Parce sepulto

lunedì 25 settembre 2023


De mortuis nil nisi bonum e parce sepulto. Ed io intendo attenermi all’espressione virgiliana e alla proverbiale massima latina. La morte affida alla storia la vita degli uomini eminenti nella politica. Qui parliamo, salute a noi, del funerale del bi-presidente Giorgio Napolitano, che, a quanto pare, non è responsabile del modo in cui sarà svolta la cerimonia dell’ultimo saluto. Hanno deciso che l’addio solenne avverrà nella Camera dei deputati, della quale fu membro per oltre mezzo secolo e presidente, mentre il feretro è stato esposto nel Senato della Repubblica, del quale era componente in quanto senatore a vita di diritto. Insomma, onoranze degne del defunto, il cui cursus honorum fu certamente eccezionale nella Repubblica. Ma c’è un ma che non devo sottacere. E giuro che non mi annebbia il giudizio il mio inveterato anticomunismo viscerale, come lo definivano loro. Il funerale di Stato avrà luogo nell’emiciclo della Camera. A memoria d’uomo, la prima volta.

Devo premettere, per la massa dei lettori disinteressati ai dettagli delle cose parlamentari, che le aule del Senato e della Camera, intendo le aule dell’Assemblea, sono state “snaturate” nel corso degli anni per un corrivo sentimento di malintesa democraticità ed hanno accolto le più svariate manifestazioni inconferenti con il luogo, fino ad ospitare canzonettisti e saltimbanchi. Orbene, il funerale è invece una cosa serissima, indubbiamente. Il funerale di una eminente personalità lo è ancor più.

Tuttavia celebrarlo nell’emiciclo della Camera dei deputati pare un po’eccessivo, tutto considerato. Sembra che ne siano stati addotti motivi d’ordine pubblico, nientemeno. Resta che né Elisabetta IIWinston Churchill furono “esposti” nel tempio della democrazia parlamentare. Inclino a credere che Giorgio Napolitano, al quale era impossibile negare un sobrio stile personale, non sarà felicissimo di cotanta pompa funebre a suggello dell’esistenza terrena. “Ogni eccesso è di troppo”, mugugnerà il popolino avverso. Da lassù, saprà chi incolpare.


di Pietro Di Muccio de Quattro