martedì 24 ottobre 2023
Come ampiamente riportato dalla stampa nazionale, secondo una rilevazione realizzata dall’istituto demoscopico Noto Sondaggi, commissionata da La Repubblica, quasi il 20 per cento degli italiani intervistati si schiera con Hamas, mentre il 63 per cento solidarizza con Israele. Si tratta, per quel che posso leggere sui vari social, di una indagine abbastanza prudenziale, dal momento che, man mano che si attenua l’indignazione per l’orrendo attacco terroristico di Hamas, sembra che il consenso per tale organizzazione stia addirittura aumentando in modo consistente. Se poi analizziamo il gradimento, se così vogliamo definirlo, di Hamas in base all’orientamento politico, i risultati sono ancor più preoccupanti. Se, infatti, tra gli elettori di centrodestra il sostegno allo Stato ebraico supera ampiamente l’80 per cento, raggiungendo il 92 per cento tra quelli di Italia viva, dalle parti della cosiddetta sinistra radicale le cose vengono completamente rovesciate, tant’è che i simpatizzanti dei partiti di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli nell’80 per cento dei casi supportano non la causa palestinese, si badi bene, bensì il gruppo terroristico di Hamas. Infine, se nel Partito democratico prevale la linea della ragionevolezza, con un 62 per cento di persone che appoggiano Israele, nei grillini domina una ambiguità divenuta oramai proverbiale, con appena il 44 per cento dei suoi elettori in favore dello stesso Israele.
Ebbene, considerando che una certa simpatia per Hamas non riguarda solo l’Italia, ma è diffusa a macchia di leopardo un po’ ovunque nel campo occidentale, anche in ragione della forte presenza immigrati di religione islamica nelle società più sviluppate, da tutto ciò dovrebbe scaturire la classica domanda delle cento pistole: ma se dopo l’immane crimine di cui si è resa responsabile l’organizzazione che domina dal 2006 la Striscia di Gaza, compromettendo di fatto un processo distensivo che avrebbe gettato le basi per la nascita di uno Stato palestinese – quest’ultimo gode di tanto prestigio nell’ambito del mondo democratico – come possiamo ragionevolmente pretendere che almeno una parte degli stessi palestinesi rifiutino in toto la linea distruttiva ed autodistruttiva di Hamas? In altri termini, se neppure le immagini agghiaccianti di una carneficina pianificata in ogni dettaglio, insieme al rapimento di oltre 200 ostaggi quasi tutti civili, è in grado di far cambiare opinione a chi ha sempre pensato che la responsabilità dei conflitti in Medio Oriente fosse di Israele e del suo principale alleato a stelle e strisce, come possiamo ragionevolmente pretendere che lo facciano i palestinesi? In tal senso, il fatto che tra i tanti, troppi sostenitori italiani della causa palestinese non si vogliano prendere le distanze da una organizzazione che con la sua sanguinaria impostazione sta letteralmente affossando la medesima causa, ciò non può che gettare ulteriore benzina sul fuoco di un conflitto che dura da oltre settant’anni.
di Claudio Romiti