lunedì 9 ottobre 2023
Sassolini di Lehner
Lucio Anneo Seneca, maestro di Nerone e pedagogo postdatato di Vladimir Putin, ci ha lasciato nella Medea la seguente chiave utile a risolvere i rebus: cui prodest?
Ebbene, mentre gli “esperti” indicano l’Iran come mandante di Hamas, essendo il sottoscritto un noto inesperto, ma buon conoscitore di Vladimiro, aggiungo che l’Iran, semmai, è il mandante al bilancino. Il traino centrale è Putin, ideatore, organizzatore, mandante, che sta cercando con terrificante successo di destabilizzare l’Occidente, incendiando varie parti del globo.
Cui prodest?
La risposta è: il beneficiario è quello che gli occidentali definiscono “malato”, “pazzo”, “scriteriato”, “perdente”, omettendo di aggiungere che si tratta eventualmente della lucida follia di un implacabile stratega, che dispone geometricamente le tessere del mosaico del futuro prossimo, un futuro d’inferno. Fatto è che lo zar proprio non ci sta a perdere e che i matti sono gli ammaliati dall’incontentabile Zelens’kyj.
Più armi all’Ucraina per sconfiggere Putin in nome della pace nel mondo? Ebbene, potrebbe trattarsi di pace eterna.
di Giancarlo Lehner