Una difesa europea a tutela della pace

martedì 20 febbraio 2024


Ursula von der Leyen, la quale, lo ricordiamo, prima di essere la presidente della Commissione esecutiva dell’Unione europea fu il ministro della difesa della Repubblica Federale di Germania, nel ricandidarsi per la carica dopo l’elezione per la nuova legislatura dell’Eurocamera, propone d’istituire, nella nuova Commissione, un commissario alla Difesa.

La proposta è accolta con entusiasmo da Antonio Tajani, ministro agli Affari esteri del Governo italiano. Infatti egli fa proprio della costituzione di Forze armate dell’Ue un suo cavallo di battaglia, è proprio il caso di dire. Naturalmente chi scrive è d’accordo da sempre, ma soprattutto da quando le difficoltà nelle quali oggi si dibatte l’Ucraina, assistita in pratica solo dall’Europa, sono causate dal sostanziale abbandono da parte degli Stati Uniti d’America. Ciò rende evidente come l’alleato di oltre Atlantico sia sempre meno affidabile, malgrado la Nato, della quale fino a ieri era il cardine. Questo perché, come un tempo sottolineava Antonio Martino, l’isolazionismo in Nordamerica è sempre latente. Lo è per motivo del fatto che se le spese per la presenza militare all’estero venissero cancellate, il bilancio federale degli Usa finirebbe in attivo, con conseguente calo della pressione fiscale sul cittadino medio.

È vero, i traffici internazionali di quella economia vanno difesi, ma questo interessa i centri industriali e commerciali lungo le coste, non l’immensa vita agricola dell’esteso entroterra. Quindi l’Unione europea, i cui Stati membri per la gran parte aderiscono anche all’Alleanza Atlantica, devono costituirne un pilastro in grado, se del caso, di fare da sé. L’Ue, in cui esiste già uno Stato Maggiore, è pertanto indispensabile abbia un suo ministro della Difesa. Sarebbe bene, però, avesse anche Forze armate permanenti, al di là delle aggregazioni momentanee, come la flotta inviata nel Mar Rosso, ora sotto comando italiano. È in preparazione una brigata comune, ma è poca cosa. Ricordiamo come la Comunità europea di difesa (Ced) pensata negli anni Cinquanta avesse divisioni comuni. Oggi occorrerebbe integrare a livello di armata e corpi d’armata.

Il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha ben chiaro come l’Unione europea si regga su un principio di sussidiarietà, cioè debba fare quelle cose per le quali le singole Nazioni siano inadeguate. La Difesa è la principale tra queste. Ciò non toglie che tutto debba essere fatto per garantire la pace in Europa, e l’Ucraina ne è al centro. Come uscirne? È questo il caso in cui sarebbe opportuno un arbitrato, e il luogo ideale per trattarlo c’è: la Corte arbitrale permanente all’Aia.


di Riccardo Scarpa