L’Ue sta a destra

giovedì 6 luglio 2023


Quella sulle alleanze nel centrodestra in vista delle prossime elezioni europee puzza terribilmente di bruciato. Sembra un teatrino messo su ad arte in ossequio all’antico giochetto del “poliziotto buono e poliziotto cattivo”.

Volendo brutalizzare il concetto, Giorgia Meloni continuerà a fare squadra con i Conservatori europei ma ha ammesso che è necessario superare la “maggioranza Ursula” per dare al Parlamento e alla Commissione una nuova maggioranza di centrodestra.

Forza Italia resterà nel Ppe, ragion per cui è obbligata a prendere le distanze dal progetto leghista di allearsi con Rassemblement National di Marine Le Pen e con Alternative für Deutschland. Ovviamente Antonio Tajani prende le distanze da questa scelta con un arzigogolo retorico affermando che “con Salvini siamo pronti a fare alleanze in Italia e fuori. Il problema non è mai stato e mai sarà Matteo Salvini e la Lega – spiega il vicepremier – Il problema sono Afd e il partito della Le Pen perché sono anti-europeisti. Come si fa a governare l'Europa con chi è contro l'Europa? C'è incompatibilità non solo con Forza Italia ma con la famiglia del Partito popolare europeo”.

Dal canto suo Matteo Salvini – schiacciato da conservatori e centristi – non ha alcuna alternativa di visibilità se non quella di intercettare il voto di destra-destra sperando di portare a casa un risultato decente.

Ma veniamo al punto: indipendentemente dagli obiettivi dei singoli partiti e dei relativi leader, il punto di arrivo del centrodestra è proprio quello di superare la cosiddetta maggioranza Ursula marciando diviso per colpire unito qualora i numeri dovessero permetterlo.

Ovviamente quello di cercare di costruire un campo largo del centrodestra europeo che – per dirla con Giorgia Meloni – aiuti a superare quella maggioranza di centrosinistra “innaturale e inadeguata alle sfide che l'Europa è chiamata ad affrontare” è un obiettivo inconfessabile all’interno delle singole famiglie politiche europee, soprattutto sulle sponde del Ppe.

E allora per adesso simulano di prendere vicendevolmente le distanze per poi verificare i numeri a urne chiuse e provare a formare un Polo di centrodestra europeo con i partiti che ci stanno (o con parte di essi).

Ciò perché, trattandosi di operazione ad alto rischio, a Forza Italia e Fratelli d’Italia non conviene benedire l’operazione salviniana per una mera questione di credibilità all’interno dei singoli raggruppamenti politici europei: se le cose dovessero andar bene, nessuno si farà del male. Se le cose dovessero invece andare male, l’unico a rimetterci sarà Salvini che d’altronde oggi non ha nulla da perdere: o pesca a destra o non pesca.


di Vito Massimano