Silvio e Bettino lontani da Marina

giovedì 4 luglio 2024


Sassolini di Lehner

Marina Berlusconi dice: “Su aborto, fine vita o diritti Lgbtq mi sento più in sintonia con la sinistra che con il Governo”. Da liberalsocialista rispetto tutte le sintonie, specie quelle di Marina Berlusconi che io, per primo e in perfetta solitudine, anzi facendo innervosire Silvio, 13 anni fa, proposi come possibile nuovo leader vincente di Forza Italia. Rispettare, però, non significa apprezzare, tanto più che cotali sintonie potrebbero essere a torto spacciate come un coerente esito della filiera in divenire dei pensieri di Berlusconi padre.

Ebbene, Silvio Berlusconi sul tema dell’aborto non prese posizioni contrastanti con quelle dell’Esecutivo Meloni: conferma della legge 194, magari applicata bene e in toto, ma giammai l’interruzione volontaria di gravidanza da vivere a cuor leggero, come il disbrigo di una pratica burocratica. Visto che il feto di un mese possiede un suo dna, quindi è già un essere umano unico e irripetibile, abortire non può considerarsi diritto sacrosanto, trattandosi, semmai, di triste e dolorosa necessità. Del resto, Silvio affermò: “Credo che riconoscere il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale sia un principio che l’Onu potrebbe fare proprio, così come ha fatto sulla moratoria per la pena di morte pur dopo un lungo e non facile dibattito”.

La sintonia con la sinistra sull’aborto riguarda, perciò, soltanto Marina, non il padre, testimone di una ben più raffinata ed umanistica Weltanschauung. Il Cavaliere amava la follia di Erasmo da Rotterdam e disprezzava la psicosi degli eredi del macellaio comunista Andrej Januar’evič Vyšinskij. Sul fine vita, nell’aprile 2011, Berlusconi padre si rivolse così a noi parlamentari del Pdl: “La vita è un bene che noi tutti difendiamo, e se è vero che il mondo cattolico ha molto da insegnarci su questo, è vero anche che l’intangibilità della persona è un valore non negoziabile anche per i laici, e per tutte le culture politiche che compongono il grande mosaico del nostro partito. Noi liberali, cristiani, socialisti, riformisti, credenti di fedi diverse e non credenti, noi moderati, insomma, siamo convinti che la libertà, bene prezioso, non possa arrivare a negare la vita. Ti chiedo dunque, ancora una volta, impegno e partecipazione, sicuro che, come sempre, saprai conciliare l’etica della convinzione con quella della responsabilità”.

Dunque, niente a che fare con le posizioni post-naziste – l’eutanasia fece parte di un noto progetto di sterminio del Terzo Reich – della sinistra italiana, europea, togata. Le ciniche strategie di George Soros non possono e non dovrebbero mai insinuarsi e condizionare la nostra umanitaria ragion pratica. Sul tema Lgbtq, poi, Marina si distacca verticalmente dal genitore. Non solo per il manifesto orgoglio etero di Silvio: “Meglio essere appassionati delle belle ragazze che gay… Ognuno di noi ha un 25 per cento di omosessualità, ce l’ho anch’io, solo che, dopo approfondito esame, ho scoperto che la mia omosessualità è lesbica”. Soprattutto in nome della religione della Libertà praticata da Silvio, la lontananza dalla figlia è abissale. A sinistra pretendevano sanzioni penali anche per chi avesse manifestato il proprio pensiero sulla famiglia. Affermare in pubblico che un maschio, una femmina, dei figli costituiscono il vero nucleo familiare, avrebbe potuto costare la galera: bastava che qualche toga rossa avesse “interpretato” quell’opinione come dichiarazione di guerra contro le coppie omosessuali.

Berlusconi, non mostrando sintonia con la sinistra e che fu perseguitato dalle toghe di lotta e di Governo, avrebbe mai potuto apprezzare il Ddl di Alessandro Zan e l’implicito forcaiolismo di quella proposta di legge? D’altro canto, il sottoscritto, essendo craxiano totale, ha ricevuto da Bettino un insegnamento di grande tolleranza verso le persone dell’altra sponda: seduti a tavola ad Hammamet pranzai con più omosessuali di quanti ne avessi intravisti in tutta la mia vita. Erano apprezzati da Craxi per le loro capacità professionali: architetti, arredatori, designer, pittori, scultori, politici, avvocati, sportivi. Non certo per le esibizioni kitsch, tipo Gay Pride.

Nessuna discriminazione, perciò, per gli omosex. Ma che c’entra l’illiberalità, lo spirito vendicativo e il lobbismo suprematista Lgbtq? No, esimia Marina, la tua sintonia con la sinistra che ha umiliato, ridicolizzato, demonizzato tuo Padre, sia pur con sofferenza, la rispetto, ma non la lodo, essendo infondata e offensiva. Silvio codeste sintonie non le ha manifestate.


di Giancarlo Lehner