L’imbroglio green made in China

lunedì 7 agosto 2023


Sassolini di Lehner

Non sono così megalomane da pensare che col mio modesto agire possa salvare il Pianeta.

Potrei diventarlo e in maniera militante, sino alla psicosi incurabile, a condizione che giungano finalmente anche a me valigie, zaini, borsoni zeppi di dollari, sterline, euro. Accetterei anche fiorini ungheresi e złoty e quante altre valute del globo da salvare, basta che la carta-moneta pervenga sostanziosa e presto.

Dalla Cina, certo, potrebbero recapitarmi containers ripieni di yuan, visto che il pensiero unico ecologista è l’arma dei capitalcomunisti asiatici per dominare, soggiogare e prendere per il culo l’universo mondo.

L’imperialismo – lo sappia il vecchio, antiquato, superato Vladimir Putin, che s’è meritato il nomignolo “er cilecca” – oggi, non si realizza con le bombe ed i droni, radendo al suolo l’Ucraina, ma con il monopolio delle materie prime più rare e divenute attualmente indispensabili per la transizione energetica e le tecnologie digitali.

Non a caso i capital-maoisti si sono comprati le terre africane e sudamericane ricche di lantanio, cerio, praseodimio, promezio, samario, neodimio, gadolinio, europio, terbio, disprosio, erbio, tulio, olmio, lutezio, itterbio. Itterbio-boia chi molla, il loro grido di battaglia.

Il futuro dei pannelli solari, delle orrende pale eoliche e di tutto l’armamentario dell’imbroglio green dipende da codeste terre rare e dalle tecnologie made in China. Tutta roba e robaccia che Xi Jinping si guarda bene da utilizzare in patria, dove s’inquina a più non posso, visto che l’inquinamento globale – infatti, è l’Asia il megaproduttore di veleni – convince idioti e strapagati occidentali che la fine è vicina, la Terra brucia, il Pianeta grida aiuto. E che l’homo novus figlio prediletto di Prometeo se ne farà carico.

Ebbene, arricchite anche me e diverrò l’ennesima quinta colonna degli imperialisti di Pechino, ergendomi a superuomo capace di resuscitare la Terra, elevandola da Matrigna a Madre, da comatosa a fanciulla sana e pimpante, magari anche empaticamente e lussuriosamente tesa a far godere gli eco-maschietti.


di Giancarlo Lehner