi. “Lei – mi ha detto con i toni asperrimi del rimprovero – denota una patologia difficile da curare. Risultano tracce ematiche di ebraismo, nonché ossalati di sionismo. Lei, scusi la parola, ha antenati giudei”. Rammentai, allora, un precedente da me sottovalutato: nei bei tempi, quando sugli aerei davano un pasto completo, una hostess della Lot chiedeva ai passeggeri se desiderassero o no cibarie kashèr. Giunta da me, senza una parola, mi scrutò e mi consegnò la confezione kashèr.
Posi, perciò, al medico ariano di sinistra la domanda di rito: quanto mi resta? La risposta mi raggelò: “Il morbo giudaico? Guardi che i pro-Pal italiani lo ritengono un bubbone da estirpare. Le consiglio di trasferirsi di corsa sull’esopianeta Lhs 1140 b, orbitante attorno alla stella nana rossa della costellazione della Balena. Tenga a mente che il Pianeta, oggi nelle mani dei Jean-Luc Mélenchon non è un Paese per il popolo di Mosè”.
Il dottore, pur spaventato dal possibile contagio, in nome della deontologia professionale, evitò di picchiarmi e sputarmi in faccia, come farebbe una seria militante anarco-comunista o uno strafatto dei centri sociali. Non ci sono, ormai, i fascisti di una volta, perciò l’onere della caccia all’ebreo tocca agli sfascisti antifascisti. In effetti, si aggira nel già Belpaese un’orrenda odiatrice, che mi sputerebbe con più soddisfazione se, come auspica, fossi defunto e appeso a testa in giù. La furibonda venuta fuori da una casa d’intolleranza – Lina Merlin dimenticò di farle chiudere – si merita di essere descritta, parafrasando il brano sul vecchio mal vissuto dei Promessi sposi, in tal modo: tra i pro-Pal spiccava ed era ella stessa spettacolo, matura mal vissuta, che, spalancando due occhi affossati e infocati, contraendo le grinze a un sogghigno di compiacenza diabolica, con le mani alzate sopra una parrucca vituperosa, agitava in aria un martello, una corda, quattro gran chiodi, con che diceva di volere attaccare l’ebreo a un battente della sua porta, ammazzato che fosse.
La matura mal vissuta, essendo edotta come una capra scappata dall’ovile, vorrebbe vedere gli ebrei tutti morti, con l’aggiunta di tutti gli israeliani, proprio tutti, tutti, ignorando che il 21 per cento della popolazione dello Stato di Israele è araba. Oltre due milioni di maomettani, secondo l’ossessa, da seppellire. Quelli affetti dal mio stesso malanno, secondo la malvissuta, sono tutti, tutti, proprio tutti Shylock, sapendo soltanto “insultare, minacciare e fare gli strozzini”. Altro che i savi di Sion!
Accusati di voler governare il mondo, siamo, invece, costretti – da minoranza discriminata e calunniata – a guardarci dai padroni della Terra e dell’Unione europea, che ci adorano da vittime inerti, cioè cadaveri, odiandoci a morte, quando osiamo difenderci, reagire e contrattaccare. Ci toccherà seguire Alessandro Monterosso che sposerà il fidanzato Alec Sander nella stratosfera, ad oltre 30mila metri di altitudine, celebrando il primo matrimonio Lgbtq+ nella navicella Space Perspective? Però, io sono affetto da Mosè, non da fluidità; quindi, non ci penso proprio a prendere marito sulla sabbia nera di Ladispoli o nello spazio. La termosfera rimane, comunque, via di fuga preferenziale, spaventati dalla minacciosa membr* dell’Onu, Francesca Albanese. Il femminile dell’attuale Pontefice legittimò il terrorismo, dicendo ufficialmente ai suoi amici di Hamas: “Avete il diritto di resistere”. Intanto, l’imam di Bologna, Zulfiqar Khan, si dichiara “orgogliosamente estremista islamico” e straparla di Jihad.
Da parte dei deputati di Mélenchon vengono diffuse sozze accuse da far impallidire Adolf Hitler, tipo: “Gli ebrei istruiscono i cani a stuprare le donne palestinesi”. Un altro adepto di Mèlenchon, Aymeric Caron, aggiunge capitoli al Mein Kampf, distinguendosi nettamente dagli ebrei: “Non apparteniamo alla stessa specie umana”. In fondo, non ha torto: io sono un essere umano, lui un cosagno ideologizzato. L’ennesimo benemerito della gauche, David Giraud, progetta di radere al suolo Israele, perché “in passato ha messo i bambini nei forni e sventrato le donne incinta”.
Nonostante mi diano del “sion-nazista”, non espatrierò in un felice esopianeta, dove c’è atmosfera respirabile, acqua fresca, vita, civiltà, razionalità, buon senso e nessuna traccia di isteria antisemita. L’imperativo patriottico mi impegna a rimanere, nonostante Onu, Ue, Emmanuel Macron, Mélenchon, Olaf Scholz, pro-Pal, imam, neobrigatisti, pontefici sciamani, accoglisti, lucratori umanitari, islamici che sequestrano, stuprano, feriscono, uccidono. L’Italia e Israele sono Stati che meritano di essere preservati, liberati, curati dai tromboni rossi tipo Raffaele La Regina – che sentenziò “gli alieni e lo Stato d’Israele hanno un punto in comune: non esistono” – dalle Cecilia Parodi, dai collettivi che festeggiarono il massacro del 7 ottobre. Troppo Salis nuoce alla salute dell’umanità. Ergo, bisogna restare, resistere, combattere.
di Giancarlo Lehner