Fronte del torto

lunedì 2 ottobre 2023


Il metodo è semplice: gli eredi on-line di quella che fu la sinistra lanciano una provocazione. Gli adepti del Pci (partito capalbiese, che avevate pensato?) la adottano passivamente, come facevano quelli del Pci dove “c” stava, udite udite, per comunista. Sull’altro fronte, all’inizio, erano disorientati da sparate pre-schleiniane. Ora si compattano in automatico sostenendo posizioni moderate. Si accontentano del pareggio e attendono il prossimo attacco.

Invece, no. Non si è capito che la guerra di trincea nel terzo millennio si combatte con un click: una provocazione, e tutti a dire la loro, credendo che la settimana dedicata alla pesca finisca con l’inizio dell’autunno. Invece no. Invece no.

La strategia è semplicissima: si trova un argomento qualsiasi, che non sappia di politica politicata, ma che scalfisca uno dei principi finora ritenuti alla base della società occidentale. Si scatena la solita buferetta noiosa e ripetitiva, poi silenzio. Ma attenzione, dopo ogni schleinatina il barometro sociale si sposta.

Di un millimetro, non se ne accorge nessuno, ma senza volerlo, si è costretti a difendere posizioni sempre più lontane da quelle che credevamo fossero irrinunciabili.

E continuiamo ad abboccare. Noi tutti, gli educati, le persone (si può ancora dire?) perbene, gli amanti di una logica che si credeva consolidata. E il popolo che, pur non avendo votato Pd, si è meravigliato della nomina di un’aliena alla segreteria di un partito dedito ai più poveri, come Carlo De Benedetti e Urbano Cairo.

Il fatto è che l’Italia è una colonia americana bistrattata, a differenza di altri Paesi europei che ricevono qualche pat pat di ringraziamento per la propria rassegnata sottomissione. Dunque, tutti i principi della sinistra sono svaniti, ma ai fedeli, ormai mischiati con quelli che stanno intorno a un papa che per educazione evita il segno della croce, qualcosa bisognerà raccontare.

E qui Elly Schlein è perfetta, altro che le coop di Stefano Bonaccini. Del resto, la povertà non esiste più, è stata debellata in appena un mese da Giggino d’Arabia, il quale annunciò solennemente la vittoria. Acquisito questo risultato restano altre battaglie: ad esempio, lobby Lgbtq+ o meno, sfascio della famiglia tradizionale e riassetto di un puzzle le cui tessere devono cambiare forma, perché ora hanno incastri troppo tradizionali.

Si cerca di instillare complessi di colpa in chi ha una famiglia tradizionale e crede persino che uomo e donna siano complementari l’uno all’altro per l’educazione dei figli, i quali si annoieranno in un ambiente così banale e non apriranno la mente verso nuove ed eccitanti combinazioni, fatte di bambini partoriti e venduti da madri disperate a omosessuali festanti.

Ogni pesca, dunque, un millimetro in avanti. E senza accorgercene, assorbiamo passivamente, usiamo tutti i loro eufemismi cacofonici e abbiamo sempre più timore di sbagliarci per essere considerati indietro.

Ma rispetto a chi? A cosa?


di Gian Stefano Spoto