Serenissima

mercoledì 22 novembre 2023


La scorsa settimana, cominciata con la visita ufficiale del capo di governo sloveno – Robert Golob – a Roma, si è conclusa con quella della presidente del Consiglio dei ministri italiana, Giorgia Meloni, a Zagabria, capitale della Croazia, al margine di colloqui preparatori del Consiglio europeo in programma per dicembre prossimo. È ancora una prova di come il clima di riunificazione dell’Europa generatosi nell’Ue e dall’Unione faccia dell’Europa una “potenza della ragionevolezza”, in un globo terraqueo nel quale, dal Medio Oriente all’Ucraina, dal Mar della Cina a tante parti dell’Africa, si sta regredendo nel conflitto armato ed ideologico. Andrej Plenković è un giurista ed economista liberal-conservatore ed europeista, attuale primo ministro della Repubblica di Croazia, divenuto capo di un partito, l’Unione democratica croata (Hdz), fondato nel 1989 da Franjo Tuđman su posizioni radicalmente ultanazionaliste, negatrici della origine italiana delle popolazioni istriane e dalmate. Bene, nel ricevere Giorgia Meloni, primo capo di Governo italiano a recarsi in Croazia da più di vent’anni, Andrej Plenković ha esaltato il ruolo odierno di quelle popolazioni, da lui calcolate, in base ai dati anagrafici, in nove milioni di cittadini, che contribuisce attivamente alla vita anche politica croata, con una costante e robusta presenza di deputati istriani e dalmati italiani.

L’interscambio commerciale è in continuo aumento, dal settore dell’economia verde a quello della produzione militare, dal settore finanziario e bancario a quello culturale. Insomma, sono passati i tempi nei quali le poste croate emisero un francobollo celebrativo di Marco Polo cantandolo come croato! L’Italia, il cui Governo oggi possiede un Ministero del Mare, sta costruendo una sua politica adriatica con Slovenia, Croazia, Albania, Grecia. A una persona a cui non sfugge la potenza dei simboli, auguriamo di volere e potere. Ma volere è potere di essere a Venezia il giovedì seguente la quinta domenica dopo Pasqua, a concelebrare forse la festa civile più antica d’Italia, dopo il Natale di Roma: lo sposalizio della Serenissima col Mare.


di Riccardo Scarpa