venerdì 22 marzo 2024
L’Opinione delle Libertà, a quello di essere il giornale politico più antico d’Italia, aggiunge un nuovo importante primato: è il primo giornale italiano del quale un capo di Stato di un grande Paese come l’Argentina, Javier Miliei, ha condiviso e rilanciato su tutti i social network un articolo.
È quanto avvenuto con “La rivoluzione copernicana di Javier Milei” di Sandro Scoppa del 19 marzo 2024, che ieri il premier argentino ha condiviso con il suo commento: “FENÓMENO BARRIAL VIVA LA LIBERTAD CARAJO“ e postato nelle pagine di tutti i suoi profili Facebook, Instagram e X-Twitter. Solo quest’ultimo ha registrato oltre 40mila visualizzazioni in meno di 24 ore e migliaia di commenti di apprezzamento.
La nostra comunque non è stata e non è una moda del momento per il personaggio politico né un’iniziativa isolata, ma ha fatto seguito ad altri interventi che, sin dai suoi primi passi sulla scena politica, abbiamo dedicato a Milei, un economista, autore di 16 libri, 52 saggi accademici e oltre 500 articoli, la cui elezione ha portato con sé il primato del primo leader mondiale anarcocapitalista della storia, che si richiama a Murray N. Rothbard, a Ludwig von Mises e a tutti i grandi esponenti del liberalismo classico della Scuola austriaca dell’economia.
Subito dopo essersi insediato, il leader della Libertad Avanza (LLA) ha dato avvio a una serie di riforme, tutte volte a ridurre compiti, funzioni e peso delle Stato, estendere gli ambiti della libertà individuale e la cooperazione sociale volontaria, promuovere e valorizzare la funzione imprenditoriale.
E non si è fermato. Da pensatore e leader carismatico ha anche spezzato la spirale del silenzio, avviando una vera e propria guerra contro la pretesa egemonia ideologica della sinistra, la quale con richieste come egualitarismo, genderismo, femminismo, relativismo, ambientalismo, e centralizzazione ha messo in pericolo non solo i valori della libertà ma anche le istituzioni, in primo luogo la proprietà privata, che sono alla base della civiltà e hanno fatto nascere e svilupparsi la società capitalista, prodotto benessere diffuso, scienza, arte e letteratura.
Molte persone ora guarderanno a Milei e si identificheranno con le sue idee e come sostenitori delle idee di libertà. Insieme ad altre saranno conquistate dalle riforme libertarie in Argentina, che presto daranno i loro frutti. E torneranno in mente le parole che ha pronunciato a Davos in Svizzera, durante il World Economic Forum di Davos, nel suo primo viaggio all’estero dopo il suo insediamento, avvenuto il 10 dicembre 2023, e dopo aver varato un mega-decreto che riformava o abrogava più di 300 leggi e aver inviato al Congresso una “legge omnibus” altrettanto ambiziosa. Sono parole di un grande liberale, che opera nella consapevolezza che “le idee e solo le idee possono illuminare il buio” (Mises).
“L’Occidente è in pericolo. È in pericolo perché coloro che dovrebbero difendere i valori occidentali si ritrovano cooptati da una visione del mondo che porta inesorabilmente al socialismo e, di conseguenza, alla povertà. Purtroppo, negli ultimi decenni, alcuni motivati dal desiderio benpensanti di voler aiutare gli altri e altri dal desiderio di appartenere a una casta privilegiata, i principali leader del mondo occidentale hanno abbandonato il modello della libertà per diverse versioni di ciò che chiamiamo collettivismo. Noi siamo qui per dirvi che gli esperimenti collettivisti non sono mai la soluzione ai problemi che affliggono i cittadini del mondo, ma, al contrario, ne sono la causa. […] Lungi dall’essere la causa dei nostri problemi, il capitalismo di libera impresa come sistema economico è l’unico strumento che abbiamo per porre fine alla fame, alla povertà e alla miseria in tutto il pianeta. L’evidenza empirica è indiscutibile. Grazie al capitalismo di libera impresa oggi il mondo è nel suo momento meglio. Non c’è mai stato, in tutta la storia dell’umanità, un periodo di maggiore prosperità di quello in cui viviamo oggi. Il mondo oggi è più libero, più ricco, più pacifico e più prospero che in qualsiasi altro momento della nostra storia. Questo vale per tutti, ma soprattutto per quei Paesi che sono liberi e rispettano la libertà economica e i diritti di proprietà degli individui. Perché i Paesi più liberi sono 12 volte più ricchi di quelli repressi. Il decile più basso della distribuzione dei Paesi liberi vive meglio del 90 per cento della popolazione dei Paesi repressi, ha 25 volte meno poveri nel formato standard e 50 volte meno nel formato estremo. E se ciò non bastasse, i cittadini dei Paesi liberi vivono il 25 per cento in più rispetto ai cittadini dei Paesi repressi. [...] Per concludere, voglio lanciare un messaggio a tutti gli imprenditori qui presenti e a quelli che ci seguono da ogni parte del pianeta: non lasciatevi intimidire. Non arrendetevi a una casta politica o ai parassiti che vivono delle spese dello Stato, che vuole solo restare al potere e mantenere i propri privilegi. Siete benefattori sociali, siete eroi, siete gli artefici del più straordinario periodo di prosperità che abbiamo mai vissuto. Non lasciare che vi dicano che la vostra ambizione è immorale. Se guadagnate è perché offrite un prodotto migliore a un prezzo migliore, contribuendo così al benessere generale. Non arrendetevi all’avanzata dello Stato. Lo Stato non è la soluzione. Lo Stato è il problema. Siete voi i veri protagonisti di questa storia, e sappiate che da oggi avete l’Argentina come alleato incrollabile. Viva la libertà, carajo!”.
di Claudia Diaconale