Dante e Alfieri ci salveranno dalla Shari’a

martedì 9 luglio 2024


Sassolini di Lehner

In Francia l’Islam vince. E la Francia è vicina. La Shari’a pure. Del resto, a Roma come a Parigi sventolano più bandiere palestinesi e dei terroristi di Hamas che il tricolore, mentre “falce e martello” spodesta “libro e moschetto” riguardo all’antisemitismo e alla caccia all’ebreo, già cacciato e a cui viene impedito di parlare. Proprio come dettano le nuove leggi razziali della sinistra, da Jean-Luc Mélenchon in giù.

Non è la prima volta, perché l’Historia si ripete: carcere duro, gulag, piombo per i medici ebrei. Tutti sionisti, ergo nemici del popolo, peggio di Rudolf Slánský e degli altri giudei cecoslovacchi. Non è la prima volta che l’ideologia travolge il cervello degli stessi ebrei, quelli malati di comunismo, che non nutrirono dubbi sulle “giuste” impiccagioni degli israeliti reazionari, nonché spie degli imperialisti e sabotatori della santa produzione real-socialista. Si rileggano i Sergio Camillo Segre:

“Una giusta sentenza conclude il processo alla banda Slánský. Undici condanne a morte e tre ergastoli agli agenti degli imperialisti in Cecoslovacchia” (L’Unità, 28 novembre 1952);

“La soddisfazione per la liquidazione dei sabotatori. La cancrena del tradimento è stata vinta” (L’Unità, 30 novembre 1952).

Così, l’ebreo Segre festeggiò gli omicidi dei suoi “fratelli”, peraltro comunisti, ma inesorabilmente gente di Mosè: Slánský, Bedřich Geminder, Otto Šling, André Simone (pseudonimo di Otto Katz), Karel Svab, Otto Fischl, Rudolf Margolius, Vladimir Clementis, Ludvik Frejka, Bedřich Reicin. Segre, come certi odierni ebrei nemici di Israele e di Benjamin Netanyahu, si scagliò soprattutto contro lo Stato israeliano “che, sotto la direzione di Ben Gurion, va esercitando funzione di spionaggio e di provocazione”.

Eppure, a parte le lapidazioni per le supposte adultere; a parte le donne da ammazzare per l’hijab mal posizionato; a parte l’amarissimo destino che penderà sui militanti Lgbtq+ e sugli omosex cani sciolti; a parte che a Piero Fassino gli avrebbero già tagliato la mano destra, l’innocente profumino compreso; a parte la cancellazione della liberal-democrazia e l’avvento della gioiosa macchina da guerra di un Achille Occhetto teocratico; a parte il fatale degrado dalla toga rossa alla toga religiosa, sino alla polizia morale, non tutto il male verrà per nuocere, in ispecie alla mascolinità etero. In tandem con Víctor Manuel Fernández, autore di due testi ero-teocratici (La pasiòn mìstica: espiritualidad y sensualidad; Sáname con tu boca), pedalerà spedito verso di noi il machismo di Maometto. Il maschio italiano convertito sulla via non di Damasco, ma della Mecca, supererà Rodolfo Valentino ed il mito del latin lover, nel duro ingaggio con 72 vergini dagli occhi corvini.

Si badi: saranno autentiche bellezze, ignote a sinistra. Alessia Morani, comunista dal bel volto umano, fa eccezione, ma non la regola, delle beltà alla Elly Schlein. Ogni magnifica illibata dalle nere pupille sarà, per giunta, accompagnata da 72 ancelle. Se il napoletano, fattosi esplodere non per Vincenzo De Luca, ma per Chillullàh, il più grande, sale in paradiso con tutte le 4 mogli, ogni consorte condurrà con sé altre 72 vergini, più 72 ancelle cadauna. Tra mogli, fanciulle intonse e ancelle, il convertito godrà di 10.666 femmine con le labbra tumide al peccato, come insegna il manuale del bacio redatto dal cardinale Fernández.

Dalla slinguata al Dicastero per la dottrina della fede, consule Bergoglio, per Víctor Manuel il passo fu breve. Insomma, rimanendo tra gli ebrei, oggi da ammutolire e da accoltellare, il saggio e sapiente Salomone, il figlio di Davide e Betsabea che si trastullava soltanto con 700 mogli e 300 concubine, al confronto con lo stallone islamico fa la figura del pulciaro sessuale. Non basta: il milite caduto per Chillullàh fruirà dell’ulteriore beneficio di 3 cicli muliebri, ognuno di 70 anni. Dopo settant’anni, le urì usate saranno rottamate, perché in quel giardino celeste non esistono pezzi di ricambio, meccanici, tagliandi annuali. La vera donna islamica è in confezione “usa e getta”. Appositi incentivi sul nuovo favoriscono, infatti, l’arrivo di migliaia di altre fanciulle, giammai a motore elettrico, ergo non a rischio incendio: autonomia infinita, età massima consentita 33 anni. E il sistema Taylor della fornicazione paradisiaca procede biodinamico. Tuttavia, dopo i 210 anni, i coranisti tacciono e non ci illuminano sul probabile quarto ciclo. Che sia il settantennio dell’impotenza coranica?

Ulteriore delizia dei primi tre cicli è costituita dall’assenza di suocere, delatrici di portineria e di chef telelogorroici, inaffidabili quanto i loro spot sulla magica polvere scrosta-sporco. Per intercessione del Più grande di ogni cosa, il nostro martirizzato jihadista di Acerra, per oltre due secoli, si avvarrà dell’effetto del viagra. Gli accoglisti a tutti i costi, più che bischeri, si connotano passionali e voluttuosi: riempirci di islamici promette un futuro nerissimo per i cittadini, roseo e gaudioso per i lussuriosi emeriti tromboni dell’accoglienza e delle sanzioni penali ai sospetti islamofobi. Per giunta, più clandestini significa più spaccio a prezzi stracciati. A noi normali – una donna è poca, due son troppe, altro che 10.666 – adusi al bicchiere di Frascati e al grappino, giammai allo sballo tossico, dall’islamizzazione ci arriverà il peggio come la “polizia morale”.

Eppure, una professoressa di liceo ci potrebbe salvare dai compagnucci di Maometto, dalla Shari’a, dalla polizia morale, se avrà il coraggio di citare spesso e rivalutare l’Alighieri. Dante depositò il Profeta nella nona bolgia, sconfitto, mostruoso e deturpato: “Vedi come è mutilato Maometto! Davanti a me se ne va piangendo Alì, col volto squarciato dal mento sino alla fronte”. Il divin poeta e Vittorio Alfieri, autore del Misogallo, rivolto polemicamente agli antisemiti e ai Mélenchon, preserveranno libertà, parlamentarismo e tricolore. W l’Italia, abbasso la Francia di Kylian Mbappé. Più comizi che gol.


di Giancarlo Lehner