Una sinistra vecchia e senza idee

martedì 4 giugno 2024


Come ho sempre tenuto a sottolineare, mi ritengo un osservatore orientato politicamente in senso liberale, ma mai schierato pregiudizialmente con alcuna tifoseria di partito. Ciò significa che nel caso, attualmente lontano anni luce, di una sinistra di Governo che proponesse qualsiasi cosa in linea con una idea liberale, soprattutto in economia, io non avrei alcun problema a sostenerla, in assoluta coerenza con una visione laica della politica che ho sviluppato da molto tempo. Tuttavia, come accennato, il principale partito di opposizione, il Partito democratico guidato a Elly Schlein, si sta sempre più caratterizzando con un anacronistico ritorno al passato che, mi permetto di ribadire, rappresenta un’ottima cosa per il futuro politico della premier Giorgia Meloni, ma un brutto segnale per un sistema democratico che attualmente sembra privo di una alternativa credibile all’attuale maggioranza di centrodestra.

Una alternativa credibile in grado di contrastare chi occupa la stanza dei bottoni con argomenti seri e spendibili sul piano della concretezza programmatica. Invece, come abbiamo potuto verificare pure in occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica, il Pd e i suoi alleati della sinistra radical-green hanno ancora una volta rispolverato la logora bandiera dell’antifascismo. Uno spettacolo abbastanza penoso, fatto di stanche parole d’ordine e di slogan a cui non sembrano più credere neppure quelli che li pronunciano. E in mezzo a questo enorme polpettone propagandistico basato sull’antifascismo in tutte le sue declinazioni, che sembra animare ogni iniziativa di questa sinistra regredita, non si scorge altro che un deserto di idee, sempre molto poche ed estremamente confuse. D’altro canto, sull’antifascismo militante hanno campato di rendita intere generazioni di politici e di burocrati di alto bordo. Pensare oggi di poterne fare, del medesimo antifascismo, uno dei cardini principali dalla propria linea politica, presentandolo alle nuove generazioni come qualcosa di innovativo, è roba veramente dell’altro mondo. Un mondo scomparso di cui è rimasta qualche traccia nelle deliranti ricostruzioni storiche di qualche scrittore già ampiamente baciato da una fortuna sfacciata. Chi vuol capire, capisca.


di Claudio Romiti