mercoledì 22 maggio 2024
In più di un’occasione ho espresso la mia convinzione che l’Italia sia un Paese dove la magistratura fa paura. Ce ne sono senz’altro altri, ma tra quelli che si dicono democratici, il nostro è uno dove l’amministrazione della giustizia è pessima. Se ne ha quotidiana certificazione. Ultima in ordine di tempo, la vicenda che vede per protagonista, suo malgrado, il generale Mario Mori (qui la lettera del generale Mario Mori). Il generale, assieme ad altri ufficiali dei carabinieri, è stato processato per ben cinque volte e per ben cinque volte è stato assolto, da ultimo dalla Corte di Cassazione. Era accusato di aver tramato con Cosa nostra contro lo Stato, ma le sentenze dicono esattamente il contrario, e hanno demolito i teoremi accusatori che lo volevano al centro di una sorta di trattativa Stato-mafia. Non bastano cinque assoluzioni in tre diversi processi. Mori è indagato di nuovo, dalla Procura di Firenze, nell’ambito dell’inchiesta sulle stragi di mafia. I magistrati di Palermo accusavano Mori di essere connivente con Cosa nostra. La Procura di Firenze ribalta il teorema e accusa il generale di non aver fatto abbastanza per combattere la mafia.
È semplicemente surreale. Il nuovo avviso di garanzia viene recapitato lo stesso giorno in cui il generale compie gli anni e lo si invita a presentarsi il 23 maggio, il giorno della strage di Capaci nella quale vengono uccisi Giovanni Falcone, la moglie e la scorta. Difficile che sia un caso. Difficile non pensare a una malizia. Mori si è detto “profondamente disgustato da tali accuse che offendono, prima ancora della mia persona, i magistrati seri con cui ho proficuamente lavorato, su tutti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Forse non mi si perdona di non aver fatto la loro tragica fine. Devo constatare che certi inquirenti continuano a proporre altri teoremi, non paghi di 5 pronunce assolutorie e nemmeno della recente sentenza della Suprema Corte che ha sconfessato radicalmente le loro tesi definendole interpretazioni storiografiche”. Le nuove accuse sono destinate a fare la fine delle precedenti; ma a prezzi incalcolabili dal punto di vista umano, e irrisarcibili. C’è da oggi un motivo in più per lavorare per la responsabilità civile del magistrato; la separazione delle carriere; la non obbligatorietà dell’azione penale. Le tre riforme che anche Falcone auspicava. Non aggiungo altro sulla vicenda Mori, sarei volgare e offensivo nei confronti di chi lo ha accusato e continua ad accusarlo.
di Valter Vecellio