Drogati

sabato 15 luglio 2023


Sassolini di Lehner

Mi rendo perfettamente conto di risultare sgradevole e retrivo, se offro come chiave di lettura di quasi tutti gli obbrobri del Terzo Millennio il consumo abituale di droga. Modica quantità? Un cazzo!

Famiglie massacrate sui marciapiedi o sulle strisce pedonali, stupri, violenze, vandalismi, omicidi, femminicidi, ebbene all’origine c’è spesso una bestia umana ispirata da cocaina e altre droghe più o meno alla moda. Ragazzini che stuprano bimbe dodicenni sono l’ultimo episodio di un mondo strafatto.

Eppure, neve, marijuana, crack, droga dello stupro, etc. etc. vengono addirittura pubblicizzati e consigliati da film, sceneggiati, programmi televisivi. Farsi è bello? Credo di no.

Se sottoponessimo all’antidoping attori, cantanti, mezzi busti, opinionisti, registi, giornalisti, politici, finanzieri, economisti, banchieri, magistrati, medici, avvocati, professori, professionisti vari, insomma gente che conta, ci sarebbe da rimanere intontiti e spaesati come le carpe dell’Arno strafatte di cocaina.

I tossici militanti la rilanciano come ambrosia e cibo degli Dei, perché l’avrebbe usata Sigmund Freud, omettendo di precisare che la psicoanalisi scaturita dalla cocaina è stata la più straordinaria presa per il culo della Historia. Freud ed associati per illudere condizionarono letteratura, teatro, cinema, cultura, musica, psicologia, vocabolario, sintagmi e questo fu il vero spettacolare successo di abili truffatori, affabulatori, cazzari innevati, che, plagiando i confessori cattolici, inventarono, riempendosi le tasche, una consolazione laica, facendola passare per terapia. Si è mai visto uno psicoanalista che abbia davvero guarito qualcuno da nevrosi o, peggio, da psicosi?

I “fagiolini” cinematografari potranno anche vincere i festival, ma giammai il loro male di esistere, fino a quando non si rivolgano ad un vero medico, cioè uno psichiatra.

C’è chi vanta in radio di farsi le canne e, poi, ci spiega, in televisione, come salvare il Pianeta dall’inquinamento.

Ebbene, chi fa uso di droghe è spesso anche un pericolo pubblico e le troppe vittime stanno a testimoniarlo.

Poiché sniffare è prerogativa di molti che condizionano l’opinione pubblica, poiché anche alla Casa Bianca tracce di neve non mancano mai (pure Joe Biden ha un figlio discolo, mica solo Ignazio La Russa), il politicamente corretto ci sospinge a demonizzare lo spacciatore, cattivo cattivissimo, addirittura seminatore di morte, giammai il consumatore, povera vittima inconsapevole.

Eppure, è proprio il consumatore che è il migliore associato a mafia, ’ndrangheta, camorra, criminalità organizzata, visto che rappresenta la domanda e stimola e incrementa l’offerta. Vedi la famosa fauna di star di Hollywood eterna dipendente da El Chapo.

Il giornalista, il cantante, l’attore, il magistrato, il regista, l’opinionista e quant’altri professino il vizio freudiano magari producono pistolotti antimafia, fingendo di non sapere d’essere, loro professionisti dell’antimafia, complici e associati.

Ebbene, non se ne esce dalla tragica scia di violenze e di morte, se non sanzionando penalmente e duramente il consumatore, al quale, però, da liberali, sarebbe giusto lasciare la possibilità di sottoporsi a terapia disintossicante – tassativamente a spese sue – come alternativa alla galera.


di Giancarlo Lehner