lunedì 25 marzo 2024
Sassolini di Lehner
Ebbene sì. È giunta l’ora che venga Baffone e rinchiuda in un gulag tutti codesti antisionisti, antisemiti, antioccidentali che ostacolano, manifestano, urlano, picchiano, devastano, in nome della vittoria dei paperoni di Hamas (sono stati ritrovati 3 milioni di dollari sotto un solo materasso). Docenti, studenti, figli di papà, attorucoli e cineasti della domenica pagati da Pantalone, cantanti e strimpellatori, influencer e influenzati cronici, parecchi di loro cocainomani o cannadipendenti, si meritano, qui e subito, il socialismo realizzato. La liberaldemocrazia, in effetti, è una cornice da perfezionare, visto che seguita a produrre la biada per codesta fauna asinina di diversamente pensanti, pronti a esaltare l’ebreo soltanto se è una vittima inerme, sempre lesti a demonizzarlo se osa difendersi e contrattaccare.
Iscritti all’Anpi di Milano, cioè i post-partigiani di pianura, hanno rimarcato di essere a favore degli israeliti solo se ci si riferisce alla Shoah, mentre attualmente si sentono in dovere di sfilare in prima fila, accusando gli ebrei di “genocidio”. La liberal-democrazia lascia campo libero ad anarchici, comunisti, déracinés, strafatti psicotici, per definire a voce alta lo Stato israeliano come “fascista, nazista, assassino”. La liberal-democrazia consente a un gruppetto a cultura zero di impedire la presentazione di un volume su Golda Meir al grido “Palestina libera!”. La liberal-democrazia permette slogan insensati e truculenti, tipo “Israele via via, Palestina terra mia”. Così urlano gli islamici accolti in Italia a spese di chi lavora, supportati da inguaribili e professionali casseurs. Quando la liberal-democrazia apre le porte ai pazzi, ai calunniatori, agli antisistema, ai mercenari della sovversione, al soldo magari di Vladimir Putin, allora si è davanti al suicidio in divenire della stessa religione della libertà. L’estremismo della tolleranza diviene così complice di quanti rivendicano libertà demenziali e/o dannose, come quella di non distinguere più il bene dal male, i genitori dai figli, i maschi dalle femmine, la legittimità del principio di autorità e l’illiberalità dell’autoritarismo.
L’estremismo della tolleranza alleva mostri: studente accoltella docente, paziente aggredisce medico curante, ignorante in cattedra a dettare deliranti ragion pratiche. E addirittura suggerisce ai presidi circolari che vietano ai non islamici di mangiare o bere nell’orario scolastico durante il Ramadan, elevato per altri direttori a festività nazionale. L’estremismo della tolleranza crea un caos totale e la cassazione perenne dei parametri cartesiani.
Dal Dubito, ergo sum si decade a Grugnito, ergo sum. Tant’è che, a marce forzate verso l’illogicità e la sporcizia cerebrale, c’è chi arriva ad assolvere la barbarie e la furia omicida di Hamas e a criminalizzare l’intero popolo di Mosè. Quando in democrazia non ci sono più limiti ai diritti senza i doveri e agli ideologismi prerazionali, quando il diritto al lavoro si abbassa ad assistenza dovuta, quando ogni Grillo parlante può produrre grullaggine sparsa, allora si apre l’uscio alla tirannide.
Adda venì Baffone, dunque. E ben venga a rinfrescare le menti con la fame, il carcere, la rossa giustizia dei giudici “democratici”, il lavoro forzato, il lager. Si tratta, inoltre, di un Baffone islamizzato, che tratterà a dovere femministe, lesbiche, trans, omosessuali di lotta e di Governo, nonché l’universo mondo dell’erba voglio, tutta e subito. Vieni pure Baffone, caposcuola dell’antisionismo, tu che hai fatto impiccare Rudolf Slánský, segretario del Partito comunista cecoslovacco, colpevole d’essere ebreo, quindi sionista, ergo nazista.
Oggi, tanti ragionano proprio come te, compagno Stalin. La stessa corda la stringesti al collo ad altri 14 cecoslovacchi, guarda caso, tutti presunti sionisti, cioè nazisti. Essendo un perfezionista, emerito Baffone, relegasti anche la moglie di Rudolf, Josefa Slánská, e i due figlioletti agli arresti domiciliari in una stamberga gelida. Tutti e tre, del resto, erano inesorabilmente israeliti, quindi sionisti e nazisti. Josefa, generosa ospite, che più volte cedette il letto matrimoniale a Palmiro Togliatti e Leonilde Iotti, in fuga d’amore a Praga (Botteghe Oscure ancora rifiutava la tresca), credette di poter chiedere un piccolo aiuto a Iotti. Nulla di compromettente: soltanto abitini di lana e sciarpette per i bambini, che morivano di freddo. La missiva fu recapitata a Iotti, la quale non si degnò di inviare, non dico un paio di calzini, ma neppure due righe. Josefa – me lo raccontò 34 anni fa – scrisse di nuovo a Leonilde, presidente della Camera, senza ricevere risposta. Con l’arrivo di Baffone, per giunta islamizzato, pagheranno tutti, anche i piazzaioli, gli antisemiti e gli antisionisti.
di Giancarlo Lehner