Le piazze di sinistra con Hamas, orfane delle Brigate rosse

martedì 31 ottobre 2023


Bisogna capirli. Questi “misguidedantisemiti di sinistra che scendono in piazza sobillati dai loro cattivi maestri nei licei e nelle università, non per solidarietà con le centinaia di inermi vittime trucidate a sangue freddo da Hamas il 7 ottobre in Israele, bensì a sostegno degli stessi assassini. Sono gli orfani nelle piazze e nelle università delle Brigate rosse. Di quei bei tempi in cui si poteva fare la rivoluzione, sparando alla schiena di un magistrato, di un sindacalista, di un giornalista o di una guardia carceraria. E lo si poteva fare in nome di una rivoluzione para-guevarista importata a suo tempo in Italia dall’editore guerrigliero Giangiacomo Feltrinelli. Che però, oltre alle incursioni pirata nelle tivù locali del nord e oltre a morire su un traliccio a Segrate nel 1972, probabilmente tradito dai suoi stessi futuri compagni di lotta, non andò avanti. In compenso, lasciò quei semi di odio (“uccidere un fascista non è reato”, “la vera giustizia è quella proletaria” e via farneticando) che ancora oggi producono frutti velenosi.

Adesso si possono uccidere ebrei in tutto il mondo nascondendosi dietro la causa palestinese. E il nuovo antisemitismo è tutto di sinistra e di gruppuscoli ridicoli della destra ex eversiva. In realtà, questi aspiranti violenti di sinistra, rivoluzionari da operetta che hanno invaso le piazze di mezza Europa, a partire da quelle italiane, non sono un fenomeno nuovo. Weimar cadde e venne il nazismo anche grazie ai gruppi extraparlamentari di sinistra che agitavano la violenza delle piazze contro il Governo socialdemocratico. Lo racconta bene Hans Fallada in un libro che tutti dovrebbero leggere (E adesso pover’uomo?). Fallada è lo stesso autore che poi ambientò un altro romanzo durante il nazismo, Lettere da Berlino, da cui venne tratto un bel film. In Italia, in compenso, ci furono le violenze post-belliche del cosiddetto biennio rosso1919-1920 – a preparare la strada al fascismo. E mettiamoci pure il patto tra Vjačeslav Molotov e Joachim von Ribbentrop per la spartizione della Polonia alla fine degli anni Trenta, per aprire la mente e rinfrescare la memoria di chi oggi identifica il fascismo con Israele e la Resistenza partigiana con i nazi-islamisti di Hamas, di fatto diventati la Wagner dell’Iran in Medio Oriente.

Purtroppo, ormai la storia non si studia quasi più. E viste le performance di certi professori universitari, forse è meglio così. La gente, i cosiddetti analfabeti di ritorno, si documenta su ByoBlu e con qualche influencer de noantri, tanto gli basta. C’è, ad esempio, persino chi crede che gli aschenaziti non siano ebrei ma anzi i veri antisemiti. E d’altronde c’è anche chi crede che la Terra sia piatta e che lo sbarco sulla Luna lo abbia girato Stanley Kubrick in uno studio cinematografico. Vai loro a spiegare che buona parte della popolazione di Gaza sta ad Hamas come l’autonomia operaia stava alle Brigate rosse, o come l’omertosa Sicilia degli anni Ottanta stava ai Corleonesi di Totò Riina o come gran parte di chi occupa le case abusivamente a Tor Bella Monaca sta tuttora ai pusher di cocaina riforniti dalla mafia albanese. Ti diranno: “Questo lo dice lei”. È il relativismo grillino che combina o contribuisce a combinare questi danni. E infatti molti loro esponenti nelle piazze pro-jihad e anti-Israele ogni tanto una comparsata la fanno.


di Dimitri Buffa